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Mr. Evidence - La prova della tua esistenza, recensione: la verità è nascosta in noi

Mr. Evidence: La prova della tua esistenza, il primo capitolo della nuova saga bonelliana firmata da Adriano Barone e Fabio Guaglione.

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a cura di Manuel Enrico

In sintesi

Mr. Evidence: La prova della tua esistenza, il primo capitolo della nuova saga bonelliana

Un giorno scopriremo quale sia la forza che spinge l’uomo a sondare i misteri dei luoghi più reconditi dell’universo, sfidandolo a compiere imprese incredibili, quando la frontiera più inesplorata è molto più vicina: la mente umana. Ancora oggi, la scienza ammette di non avere pienamente compreso le vere potenzialità della mente umana, un’ammissione che consente di vedere nel cervello umano una ghiotta occasione per imbastire storie capaci di unire al realismo della quotidianità sfumature più fantasiose, capaci di vedere proprio in quel mistero annidato nel nostro cranio una fonte pressoché inesauribile di ispirazioni. Lo dimostra nuovamente  uno dei titoli più recenti di Audace, etichetta di Sergio Bonelli Editore dedicata al circuito librario, Mr.Evidence. La prova della tua esistenza, primo volume della serie realizzata Adriano Barone e Fabio Guaglione, promette di essere una lettura magnetica che gioca in modo mirabile sulle potenzialità, anche inespresse, della mente umana.

Dopo averci portati nel thriller alla Lynch con Il Confine, nella distopia straziante di 10 Ottobre o nel racconto fantascientifico (K-11) e in quello storico (Nero), Audace si affida alla carica narrativa di due autori come Adriano Barone e Fabio Guaglione per presentare ai propri lettori un racconto che si affida a uno spunto delicato per intraprendere il primo passo: la malattia mentale. Compito non semplice, ma che può contare sulla personalità autoriale di un duo che, assieme, ha già mostrato una certa visione netta delle possibilità della narrazione, come dimostra nella realizzazione di un progetto crossmediale come Ride. Sia Barone che Guaglione hanno all’attivo una ricca produzione che ha spaziato sia nei generi che nella forma, passando dalla narrativa eroica e supereroica (Barone è attualmente in libreria anche con l’apprezzato Nathan Never/JLA: Doppio Universo) alla rivisitazione di generi più inquietanti come la possessione, di cui recentemente Guaglione ha dato la propria interpretazione con Carisma: La scienza dell'anima.

Mr. Evidence: La prova della tua esistenza, il primo capitolo della nuova saga bonelliana

Questa comunione di intenti tra i due autori prende forma con il primo volume di Mr. Evidence: La Prova della tua esistenza, in cui la loro grinta autoriale affronta con piglio sensibile e intrigante la sempre delicata tematica dei disturbi mentali. la narrativa tradizionale, schiava di una certa mentalità, ha portato alla creazione di una visione monolitica delle mattie mentali. Storicamente associate a devianze folkloristiche nei secoli bui, divenendo poi oggetto di progressive analisi durante l’evoluzione della scienza medica, la scoperta delle complicate meccaniche della mente umana si è rivelata una vera e propria frontiera, tanto per la scienza quanto per la narrativa. Man mano che la medicina svelava sempre più misteri del funzionamento del computer biologico che abbiamo nel nostro cranio, le ipotesi scientifiche sulle incredibili potenzialità della mente umana, dai casa conclamati alle più sfrenate ipotesi, ha condotto alla nascita di un complesso corpus narrativo che ha visto nel rapporto con la nostra mente una vasta gamma di esperienze.

Dall’analisi clinica resa celebre da pellicole come Qualcuno volò sul nido del cuculo a più fantastiche interpretazioni che hanno visto la nostra mente divenire la fonte di poteri incredibili. Da un approccio più realistico alle più sfrenate fantasie che hanno visto negli insondabili misteri della mente umana una scintilla narrativa poliedrica, una radice narrativa che arriva anche nell’ultima proposta della scuderia bonelliana. Affidata all’estro di due narratori dalla spiccata personalità come Barone e Guaglione, la mente umana non poteva rimanere una struttura monolitica, ma era destinata a divenire la forza trainante di una storia che sappia continuamente ampliarsi, infrangendo gli apparenti limiti entro cui si muovono i personaggi.

