La Collera di N'Kai: Recensione

La Collera di N'Kai, di Josh Reynods, è il primo di, si spera, una lunga serie di romanzi, basati sulle ambientazioni del boardgame Arkham Horror

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a cura di Marco Valle

La Collera di N'Kai, di Josh Reynods, è il primo di, si spera, una lunga serie di romanzi, basati sulle ambientazioni del celeberrimo boardgame Arkham Horror, a sua volta ispirato dalle suggestioni derivanti dagli scritti del Maestro H.P. Lovecraft e dove, come ormai si è già capito più che bene, i personaggi coinvolti si troveranno a dover far di conto con Divinità e Orrori pre umani.

Anche se, molto spesso, accade l'esatto contrario, questa non è la prima volta che un boardgame di stampo lovecraftiano ispira una serie di racconti, di storie o una collana a fumetti. In questa ultima tipologia, ad esempio, rientra benissimo il recente Cthulhu: Death May Die – Anche la morte può morire, tratto dall'omonimo boardgame di CMON, e il cui primo albo della serie è edito da Sergio Bonelli Editore.

Pubblicato in Italia da Aconyte Books e Asmodee (che distribuisce anche i boardgames della serie Arkham Horror, tra i quali segnaliamo anche il meraviglioso gioco in cooperativa Le Case della Follia, con relative espansioni), La Collera di N'Kai ci racconta e vicissitudini della contessa Alessandra Zorzi, ladra professionista di antichi manufatti e reliquie, spesso e volentieri facenti riferimento a qualche antico e poco conosciuto culto, se non direttamente collegate agli ambienti occultistici e esoterici.

Arkham, Massachusetts

La contessa Zorzi, di chiara e dichiarata origine italiana, raggiunge la "ridente" città di Arkham, nel Massachusetts, nominalmente per assistere all'esposizione nel locale museo di Storia e Archeologia di uno straordinario reperto, una misteriosa mummia in sorprendente stato di conservazione rinvenuta in un tumulo nello stato dell'Oklahoma. Le vere intenzioni dell'abile ladra italiana però, sono ben diverse. Per conto di un riservatissimo mecenate, Alessandra è infatti stata ingaggiata per trafugare la mummia misteriosa. Peccato per lei, però, che le cose non sembrano andare per il verso giusto. Alla cerimonia di inaugurazione della mostra, un gruppo di delinquenti, senza troppi scrupoli e dal grilletto facile, ruba il peculiare reperto sotto gli occhi di tutti, innescando così una serie di eventi che porteranno Alessandra nei più oscuri meandri di Arkham, della sua "storica" Miskatonic University , della malavita locale e di Culti riguardanti Entità ben diverse da quelle che la nostra concezione umana contempla.

La Collera di N'Kai è un romanzo molto ben scritto, che riesce a catturare appieno le dinamiche di narrazione che vengono anche proposte nella serie di boardgames ai quali è ispirato. Le tematiche in odore di "orrore cosmico" sono ben amalgamate con l'atmosfera pulp, cosa che da un tocco in più al racconto, specie se confrontato ad altre produzioni aventi le stesse tematiche. Il racconto, inoltre, ci fornisce anche una sorta di "spaccato" della vita e delle attività di una delle più famose città immaginarie del "New England da Incubo" inventato da Lovecraft, informazioni che potrebbero essere facilmente utilizzate anche per uno dei tanti giochi di ruolo, il cui setting si pone nell'universo dei Miti di Cthulhu e affini.

Orrori Cosmici e Proibizionismo

La Collera di N'Kai si svolge, per lo meno per l'intera durata della sua prima parte, come un racconto pulp, ne più ne meno. Il periodo storico nel quale è ambientato, l'America del Proibizionismo, con tutte le sue contraddizioni ma, indubbiamente, con tutto il suo carico di fascino e azione. Se quindi, nella prima parte del racconto, vedremo la contessa Alessandra Zorzi alle prese con malavita, poliziotti più o meno corrotti, investigatori privati e famiglie malavitose assortite, dalla metà in poi la narrazione comincerà a focalizzarsi, sempre di più, su alcune delle tematiche "cosmiche" che, comunque, sono state da subito accennate, portando i personaggi coinvolti in un viaggio che scende, pagina dopo pagina, sempre più in un vero e proprio incubo. La Collera di N'Kai è un libro che si legge tutto di un fiato. Tenendo conto del corpus letterario e ludico al quale si ispira (decisamente uno degli universi narrativi a tinte horror più dettagliato di sempre), in prima battuta la storia, o per meglio dire il tipo di narrazione, potrebbe lasciare perplessi i fan più intransigenti del Solitario di Providence. Con lo scorrere delle pagine però, La Collera di N'Kai finisce per fare, e anche molto bene, il suo dovere, dosando in maniera davvero studiata in maniera ottimale, ogni particolare di natura "cosmica" o "soprannaturale", introducendo il lettore piano piano all'Orrore che sta alla base del racconto.

Orrore che si può facilmente intuire già dalle prime battute ma, fortunatamente, diluito poi nel proseguire della storia fino alla, almeno, seconda parte del racconto, dove i nodi vengono al pettine e il tutto si riposiziona chiaramente nei "binari" tipici delle narrazioni di stampo Lovecraftiano. Tutto questo rende La Collera di N'Kai un racconto estremamente godibile e, per quanto possibile, anche piuttosto inconsueto per il genere di riferimento. Si potrebbe obbiettare che la narrazione non sembra condurre il lettore nel solito "Orrore Cosmico", sulle prime non c'è traccia davvero, o quasi, di queste tematiche ma, con lo svolgersi della storia, nessun elemento rimane fuori posto rispetto a quanto ci si potrebbe aspettare.

Conclusione

Se per tanti appassionati questa cosa potrebbe corrispondere a un difetto, in realtà l'andamento Pulp di La Collera di N'Kai risulta un pregio, soprattutto se visto nell'ottica che il acconto è ispirato chiaramente a una serie di boardgames, dai quali si recupera una sorta di "ritmo", oltre che a strizzare l'occhio ad alcune varianti de Il Richiamo di Cthulhu, famoso gioco di ruolo a tema mitologia lovecraftiana , nello specifico appunto, Pulp Cthulhu. Un ottimo titolo, in definitiva, questo La Collera di N'Kai, primo di una serie che, speriamo, mantenga in tutta la sua interezza la qualità narrativa di questo capitolo introduttivo.