Moriarty - Il Napoleone del Crimine: la recensione del librogame

La collana di librogame di Watson si arricchisce con un quarto titolo, anche questa volta ispirato al corpus di opere relative al famoso personaggio creato da Sir Arthur Conan Doyle, Sherlock Holmes. Se però, nel precedente titolo Prima con Delitto, il lettore impersonava non già il famoso detective, ma Rebecca Hurley, cugina del Dottor Watson, che affiancava la coppia nelle loro indagini, qui ci si troverà invece dall’altra parte della barricata.

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a cura di Jonny Fontana

La collana di librogame di Watson si arricchisce con un quarto titolo, anche questa volta ispirato al corpus di opere relative al famoso personaggio creato da Sir Arthur Conan Doyle, Sherlock Holmes.
Se però, nel precedente titolo Prima con Delitto, il lettore impersonava non già il famoso detective, ma Rebecca Hurley, cugina del Dottor Watson, che affiancava la coppia nelle loro indagini, qui ci si troverà invece dall’altra parte della barricata.Vestiremo infatti i panni di Moriarty, genio della mala e nemesi di Homes, uno dei pochi rivali da questi affrontati che ha saputo dare filo da torcere all’investigatore più famoso del mondo.

Moriarty, solo Moriarty

Ma chi è Moriarty? Se è quasi impossibile non avere mai sentito nominare Sherlock Holmes, è altrettanto difficile non conoscere Moriarty. Questo personaggio, infatti, ha trovato incarnazione in quasi ogni ulteriore rivisitazione del personaggio di Holmes, nei panni della mente criminale dietro le numerose macchinazioni che l’investigatore si trova a dipanare.In realtà, il personaggio di Moriarty, come originariamente ideato da Doyle, aveva obiettivi ben più modesti. Il Professor Moriarty (come è inizialmente conosciuto, senza nome proprio) appare di “persona”, infatti, solamente in un racconto di Doyle, L’Ultima Avventura, dove avviene la resa dei conti con Sherlock Holmes.Dopo che quest’ultimo ha individuato il ragno che si nasconde al centro della tela di almeno metà dei delitti che avvengono a Londra – un vero e proprio Napoleone del crimine, nelle parole di Holmes stesso – l’investigatore deve lasciare l’Inghilterra per sfuggire ai sicari del Professor Moriarty, che ha costruito per sé un’inattaccabile reputazione di stimato professore di matematica.

Il viaggio di Holmes si concluderà in Svizzera, alle Cascate Reichenbach, dove in seguito ad una lotta corpo a corpo Holmes e Moriarty precipiteranno nelle roboanti acque, come raccontato da uno straziato Watson.Questa avrebbe dovuto essere la prima e unica apparizione di Moriarty e l’ultima di Holmes: il Professore, appunto, era stato creato da Doyle come degno avversario di Homes, in grado di togliere di mezzo l’investigatore che era diventato troppo ingombrante per il proprio autore, i cui interessi si rivolgevano altrove.Tuttavia, Holmes era talmente amato, nonché la creazioni più di successo di Doyle, tanto da costringere l’autore a riportarlo in vita: Moriarty, invece, resterà defunto (anche se vi saranno alcuni accenni a lui in altri racconti), ma la sua fama crescerà con il tempo e tutte le opere derivate, tanto da diventare una sorta di “ombra” di Sherlock Holmes.