Il Mulholland Institute è un centro di cura per disturbi mentale all’avanguardia, gestito dalla dottoressa Karla Samsa. Nella struttura sono in cura anche quattro pazienti: Adam (affetto da una strana forma di assenza di personalità), Philip (colpito da una malattia che sin dalla nascita ha deformato la sua pelle rendendola squamosa, obbligandolo a vivere costantemente fasciato da bende), Alexandra (giovane donna dal piglio violento, priva di percezione del dolore), Frederick (maniaco del controllo, dotato di uno spiccato di osservazione e di una mente analitica portentosa). All’interno dell’istituto, queste quattro anime seguono una routine di cura che viene interrotta quando un quinto personaggio rivela loro di aver intuito come ci sia qualcosa nel Mulholland Institute che stona con quanto viene loro detto. Una rivelazione che innesca un meccanismo di indagine e ricerca della verità che promette di spingere il quartetto ben oltre i confini dell’istituto.

Trama che già dalle prime battute promette di non rimanere vincolata allo spazio chiuso del Mulholland Institute, ma che lascia intendere come le vite di questi quattro personaggi siano destinate a muoversi oltre questo ambiente compresso. Idealmente, potremmo concepire i muri del Mulholland Institute come la metaforica prigione in cui i personaggi stessi si sono rinchiusi per via delle proprie patologie, ma nelle parole di Fabio Guaglione, raccolte durante una nostra intervista prima di Lucca Comics & Games 2022, si evince come dopo La prova della tua esistenza, Mr. Evidence sia pronto a spingersi verso nuove direttrici narrative:

Il concept di base è di Fabio Resinaro, ovvero una serie crime che avesse per protagonisti quattro individui disfunzionali che trovano nelle indagini di casi particolarmente complessi la loro funzionalità. Un team di quattro Sherlock Holmes borderline, diciamo. Abbiamo preso questo concept, abbiamo evoluto l’orizzonte narrativo sconfinandolo nel drama e nello spy (anche se nel primo volume ancora non si evince) e mentre ci lavoravamo ci siamo detti che sarebbe stata un’occasione meravigliosa per dar vita a personaggi molto contemporanei, ovvero caratterizzati più dai loro disagi psicologici che dai loro punti di forza. In questo senso, è vero che non sono protagonisti tradizionali, ma in un certo senso ognuno di loro incarna una debolezza archetipica dell’animo umano. Insomma, sono freaks in cui speriamo che i lettori si possano riconoscere e rispecchiare.

Con La prova della tua esistenza si assiste a una delle più riuscite opere di set up viste di recente. L’avvio di una serie porta sempre gli autori a dover affrontare lo scoglio del primo passo, dove catturare l’interesse di lettori preservando lo spirito del racconto lasciando emergere potenzialità future diventa un delicato gioco di equilibri. Nell’approcciarsi alla costruzione del loro mondo immaginario, Barone e Guaglione, partendo da un’intuizione di Fabio Resinaro, si fanno carico del rischio di non accelerare i tempi per dare ai lettori una più comoda ma potenzialmente debole prima impressione di Mr. Evidence, preferendo al contrario dedicare una cura prossima al maniacale nel dare vita alla personalità dei protagonisti.

I limiti della mente vanno infranti

Decisione che, per quanto possa inizialmente spiazzare lasciando la sensazione di trovarsi di fronte un ricco preambolo anziché a un primo capitolo vero e proprio, si rivela decisamente convincente. Avendo scelto di ambientare il primo capitolo di questa serie in un ambiente regolamentato da alcuni vincoli narrativi come un centro di cura, Barone e Guaglione hanno lavorato sul perfetto ritratto delle problematiche del quartetto protagonista, non limitandosi a un mero approccio descrittivo delle patologie in gioco, ma contestualizzandone con accortezza all’interno della vita nel Mulholland Institute, intrecciando quindi un complesso ma vivido rapporto umano tra i personaggi e le figure che ruotano attorno alla loro quotidianità.

