Prima di Matrix: il cyberpunk

Rimescolando le carte del cyberpunk le sorelle Wachowski creano il film che anticipa il terzo millennio, influenzando il cinema d'oltreoceano e spingendolo verso una simulazione virtuale sempre più simile al mondo reale

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a cura di Tom's Hardware

Il cielo sopra il porto aveva il colore della televisione sintonizzata su un canale morto.

(William Gibson, Neuromante)

Come molti movimenti della fantascienza il cyberpunk nasce negli Stati Uniti, per la precisione nella prima metà degli anni '80. Prende nome da un racconto di Bruce Bethke intitolato, appunto, "Cyberpunk". Gli esponenti principali del genere sono molteplici, ma tra essi è doveroso citare almeno Bruce Sterling, William Gibson, Lewis Shiner e Greg Bear. Tra gli autori che più hanno influenzato la nascita del genere, i precursori del cyberpunk, meritano attenzione invece George Orwell, James Ballard, Philip K. Dick e Alfred Bester, ma anche William S. Burroughs e Aldous Huxley.

Gli elementi tipici del cyberpunk sono abbastanza semplici da individuare, anche perché sono diventati cronaca ordinaria del terzo millennio - o quasi: la possibilità non solo di essere connessi, ma anche di entrare fisicamente nella rete; l'opportunità di modificare il corpo con innesti cibernetici così da compensare le debolezze umane; la crescente potenza delle multinazionali e delle organizzazioni criminali, in particolare la Yakuza, organizzazione criminale del Sol Levante spesso chiamata anche "mafia giapponese".

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Come ogni genere di successo, il cyberpunk ha successivamente espanso i propri confini al di là della letteratura, arrivando ai fumetti e ai manga (Nathan Never, del quale abbiamo già parlato su Retrocult, Ranxerox del trio Tamburini, Liberatore, Pazienza; Akira; Ghost in the Shell), ai videogiochi (Deus Ex, Oni, Remember Me), alla musica (Cyberpunk è il nome di un celebre album di Billy Idol del 1993, mentre Kid A dei Radiohead richiama molte tematiche cyberpunk nei testi e nelle melodie).Ovviamente, il cinema non poteva non essere contagiato.

Nel mondo della celluloide il genere non ha immediatamente riscosso il successo sperato, riuscendo però col tempo a compiere una vera e propria evoluzione. I film a tematica cyberpunk hanno di fatto invaso le sale di tutto il mondo nei primi anni '90, proprio nel momento in cui in ogni casa cominciava ad arrivare lo stesso ospite: il computer, che portava con sé internet e la possibilità di connettersi alla Rete.

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Il primo esempio di cinema cyberpunk, con qualche stiracchiatura, può forse essere considerato quel Metropolis di Fritz Lang. Tuttavia è negli anni '80 che il genere compie una prima infiltrazione nei cinema, con film come Tron (Steven Lisberger, 1982) e Wargames (John Badham, 1983), divenuto un piccolo oggetto di culto, impossibile poi non citare Blade Runner, capolavoro di Ridley Scott uscito nel 1982 - film con il quale tra l'altro abbiamo inaugurato l'appuntamento settimanale di Retrocult.

È nei primi anni '90 però che il cyberpunk invade le sale cinematografiche. A quel periodo risalgono molti cult del genere, come Hardware di Richard Stanley, Il Tagliaerbe di Brett Leonard, Freejack di Geoff Murphy, Johnny Mnemonic di Robert Longo e Strange Days di Kathryn Bigelow. Ci sono anche i nostrani Jackpot di Mario Orfini e Nirvana di Gabriele Salvatores. Nel frattempo, in Giappone, il movimento conquista il mondo degli anime, dando vita ai lungometraggi tratti dai già citati Akira, uscito nel 1988 per la regia di Katsuhiro ÅŒtomo, e Ghost in the Shell diretto da Mamoru Oshii nel 1995, che sbancheranno i botteghini di tutto il mondo.

Proprio l'anime di Oshii sarà una delle principali fonti d'ispirazione per Matrix, nonché una delle poche chiaramente riconoscibili. Gli argomenti trattati dal film sono infatti moltissimi e si prestano a più letture, per cui è difficile scindere le varie contaminazioni.

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Per molti anni il cyberpunk rimase incompreso nei cinema occidentali, e fu proprio il successo del film delle Wachowski a riportare in auge molte delle pellicole uscite negli anni precedenti. Il successo comunque non fu immediato e, sebbene gli incassi furono oltre i 400 milioni, molti dei guadagni arrivarono dopo, grazie al noleggio (buonanima) delle (compiante) videocassette. Nel 2003 Matrix divenne poi una trilogia grazie all'uscita dei seguiti Matrix Reloaded e Matrix Revolutions. Tuttavia questi due capitoli non hanno replicato il successo del primo, né a livello di critica né di pubblico.

Ultimamente è stato confermato che ci sarà un nuovo capitolo, ma a riguardo lo sceneggiatore Zak Penn (Last Action Hero, Alphas) ha lasciato trapelare soltanto che non si tratterà né di un sequel né di un reboot, ma di un film ambientato nello stesso universo della trilogia.

Che cos'è Matrix?

Ancora non sappiamo chi colpì per primo, se noi o loro. Sappiamo però che fummo noi ad oscurare il cielo. A quell'epoca loro dipendevano dall'energia solare, e si pensò che forse non sarebbero riuscite a sopravvivere senza una fonte energetica abbondante come il sole. [...]Un corpo umano genera più bioelettricità di una batteria da 120 volt, ed emette oltre sei milioni di calorie. Sfruttando contemporaneamente queste due fonti, le macchine si assicurarono a tempo indefinito tutta l'energia di cui avevano bisogno. Ci sono campi, campi sterminati dove gli esseri umani non nascono: vengono coltivati.

(Morpheus a Neo)

Il passato di Matrix resta incredibilmente oscuro ed affascinante anche dopo aver visto tutta la trilogia. Viene in parte spiegato in Animatrix (2003), una raccolta di cortometraggi animati cui parteciparono maestri dell'animazione giapponese e statunitense, tra i quali Andrew R. Jones (vincitore di due premi Oscar nel 2010 e nel 2017), Mahiro Maeda (animatore del mitico Studio Ghibli, della parte animata di Kill Bill: vol.1 e del film di Neon Genesis Evangelion) e Shinchiro Watanabe (Cowboy Bebop).

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Ci viene detto soltanto che in passato ci fu una guerra tra uomini e macchine e che queste ne uscirono vincitrici, creando la matrice affinché tenesse la razza umana prigioniera di una gabbia dorata e invisibile.Morpheus e gli uomini liberi credono che Neo sia un individuo speciale, ovvero l'Eletto, colui che libererà l'Uomo dalle catene. Tuttavia guardando i film cresce il sospetto che la nascita de l'Eletto sia pilotata dalla matrice per fini misteriosi, così come lo sarebbero stati i primi uomini liberi, quelli che fondarono l'ultima città umana di Zion per intenderci.