Non l'ultima avventura

Il librogame di Costantini prende origine da un ipotetico scenario nel quale Sherlock Holmes non è l’unico ad essere sopravvissuto all’impressionante caduta nelle Cascate Reichenbach.Moriarty è sì precipitato nelle tumultuose acque del fiume, ma fortuna ha voluto che riuscisse ad evitare le frastagliate rocce che lo attendevano al termine del proprio tuffo. Sconvolto e malmesso, Moriarty è riuscito a trascinarsi sino alla riva, dove è stato salvato da misericordiosi passanti.Ha così trascorso un lungo periodo di riabilitazione, sia fisica sia mentale, durato all’incirca due anni.Non appena possibile, abbiamo pensato di ritornare a Londra, pronti a reclamare ciò che ci spettava di diritto. Ma lo scenario che ci aspettava è decisamente diverso da quello che avevamo lasciato. Sherlock Holmes (ancora sotto falso nome dopo la propria “scomparsa”) si era dato da fare, lasciando a Scotland Yard un nutrito dossier con i nomi di molti dei componenti della nostra organizzazione, nonché le prove della loro colpevolezza. Con questo materiale, la polizia aveva provveduto a compiere una rapida ma corposa retata, riducendo drasticamente i numeri della nostra banda criminale.Tra quelli che sono sfuggiti alla cattura, vi sono due nostri luogotenenti, Seamus MacGerald e Sebastian Moran. E’ proprio a quest’ultimo che ci rivolgiamo, non appena giunti a Londra, sicuri che il vecchio complice sia ben lieto del nostro ritorno. Tutto il contrario, invece: Moran e MacGerald si sono praticamente spartiti la torta a metà, senza esclusione di colpi fra loro.

Moran non ha nessuna intenzione di restituirci ciò che ci spetta di diritto, anzi, veniamo pure scacciati in malo modo! Tale mancanza di rispetto non può certo restare impunita!Ma Moriarty non è tipo da restare con le mani in mano. Proprio per un eventualità simile, abbiamo raccolto negli anni ogni tipo di informazioni sulle maggiori personalità britanniche, compresi i nostri scagnozzi, pronte per essere divulgate alla polizia quando necessario.Purtroppo, c’è un inconveniente: la caduta nelle cascate che ci ha visti miracolosamente sopravvivere, non è stata senza postumi. Soffriamo da tempo di dolorosissime emicranie e vuoti di memoria: in particolare, abbiamo dimenticato il luogo in cui è nascosto il nostro archivio segreto. Abbiamo spesso tentato di richiamare alla memoria dove si trovi, ma senza successo.Con rammarico, siamo giunti alla conclusione che – per trovare qualcosa nascosto da una mente diabolica come la nostra – avremo bisogno di qualcuno che sia quasi pari a noi: l’odiato Sherlock Holmes.Non c’è dubbio che egli si sia salvato, ma a quanto pare ha deciso di muoversi nell’ombra per qualche tempo, usando uno dei suoi numerosi alias. Dovremo pertanto, a malincuore, cercare il nostro rivale per chiedergli aiuto a riottenere ciò che è nostro.Ovviamente, le emicranie e le amnesie di Moriarty non sono altro che un espediente narrativo usato da Costantini per poterci fare impersonare un Moriarty “fallibile” sotto molti punti di vista, ma è un’idea sensata che si inserisce bene nello scorrere della storia.

Il regolamento

Il regolamento di Moriarty – Il Napoleone del Crimine non potrebbe essere più semplice da imparare e da usare.Poiché si tratta di un librogame sostanzialmente “investigativo”, il nostro Moriarty non ha punteggi di sorta, né una lista di capacità tra cui scegliere, neppure dei punti vita. Non ci sono dadi da lanciare, carte da estrarre, nessuno spazio per il caso.Ciò che viene messo alla prova durante il gioco non è la nostra fortuna, o le capacità del nostro alter ego, ma è semplicemente il nostro acume e la nostra attenzione. Spetterà, infatti, al lettore e a nessun altro dipanare la fitta rete di enigmi ed indizi nascosti da Costantini tra le pagine del suo libro.Il librogame presenta tre distinte Schede d’Identità, ciascuna per ogni atto, su cui sono già indicati i Codici che è possibile trovare e spuntare nel relativo Atto. Non c’è bisogno di specificare a cosa servono: come ormai è consolidato anche in altri librigame, i Codici servono per tenere traccia degli eventi occorsi durante la nostra partita, in modo che il libro possa riconoscere le nostre azioni e tenere conto delle conseguenza.Completano la Scheda d’Identità degli spazi vuoti, intitolati rispettivamente Oggetti, Persone e Luoghi (nel Secondo Atto, i Luoghi sono sostituiti dalle Domande). Durante il corso del gioco, infatti, potremo (e dovremo, se vogliamo completare con successo il libro!) ottenere quanti più indizi possibile, per comodità divisi nelle tre categorie predette.

