Intervista a Chris Ware: "I fumetti sono metafora delle persone"

Lucca Comics and Games 2022: Chris Ware racconta Building Stories durante l'esclusiva round table con la stampa specializzata.

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a cura di Domenico Bottalico

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Fra gli ospiti di Lucca Comics and Games 2022 spicca senza ombra di dubbio Chris Ware. Il geniale autore americano, uno dei più influenti e importanti cartoonist contemporanei, è ospite di Coconino Press che pubblica, in anteprima alla kermesse toscana, il suo ultimo lavoro, il complesso Building Stories. Una storia "semplice" ma decostruita in un'opera "complessa" che travalica l'idea stessa di libro (non solo a fumetti) perché composta da diverse storie raccontate tutte in 14 formati diversi - dal classico comic book alla striscia passando per il tabloid - sono raccolte poi in una vera e propria scatola. Abbiamo incontrato Chris Ware durante l'esclusiva round table con la stampa specializzata scoprendo alcuni interessanti retroscena sulla sua ultima opera ma soprattutto il suo inedito punto di vista sul fumetto e sul raccontare storie.

Lucca Comics and Games 2022 - Chris Ware: "I fumetti sono metafora delle persone"

Entusiasta, umile sorpreso dall'accoglienza dei lettori italiani a Lucca Comics and Games 2022, Chris Ware si è aperto con i pochi fortunati giornalisti che hanno partecipato all'incontro organizzato da Coconino per promuovere e "spiegare" Building Stories. L'autore originario del Nebraska è partito dalla genesi del libro per spiegare la sua peculiare modalità di fruizione:

Volevo scrivere un libro che non avesse né inizio né fine, che fosse fruito da lettore come si incontrano le persone cioè non conoscendo la storia della loro vita. Quando incontri una persona inizi a mettere insieme i pezzi che sono la sua vita, quello che ti viene raccontato spesso anche nel corso di anni. Questo è lo stesso processo con cui conosciamo il mondo e capiamo le persone. Non c'è un ordine di lettura per Building Stories, si può iniziare a leggerlo da qualsiasi punto che susciti attenzione o interesse. Alla fine non ha importanza dove si inizia e come si finisce, alla fine lo si leggerà tutto. Il senso è chiaramente che l'importante è come viviamo le nostre vite non il loro inizio e la loro fine anche se hanno ovviamente un inizio e un fine. È come facciamo esperienza della nostra vita quella che conta. Non c'è una modalità privilegiata per leggere Building Stories perché è un'opera che vuole "imitare la vita" ed è stata creata per essere emozionante (emotionally moving - NdA).

Uno dei temi portanti della scrittura di Ware è anche il contrasto fra la positività delle sue storie e la delusione che proprio l'incontro e l'esperienza che che si fa di altre persone, basti pensare alle altre opere dell'autore come Rusty Brown o Jimmy Corrigan. Tuttavia Ware ha spiegato che in Building Stories l'approccio è stato leggermente differente:

Questo libro è narrato dal punto di vista di una persona che voleva diventare un'artista o una scrittrice ma è finita con il diventare una mamma. Negli Stati Uniti c'è l'errata percezione che coniugare queste due cose - lavorare ed essere una madre - sia impossibile. Secondo me non è così e soprattutto essere una madre è più importante di qualsiasi altro lavoro. Si parla quindi di un sogno legato ad un libro sfogliato in una libreria, ma non voglio dare troppe informazioni. Dico solo che la storia è la stessa di quando ascoltate una bella canzone o osservate un bel dipinto, vi svegliate e realizzate che tutto era solo nella vostra testa. È assodato che tutti hanno un potenziale ma è interessante notare come tutti noi, in questa stanza ora, stanno dando senso alle loro vite creando un "ricordo" di ogni singolo giorno. Si tratta di qualcosa di unico, il modo in cui ricordiamo la nostra vita, indipendente dal fatto di essere scrittori o artisti. Questo è quello che vorrei raccontare, il fatto che costantemente tutti produciamo qualcosa, storie. Anche se non vengono scritte o disegnate.

Molto interessante invece le motivazioni dietro l'inusuale confezione e struttura di Building Stories.

