Junji Ito Maniac, recensione: 20 sfumature di orrore

Junji Ito Maniac, l'antologia del Maestro dell'orrore Junji Ito, vi condurrà in 20 inquietanti e bizzarri mondi.

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a cura di Lucia Lasorsa

-Redattrice

Junji Ito Maniac è una raccolta antologica di 20 storie brevi suddivise in 12 episodi che esplorano diversi sottogeneri dell'horror. Ciò che accomuna queste storie sono non solo i frequenti richiami agli episodi precedenti, ma anche il loro autore: ogni episodio si basa, infatti, su un racconto di Junji Ito, Maestro indiscusso del manga horror. L'antologia animata sarà disponibile in esclusiva su Netflix dal 19 gennaio.

Junji Ito Maniac: 20 sfumature di orrore

Una delle caratteristiche che colpisce maggiormente di Junji Ito è la sua capacità di rappresentare diverse sfaccettature dell'orrore, ispirandosi, anche dal punto di vista visivo, ad altri celebri artisti (ad esempio, Muffa mostra una struttura biomeccanica chiaramente ispirata alle opere di H. R. Giger, il creatore dello Xenomorfo di Alien). Senza rivelarvi alcunché delle trame, possiamo riconoscere, in generale, un amore per tutto ciò che risulta essere straniante, grottesco e bizzarro (Palloncini Appesi, Muffa, La Città delle Lapidi), mentre le tematiche affrontate includono il body horror (Il Covo del Demone del Sonno, Tomie - Fotografia, Strati di Terrore), l'orrore cosmico e inspiegabile (La Storia del Tunnel Misterioso), la vendetta (I Lunghi Capelli in soffitta, La Donna che Bisbiglia all'Orecchio), i disturbi e le malattie mentali (Allucinazioni in Biblioteca, La Bulla), passando anche per episodi più leggeri e divertenti (I Bizzarri Fratelli Hikizuri, Quattro Mura). E c'è anche una puntata con un gattino (L'Animaletto di Soichi)!

Non è cosa così comune, fra gli autori horror, la poliedricità di cui si fa grande portavoce Junji Ito con le sue opere, che uniscono, oltre agli elementi già presentati, anche riferimenti al ricchissimo patrimonio culturale e folkloristico giapponese. Il risultato finale è rappresentato da racconti che trattano tematiche inusuali per il pubblico occidentale, raccontate in modo altrettanto inusuale, per noi. Per questo, Junji Ito Maniac fornisce un'ottima opportunità per conoscere non solo questo grandissimo autore, ma anche i diversi modi in cui gli artisti giapponesi immaginano e reinterpretano l'horror.

Un'altra particolarità di questa imperdibile antologia dell'orrore è il fatto che, molto spesso, gli episodi siano "monchi" del finale. Naturalmente, non si tratta di sviste, ma di scelte autoriali ben precise. Molto spesso, infatti, le opere di genere horror e thriller molto spesso terminano con la scoperta che il pericolo che si riteneva sventato in realtà è ancora lì, oppure lasciano agli spettatori la libera interpretazione degli eventi e delle loro conclusioni. Ito adotta la stessa tecnica, in modo da mantenere inalterata la tensione degli spettatori, anche dopo la visione dell'episodio. A volte, invece, l'autore interrompe il racconto "sul più bello", semplicemente per dare l'illusione agli spettatori che, magari, il malcapitato possa sopravvivere. Invece, molto spesso, le storie raccontate in Junji Ito Maniac finiscono davvero male.

L'orrore, però, non è mai fine a se stesso; spesso, dietro una storia fittizia si nascondono consigli (Muffa insegna che non è sempre il caso di fidarsi di chiunque, facendosi forzare la mano a fare qualcosa che proprio non si vuole fare) e moniti (Allucinazioni in Biblioteca ammonisce sul fatto che, a volte, l'eccessiva cura per qualcosa porta alla sua distruzione).

Conclusioni

Junji Ito è impietoso con i suoi personaggi, un po' come lo sono le vecchie favole: il messaggio risulta decisamente più incisivo, se le conseguenze di un determinato comportamento sono assolutamente devastanti e mortali. La ricchezza delle tematiche affrontate e la diversificazione dei sottogeneri horror presenti in questa serie fanno di Junji Ito Maniac un'antologia dell'orrore di altissimo livello, sia dal punto di vista autoriale che visivo, grazie al lavoro dello Studio Deen (Ranma ½,Maison Ikkoku), anche se le seppur rare animazioni realizzate in computer grafica non si integrano al meglio all'interno delle puntate. La scelta dei colori predilige spesso le tonalità più scure e fredde, in modo da trasmettere un certo senso di disagio che si addice perfettamente alle tematiche affrontate.

Inquietante, bizzarra, straniante, opprimente, spietata, Junji Ito Maniac è l'antologia dell'orrore perfetta per gli amanti del genere, anche per lo sguardo a un modo di intendere l'orrore, quello orientale, così differente rispetto a quello occidentale. Infine, va aggiunto che anche le immagini che accompagnano la straniante sigla finale rappresentano, di per sé, un ulteriore racconto breve! La fruizione, poi, trattandosi di episodi a sé stanti, si adatta sia al binge watching che alla visione in tempi più dilatati, anche per via della breve durata di ogni puntata, che si aggira intorno ai 25 minuti. Se poi considerate che alcuni episodi racchiudono due racconti, la durata di ogni storia va a dimezzarsi, il che fa apprezzare anche l'incredibile capacità di Ito di rappresentare delle vicende autoconclusive esaurienti in tempi così ristretti. Un must per gli appassionati mai paghi di orrore!