Accanto ad ognuno di questi indizi, verrà solitamente indicato un numero positivo o negativo: ciò significa che, quando verremo invitati dal testo (o, in alcuni casi, quando lo riterremo opportuno), non dovremo far altro che aggiungere o sottrarre al numero di paragrafo in cui ci troviamo il numero a cui è collegata la Persona con cui vogliamo parlare, l’Oggetto che vogliamo usare o il Luogo dove vogliamo recarci. Da questa semplicissima operazione matematica, otterremo il numero del nuovo paragrafo da cui proseguire l’avventura.In fondo al libro, sono poi riportati dei documenti, che vanno da lettere a schemi numerici, ad appunti eccetera. Potremo leggere queste Appendici quando verremo indirizzati ad esse dal testo: solitamente dovremo utilizzare queste Appendici come indizi e/o suggerimenti per risolvere gli enigmi in cui ci imbatteremo.Come si può vedere, è un sistema incredibilmente semplice da usare, a patto di essere sempre “sul pezzo” e sapere quando usare o meno un determinato indizio (non mancano anche false piste, diabolicamente create per ingannare il lettore superficiale o disattento).

Tre atti, un librogame

Come già detto, Moriarty: Il Napoleone del Crimine si suddivide in tre Atti, che funzionano anche da veri e propri “checkpoint”. Qualora dovessimo raggiungere una fine prematura in un dato Atto, non avremo, infatti, bisogno di riprendere l’avventura dal principio (anche perché, essendo il nostro percorso essenzialmente determinato solo dalle nostre scelte e non dal caso, potremmo limitarci a compiere pedissequamente e meccanicamente le scelte già prese in precedenza), ma basterà cancellare i Codici e gli indizi ottenuto nella partita e riprendere dall’inizio dell’Atto.Il primo Atto, intitolato Dove scopri di aver perso tutto, ci vede di ritorno a Londra dopo la nostra lunga convalescenza svizzera. Come anticipato, se pensavamo ad un trionfale ritorno in pompa magna come signore incontrastato del crimine londinese, ci aspetta una doccia fredda. Il colloquio con il Colonnello Sebastian Moran non va affatto bene. Il nostro sottoposto si è infatti montato la testa e crede di avere la stoffa di potere gestire la nostra rete di malaffare, pertanto non intende affatto riconsegnarci le redini del nostro impero criminale.

Dovremo pertanto gettare le basi della nostra risalita al potere, indagando tra il sottobosco di Londra in cerca di chi ci è rimasto fedele e, soprattutto, dovremo ripulire il nostro buon nome, macchiato dalle accuse infamanti di Sherlock Holmes. Per far questo, dovremo convincere nostro fratello, il colonnello James, a scrivere ai maggiori quotidiani inglesi delle lettere dove si contesta ogni nostra implicazione nel recente scandalo (in questo modo, riallacciandosi direttamente anche al canone di Doyle). Non dovremo, infine, dimenticare di cercare indizi su dove si trovi l’odiato Sherlock Holmes.Nel secondo Atto, intitolato Dove devi scagionarti da un'infamante accusa (per una volta falsa). dopo avere scoperto dove si trova Holmes, lasceremo Londra a bordo di un battello postale. Poiché, ovviamente, non avremo luoghi da esplorare, in questo atto i Luoghi lasciano il posto alle Domande.Questo perché, durante il lungo viaggio per mare, verremo ingiustamente incastrati da un sicario di Moran per un delitto che non abbiamo commesso. Dovremo pertanto indagare su quanto avvenuto, ponendo le giuste domande ai nostri compagni di viaggio per smascherare l’impostore.Il terzo atto, dal titolo In cui devi riprenderti il tuo impero, vedrà la resa dei conti con chi si è ribellato alla nostra autorità. Non solo dovremo tornare a Londra in compagnia di Holmes, ma dovremo anche recuperare le informazioni segrete che abbiamo accumulato negli anni ed usarle come si deve per garantirci il totale monopolio sul crimine londinese.