Ogni libro è un oggetto ma in generale i lettori tendono a guardare attraverso questo aspetto. Ho voluto creare qualcosa che si sposasse alla perfezione sul fatto che i fumetti sono un linguaggio visivo e volevo espandere e rendere concreta questa idea: una esperienza fisica multipla, diversa. I fumetti sono percepiti come un medium povero ma l'esperienza fra lettore e autore è molto intima. Sono una forma d'arte davvero strana. Per esempio, se entro in un museo, osservo un dipinto e non lo capisco vado a casa e penso che è un mio problema. Se apro un fumetto, lo leggo e non lo capisco allora lì è l'autore ad essere un problema. Nessuno inoltre si sognerebbe di gettare un dipinto o una scultura invece i fumetti è una delle prime cose che si sacrificano. I fumetti sono un po' una metafora dell'essere umano hanno una spine (il termine inglese per indicare la costina che tradotto significa spina come spina dorsale - NdA), hanno una copertina  che nasconde il vero contenuto e sono più grandi all'interno rispetto a quello che lasciano intendere. Anche la protagonista riflette questo concetto: non ha un pezzo della gamba e questo riflette anche come percepisce sé stessa. Un po' come i fumetti.

A tal proposito è emersa la presunta fascinazione di Ware per l'architettura.

Non sono un appassionato semplicemente uso le squadre quando disegno per quello sono così preciso [ride - NdA]. In realtà è interessante perché l'architettura è simile alla memoria: viviamo in costruzioni ad angoli retti che non sono presenti in natura. Imponiamo cioè questo ordine al mondo per sentirci sicuri. Ci sono alcune connessioni neurali che hanno idealmente una struttura tridimensionale, sono soprattutto quelle che si concretizzano intorno all'idea di spazi famigliari. Non c'è pianificazione però è tutto istintuale e i fumetti riflettono questo anche questo: pensate al fatto che si vada dalla prima all'ultima pagina oltre che a destra e sinistra e dall'altro in basso.

Se i fumetti imitano la vita allora è venuto spontaneo chiedere a Chris Ware quanto la forma influenzi il contenuto di una storia e, nel caso specifico, di Building Storie se il formato è stato scelto prima o dopo l'inizio della stesura. Inoltre se l'esperienza è fisica cosa ne pensa del fumetto digitale che in qualche modo sminuisce la confezione e il confezionamento?

Building Stories è nato da una idea semplice: come immaginiamo le storie delle persone intorno a noi. Poi ha iniziato ad evolversi e, ad un quarto del lavoro, è nata idea della scatola di qualcosa che richiami una costruzione vera e propria come l'edificio (building) del titolo. Io ho la fortuna di poter pubblicare fisicamente i miei libri e le mie idee e lo faccio. Per me il digitale è invasivo come se qualcuno mi respirasse in bocca. Per me è indubbio che fisicità è necessaria per qualsiasi forma di esperienza artistica.

A proposito della produzione di Building Stories, Chris Ware ha confermato di aver fatto dei veri e propri prototipi dei vari formati. Avendo studiato giornalismo, fotocomposizione e così via, si è interfacciato direttamente con la tipografia avendo massimo controllo anche sugli stessi file di stampa.

Come sarebbe Building Stories se fosse scritto oggi e come si ricaricano idealmente le batterie dopo un lavoro mastodontico del genere?

Ci sono molti riferimenti alla amministrazione Omaba, se l'avessi scritto anche due mesi dopo sarebbe stato diverso. Ho difficoltà immaginare completamente altre persone ed ho sempre bisogno di riferimenti attuali e reali. Sarebbe interessante vedere come sarebbe venuto fuori il libro se scritto in altre situazioni, in una sorta di metaverso. Mi ricarico con l'arte e con il processo creativo continuo. Mi focalizzo sugli errori in maniera costruttiva, cerco di capire dove, come e cosa migliorare.

Passaggio finale obbligato sui prossimi progetti:

Sto lavorando alla seconda parte di Rusty Brown, alla seconda metà di Last Saturday, e a un libro di cui non so ancora il titolo o il formato, ma di cui ho realizzato 60 pagine e che richiederà molto, molto tempo per essere terminato. Ma non ripeterò le modalità di Building Stories.