Indiana Jones 5: il mistero degli screenings maledetti

Il mistero degli screening di Indiana Jones 5 svelato dal regista James Mangold

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a cura di Manuel Enrico

Non sono gli anni, sono le polemiche. Questa battuta cara ai fan dell’archeologo più famoso del grande schermo potrebbe esser il modo migliore per approcciarsi alle polemiche che in questi giorni circondano Indiana Jones 5, ultimo capitolo del franchise dedicato a Henry Jones Jr. con Harrison Ford. L’attore americano, non più un giovincello, è stato convinto a vestire per un’ultima volta i panni del suo avventuroso alter ego, ma negli ultimi giorni  sono sorti diversi dubbi sulla qualità dei presunti screening di  Indiana Jones 5, complice la voce di una proiezione a porte chiuse e la presenza di ben cinque potenziali finali del film che avrebbero riscosso scarso successo.

Il mistero degli screening di Indiana Jones 5 svelato dal regista James Mangold

Il nuovo capitolo della saga di Indiana Jones ha una certa importanza per LucasFilm. Dalla sua acquisizione da parte Disney, la casa di produzione fondata da George Lucas ha lavorato solamente a film legati a Star Wars, quindi mettersi alla prova con un altro franchise molto caro al pubblico rappresenta un importante banco di prova. Dopo avere incassato l’addio di Steven Spielberg, regista di tutti i precedenti film e apparentemente intenzionato a lasciare spazio a nuovi registi, Indiana Jones 5 è stato affidato a James Mangold (Cop Land, Walk the Line, Logan, Le Mans ’66) che ha quindi avuto il compito di dare nuovo vigore al personaggio, cercando di evitare le critiche al precedente capitolo della saga, Indiana Jones e il Regno del Teschio di Cristallo.

Clima carico di aspettative, che in questi giorni è stato ulteriormente inasprito quando voci non confermate hanno svelato proiezioni test che non hanno raccolto il favore del pubblico presente. Un fallimento prontamente smentito, a mezzo social, dallo stesso Mangold, che si è schierato con particolare forza contro uno dei presupposti finali del film, dove il personaggio di Phoebe-Waller Bridge ereditava il ruolo di Indy.

Al netto delle verità dieto queste visioni preliminari, bisogna riconoscere che queste voci trovano terreno fertile presso un pubblico lasciato completamente all’oscuro di cosa vedremo in Indiana Jones 5. Ad oggi, non sappiamo concretamente pressochè nulla, massimo riserbo viene tenuto anche sul titolo del film, con le uniche notizie confermate legate al cast, che oltre a Ford e Phoebe-Waller Bridge vanta anche Antonio Banderas, Mads Mikkelsen e il ritorno di John Rhys-Davies, che tornerà nel ruolo di Sallah, l’amico egiziano di Indy comparso sia in Indiana Jones e i Predatori dell’Arca Perduta che in Indiana Jones e l’Ultima Crociata.

Dopo anni di assenza dal grande schermo, e con le indiscrezioni che vorrebbero Disney+ alle prese con la realizzazione di una serie legata al mondo di Indy, Indiana Jones 5 ha un’importanza non indifferente all’interno del franchise. Non è un mistero che Harrison Ford vestirà per l’ultima volta i panni dell’avventuroso archeologo, creano un turning point per la saga, che dovrà scegliere se trasformare Indiana Jones in un legacy hero, come accaduto per James Bond, o se accettare che il ritiro di Ford dal ruolo possa divenire un elemento di chiusura della serie, oppure rendere Indy una figura mentoriale, con una presenza quindi ridotta di Ford, per un nuovo eroe.