Il gameplay nel dettaglio

Come sarà indubbiamente emerso da quanto sin qui esposto, Moriarty è un librogame dove conta il cervello. Il lettore verrà infatti chiamato a ricostruire tutti i tasselli dell’indagine che ci porterà a scoprire dove abbiamo nascosto il nostro pregiatissimo archivio.Spetterà a noi comprendere quando è il momento giusto di visitare un Luogo, usare un Oggetto o convocare una Persona, utilizzando il numero ad essi assegnato. In alcuni casi, sarà il testo stesso a consigliarci in tal senso, ma in altre occasioni spetterà a noi prendere l’iniziativa.Il primo Atto si svolge a Londra, dove una mappa della City ci permette di recarci nei luoghi indicati a nostro piacimento. Ma attenzione: nel corso della nostra indagine, scopriremo altri Luoghi “nascosti” che sarà possibile visitare, mentre altri diventeranno via via inaccessibili mentre progrediamo. La nostra rete di opzioni, pertanto, si espanderà con numerosi rimandi segreti mano a mano che proseguiremo nell’avventura.Attenti però: anche gironzolare senza una meta avrai i suoi risvolti negativi: dovremo, quindi, essere sempre ben consci di ciò che stiamo facendo e, soprattutto, di dove recarci.Il nostro principale obiettivo nel primo Atto sarà quello di porre le basi per il nostro ritorno, sia ricercando fra i componenti della banda sfuggiti alla retata quelli che ci sono rimasti fedeli, sia convincendo nostro fratello, il colonnello James Moriarty, ad inviare alcune lettere ai maggiori giornali inglesi per riabilitare il nostro nome di integerrimo professore di matematica.Il secondo Atto è invece quello più squisitamente investigativo. Poiché lo stesso si svolge interamente sulla nave postale che ci sta conducendo da Holmes, non vi sono Luoghi da visitare. Al contrario, c’è un ricco cast di personaggi, più o meno equivoci, che condividono con noi la traversata. Sin da subito dovremo tenerli d’occhio, prestando la massima attenzione ad ogni loro parola o ad ogni loro gesto, che potrebbero tradire la loro vera natura di agente di Moran messo alle nostre calcagna.Quando sulla nave verrà commesso un atroce delitto, tutti gli occhi si punteranno su di noi che, per una volta, siamo davvero innocenti! Avrà inizio, allora, una vera e propria indagine, dove dovremo recuperare indizi, confrontare testimonianze, porre le giuste domande e ricostruire gli alibi di tutte le persone a bordo. Il modo in cui Costantini ha gestito l'utilizzo degli indizi, l'uso delle Domande e la ricostruzione degli Alibi dei passeggeri è davvero intelligente.Un eccellente intermezzo che, se spezza un po’ lo scorrere dell’avventura, l’arricchisce nel gameplay.