L’elemento scatenante che vediamo in La prova della tua esistenza è un punto di rottura nella quotidianità dei protagonisti. Nella prima parte del volume, infatti, i quattro personaggi sono presentati, anche tramite un uso delle didascalie particolarmente ispirato, come entità a sé stanti, prive di un vero e proprio contatto relazionale tra loro. Solo in seguito al casus belli di Mr. Evidence si crea un’inizialmente complessa dinamica emotiva tra i quattro protagonisti, imbastita sulla difficoltà dei singoli individui di affrontare le proprie patologie nel tentativo di creare un meccanismo di convivenza con gli altri membri del quartetto.

A valorizzare l’avvolgente trama di questo starting point di Mr. Evidence sono i disegni di Fabrizio Des Dorides. La connotazione mentale dei personaggi non richiede solamente un’espressività palesata dai dialoghi, ma necessariamente si affida a un accorto uso della comunicazione non verbale, dove piccole gestualità e tensioni del corpo sono strumenti ottimi per veicolare l’emotività dei personaggi. Fabrizio Des Dorides sin dalle prime tavole lavora con intelligente sensibilità nel coinvolgere il lettore in modo epidermico, come mostra la tavola in cui Adam sembra cercare un contatto umano oltre i limiti della pagina, con un punto di vista che sembra quello di uno spettatore fisicamente presente davanti al personaggio. La centralità di questo approccio grafico, ulteriormente impreziosito dalla colorazione opera di un team artistico di primo piano (Stefania Aquaro, Alessia Pastorello, Adele Matera, Beatrice Galli), viene presentata con precisione da Barone:

Fabrizio non è stato solo preciso, è stato straordinario. Mi viene da dire che l’impegno che ha messo nei disegni del n. 1 eccede la professionalità e ha dell’eroico: io e Fabio siamo stati ossessivi oltre la decenza nel dettagliare quale dovesse essere il body language e quali dovessero essere le espressioni del viso dei vari personaggi e lui ha realizzato questa visione in modo mirabile. Questo perché Mr. Evidence è un fumetto investigativo, quindi nonostante ci siano scene d’azione, molta parte di esso è costituito da dialoghi: e questi dialoghi sono molto articolati e sono super caratterizzati, ogni personaggio ha una propria voce chiara e distinta. E questi dialoghi andavano supportati da disegni che raccontassero il personaggio, appunto tramite postura del corpo ed espressioni dei volti.

Impreziosito da una copertina realizzata da Carmine di Giandomenico, Mr. Evidence: La prova della tua esistenza viene presentato da Bonelli nel tradizionale formato di Audace, ovvero dimensione generose di derivazione franco-belga, che premiano la bellezza delle tavole. Come già apprezzato in altre proposte di Audace, anche per Mr. Evidence al lettore viene offerto un valido comparto redazionale, che oltre alla presenza di uno sguardo dietro le quinte dell’opera regala una presentazione dei quattro protagonisti che valorizza non solo quanto appena letto, ma lascia emergere loro caratteristiche che rappresentano interessanti elementi per il futuro della serie.

Voto Recensione di Mr. Evidence: La prova della tua esistenza



Voto Finale

Il Verdetto di Tom's Hardware

Pro

  • - Premesse intriganti e ben orchestrate

  • - Intensa opera di set up

  • - Personaggi umanamente coinvolgenti

  • - Disegni in linea con il forte tenore emotivo

  • - Edizione curata e ricca di extra

Contro

  • - Non pervenuti

Commento

Con La prova della tua esistenza si assiste a una delle più riuscite opere di set up viste di recente. L’avvio di una serie porta sempre gli autori a dover affrontare lo scoglio del primo passo, dove catturare l’interesse di lettori preservando lo spirito del racconto lasciando emergere potenzialità future diventa un delicato gioco di equilibri. Nell’approcciarsi alla costruzione del loro mondo immaginario, Barone e Guaglione, partendo da un’intuizione di Fabio Resinaro, si fanno carico del rischio di non accelerare i tempi per dare ai lettori una più comoda ma potenzialmente debole prima impressione di Mr. Evidence, preferendo al contrario dedicare una cura prossima al maniacale nel dare vita alla personalità dei protagonisti.

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