I guanti di Iron Man: non solo armi

I guanti di Iron Man, molto pià di semplici di armi del Vendicatore Dorato

Avatar di Manuel Enrico

a cura di Manuel Enrico

Ripensando a Iron Man, uno dei tratti essenziali del personaggio creato da Stan Lee e Don Heck sono da sempre gli incredibili gadget di cui sono dotate le sue incredibili armature. A partire dalla sua lunga vita editoriale nel mondo dei comics, iniziata nella primavera del 1963, il buon Testa di Ferro ha sfoggiato armi sempre più all’avanguardia, con cui affrontare i suoi storici nemici o affrontare sfide che lo hanno condotto persino nello spazio profondo, militando tra le fila dei Guardiani della Galassia. Un arsenale che ha da sempre visto nei guanti di Iron Man un elemento essenziale, che il buon Stark ha sempre dimostrato di utilizzare al meglio, anche nel contesto cinematografico. Difficile infatti non ricordare l’intenso momento nel finale di Avengers: Endgame, quando Stark sceglie di sacrificarsi per fermare Thanos, una scelta che vede il guanto della sua armatura svolgere un ruolo essenziale nel controllare l’incredibile potere delle Gemme dell’Infinito, esperienza che possiamo rivivere grazie all’Hasbro Marvel Legends Serie – Nano Gauntlet.

Questa funzione della nano-tecnologica Stark applicata al guanto dell’armatura di Testa di Ferro è stata non solamente l’origine di uno dei momenti più straziante dell’interno del Marvel Cineamtic Universe, ma anche l’ennesima dimostrazione di come l’evoluzione tecnologica di Iron Man sia sempre stata parte integrante del personaggio, un tratto distintivo mutuato in modo eccellente dalla sua origine cartaceo. Un continuo miglioramento che non si è limitato a un semplice upgrade viviso, ma che ha visto nei guanti di Iron Man uno dei segnali distintivi del personaggio.

I guanti di Iron Man nei comics

Se ripensiamo ai comics, ad esempio, la prima vota, che Tony Stark indossa l’armatura del suo alter ego supereroico l’intento non era uno slancio eroico, quanto l’esigenza di sopravvivere alla presenza di schegge di granata che puntavano dritte al suo cuore. Quella che era a tutti gli effetti una gigantesca elettrocalamita, in effetti, diventa parte di un’armatura pensata per essere una protezione durante la fuga, una versione rozza di quella che sarebbe poi divenuta una delle caratteristiche essenziali di uno dei personaggi più amati del pantheon marveliano.

La Mark I non era pensata come strumento di combattimento, motivo per cui anche i guanti erano decisamente semplici se paragonati a quelli che conosciamo ora. Non era prevista la capacità di volo dell’armatura, motivo per cui non erano stati inseriti dispositivi come i repulsori, una delle armi principale dell’arsenale di Iron Man. Va riconosciuto che nei primi anni ’60, quando nacque il personaggio, la fantascienza, una delle fonti ispiratricie principali per Lee e Heck, era piuttosto basilare, motivo per cui le prime armature di Iron Man, dalla Mark I alla ‘dorata’ Mark II erano semplici, sufficienti a supportare le avventure del miliardario nelle sue prime imprese supereroiche. E questa semplicità non richiedeva armi particolarmente fantasiose, era sufficiente che i suoi guanti gli consentissero di sfoggiare una grande forza.

Ovviamente, nata come armatura d’emergenza, la Mark I durò poco, venendo subito sostituita da una versione dorata, la Mark II. Dotata di capacità di volo, questa armatura richiese la presenza di un sistema di volo che consentisse a Stark di pilotare questa ancora ingombrante armatura. All’inizio questo problema non venne pienamente affrontato, tanto che il Vendicatore Dorato pareva volare con un’insolita semplicità. A dare una svolta a questa visione fu l’arrivo di Mr. Doll, un villain che riuscì a violare la sicurezza dell’armatura di Iron Man, spingendolo a creare una nuova versione della sua corazza, la Mark III.

Comparsa per la prima volta in Tales of Suspence #48 del dicembre 1963, la Mark III è la prima armatura di Iron Man non solo a mostrare la caratteristica bicromia rosso-oro, ma anche a mostrare i famosi repulsori. Realizzata da leggendario Steve Ditko, già creatore del costume di Spider-Man, la Mark III diventa il modello classico delle armature future di Iron Man. Sia dal punto di vista cromatico che come impostazione tecnica, compresi i famosi guanti. Per la prima volta, i palmi dell’armatura ospitano i repulsori. Nati come miglioria per il volo, consentendo a Iron Man di volare in modo più misurato, questi elementi diventano anche una nuova arma a disposizione del Vendicatore, probabilmente la più celebre del suo arsenale, al punto da essere preservata in ogni futura versione delle amature.

Dal fumetto al cinema

Al passaggio dalla carta al grande schermo, Iron Man non poteva certo rinunciare a questa sua caratteristica. Iron Man  è la origin story del Vendicatore Dorato nel Marvel Cineamtic Universe, e come tale ripercorre in modo rapido la genesi del personaggio, partendo dalla creazione della sua prima armatura, creata per fuggire dalla prigionia dei Dieci Anelli, sino alla comparsa della Mark III. La prima armatura non viene dotata di un’arma nei guanti, data la situazione, e nemmeno di un sistema di volo, considerato come la breve autonomia di questa autonomia sia pensata appositamente per consentire la fuga.

La comparsa dei repulsori nei guanti di Iron Man è legata alla creazione della seconda versione dell’armatura, quando il playboy, miliardario, filantropo migliora il sistema di volo, che oltre all’implementazione di superfici  di volo contempla l’utilizzo dei repulsori inseriti nei guanti come strumenti per direzionare il volo. La costruzione di questi dispositivi viene ben mostrato nella pellicola, che mostra Tony mentre realizza i suoi guanti, una creazione che culmina nella scena in cui, durante il notiziario che mostra i danni della guerra in Gulmira, Stark erroneamente attiva i repulsori, vedendo in loro una potenziale arma. Al punto che nella scena seguente vediamo i repulsori usati prima come stabilizzatori di volo, e subito dopo come arma.

Nei film seguenti nei guanti di Iron Man sono inserite altre piccole dotazioni, come il laser di precisione utilizzato durante la posa del cavo sottomarino all’inizio di Avengers o i ben più letali raggi laser inseriti nel dorso dei guanti dell’armatura utilizzati durante lo scontro finale con i droni di Danko in Iron Man 2. Ennesima dimostrazione di come i guanti di Iron Man siano una parte essenziale non solo del suo arsenale, ma della natura stessa del personaggio. Non è un caso dunque che uno dei guanti di Iron Man sia centrale nella scena cult di Avengers Endgame, dove il suo nano gauntlet riesce a ‘sfilare’ le Gemme dell’Infinito dal guanto di Thanos, consentendo a Tony Stark di salvare infine l’universo.