Il terzo Atto ricorda nella struttura il primo, con una nuova mappa di Londra da esplorare, ma con una minaccia in più. Sherlock Holmes, infatti, è tornato, e sicuramente sta cercando in ogni modo di giungere al nostro deposito segreto prima di noi. Dovremo, pertanto, compiere oculatamente ogni scelta, senza attrarre troppa attenzione su di noi, ma al tempo stesso senza tergiversare troppo!Va detto che, in questo librogame, il personaggio di Holmes non è particolarmente sviluppato, restando anzi una sorta di artifizio che, da un lato, consente a Moriarty di ottenere le intuizioni necessarie al suo obiettivo e, dall'altro, ci costringe a muoverci con cautela, senza dare troppo nell'occhio e permettere a Sherlock di incriminarci una volta per tutto.Ciò, ovviamente, è comprensibile: questo è il librogame di Moriarty, e dare troppo spazio al rivale avrebbe sicuramente spostato la luce dei riflettori dal nostro personaggio.In tutto questo, il cuore di Moriarty restano gli enigmi, presenti nel primo e nel terzo atto. La difficoltà è variabile: i primi richiedono solo poca attenzione, ma mano a mano che si prosegue nel racconto, il ragionamento richiesto al lettore cresce di complessità.Per fortuna, l’autore è stato così previdente da inserire, in fondo al libro, dapprima dei Suggerimenti per la risoluzione degli enigmi, e anche le Soluzioni, per chi proprio non riesca a superarli. Si tratta di un ottimo accorgimento, assolutamente necessario in un librogame di tal fatta e si spera, dunque, che anche altri autori di librigame investigativi ne seguano le orme.Solitamente c'è più di un modo per raggiungere lo stesso risultato, dato che l'autore si premura di inserire diversi percorsi alternativi in ciascun atto, che conducono tutti verso una positiva risoluzione... il difficile è trovarli!La principale e scontata debolezza di un librogame giallo è la mancanza di rigiocabilità: una volta risolto l'enigma, non c'è di solito stimolo a rigiocare l'avventura. Costantini ha tentato, non senza successo, di rimediare al problema, nascondendo tra le pagine un "best ending" (che richiede la soluzione di un enigma senza aiuti!) per fornire un'ulteriore sfida anche a chi riesca a concludere con successo l'avventura.

Conclusioni

A chi è indirizzato Moriarty? A chi ama le sfide intellettuali, non vuole tirare dadi su dadi per lasciarsi guidare dalla fortuna e vuole mettersi alla prova con una delle più geniali menti della narrativa.Se volete un librogame ricco di azione, suspense ed adrenalina, Moriarty non fa per voi. Non che manchino l’azione e i colpi di scena, ma per la natura stessa del librogame, non c’è ovviamente il brivido di rischiare di assaltare un castello, uccidere un drago o, semplicemente, rischiare la vita per un colpo di sfortuna.Moriarty: Il Napoleone del Crimine può essere apprezzato anche da chi non conosca particolarmente bene né questo personaggio né quello di Sherlock Holmes, ma è indubbio che il librogame verrà apprezzato meglio tanto più si conosce l’opera di Doyle. Ovviamente, l’autore si è preso le dovute libertà (la più ovvia è la resurrezione di Moriarty), ma sono presenti numerose citazioni alle opere di Doyle (nonché ad altre di Costantini, ma anche al mondo della cultura pop!) che possono essere apprezzate solo da chi conosce la materia.

Una fra tutte: il “nostro” Moriarty non rivela mai il proprio nome di battesimo, esattamente come ne L’Ultima Avventura. Successivamente, Doyle compie della grossolana confusione in merito all’argomento, dapprima parlando di un certo James Moriarty che di professione fa il colonnello o il capostazione, fratello del professore, poi assegnando a quest’ultimo il nome James, e infine, rinominandolo Robert (a riprova della scarsa rilevanza di Moriarty nel progetto iniziale di Doyle). Costantini offre una sua personalissima (e funzionante) ricostruzione della contemporanea esistenza del Professor Moriarty, del colonnello James Moriarty e del capostazione Robert Moriarty.Chi non conosce a dovere l’opera di Doyle, ad esempio, si perderebbe tutto quanto sopra esposto; la qual cosa, in ogni caso, non pregiudica in alcun modo la gratificante esperienza di gioco.Il librogame si rivolge ad un pubblico adulto, o quanto meno adolescenziale, sia per la complessità della risoluzione, sia per gli argomenti trattati. E’ vero che quasi mai Moriarty si macchia le mani, ma i riferimenti ai suoi numerosi crimini (nonché alle fumerie d’oppio e alle case di appuntamenti) si sprecano, rendendo il libro inadatto a un pubblico troppo giovane.