Nicolas Eymerich Inquisitore - Il Sabba Nero, la recensione del librogame

Primo capitolo della collana Dedalo, Il Sabba Nero è ispirato ai romanzi di Valerio Evangelisti, e ne condivide il protagonista, l' Inquisitore Nicolas Eymerich. Nella Francia del 1359, dovremo sventare, nei panni dell'implacabile inquisitore, un complotto diabolico che getta ombre cupe sul futuro della cristianità.

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a cura di Jonny Fontana

Lucca Comics & Games 2019 ha visto il lancio sul mercato di una nuova serie di librogame Vincent Books – Raven Edizioni, Dedalo. Il Sabba Nero segna l’approdo dei librogame della serie Dedalo su carta stampata. La collana, infatti, ha dapprima visto la luce come serie di ebook sotto l’egida delle edizioni Tombolini. Dopo una breve pausa, Raven è intervenuta per permettere la rinascita della serie. Il volume con il quale si apre la serie vede come protagonista un personaggio ben noto al mondo letterario, ovvero l’Inquisitore Nicolas Eymerich, creato da Valerio Evangelisti. Eymerich è ormai protagonista di una decina di romanzi e persino di una trilogia di videogiochi; è, quindi, solo naturale che il nuovo capitolo della saga unisca letteratura e interazione tramite un librogame, che ha ricevuto piena approvazione da Evangelisti in persona.

Dedalo e il suo labirinto

Nell’ottima introduzione di Stefano Rossini, viene delineata la mission di Dedalo. Secondo il mito, l’abile artigiano Dedalo fu incaricato dal Re di Creta, Minosse, di costruire il famigerato Labirinto nel quale imprigionare il feroce Minotauro, creatura ibrida nata dall’unione della Regina Pasifae ed un toro dedicato al dio Poseidone. Quest’ultimo, offeso per il mancato sacrificio dell’animale, fece sì che la regina si invaghisse del toro e desse alla luce una creatura mostruosa, affamata di carne umana.Il labirinto di Dedalo è talmente famoso, che nella nostra lingua il nome del suo architetto ne è persino divenuto un sinonimo. E il termine labirinto (o dedalo) ben si adatta ad un librogame, che altro non è che un labirinto di carta, nel quale la storia non si svolge in modo lineare dall’inizio alla fine, ma si avvolge su se stessa, con false piste e vicoli ciechi.

Nata nel 2018 come collana di narrativa interattiva unicamente digitale, pensata per l’utilizzo senza alcun supporto esterno (vuoi carta e penna, o dadi e simili), Dedalo si caratterizza per avere sempre avuto regolamenti agili e facili da memorizzare, in modo da poter essere giocata sul proprio dispositivo di lettura, praticamente ovunque ci si trovi.Dopo tre uscite digitali con edizioni Tombolini, Dedalo approda sul cartaceo grazie a Vincent Books, con il primo di dodici librogame già pianificati. Anche questa nuova veste cartacea di Dedalo persegue le intenzioni già esplicitate. Il regolamento è infatti facilissimo da gestire, con un unico punteggio da aggiornare ed un equipaggiamento in cui inserire gli oggetti che andremo a recuperare. Niente scontri fisici e complicate schede personaggio. Il centro dell’azione è, infatti, la complessa indagine in cui Eymerich si troverà invischiato, e che dovremo sventare grazie agli indizi raccolti, a brillanti intuizioni e alla logica razionale dell’Inquisitore.

Nicolas Eymerich, chi era costui?

Esistono almeno due Nicolas Eymerich, il personaggio storico e il personaggio letterario. Il personaggio storico nasce nel 1320 a Girona, in Spagna. Frate domenicano, diventerà uno dei più zelanti agenti della Sacra Inquisizione, tanto da venire nominato Inquisitore Generale del Regno d’Aragona. Il suo contributo più importante alla sua discutibile causa è la redazione di un vero e proprio manuale per gli inquisitori, il “Directorium Inquisitorium” del 1378.Il personaggio letterario (che trae palesemente ispirazione da quello storico) nasce, invece, dalla penna dello scrittore Valerio Evangelisti nel 1994, con la pubblicazione del romanzo Nicolas Eymerich, Inquisitore: il libro valse al suo autore il Premio Urania di quell’anno.In Nicolas Eymerich, Inquisitore l’autore presenta tre diverse storie che si svolgono su tre differenti linee temporali, ma che risultano indissolubilmente intrecciate. Nell’Aragona del 1352, il frate domenicano Nicolas Eymerich è stato appena nominato Inquisitore generale e già si trova coinvolto in un mistero che ruota attorno alla sopravvivenza dell’antico culto pagano della dea Diana.Negli Stati Uniti del ventesimo secolo, il fisico Marcus Frullifer ha teorizzato la possibilità del viaggio tramite astronave, grazie alla sola forza della mente del suo equipaggio. Infine, nel 2194, un’astronave a propulsione mentale sta per partire verso un lontano e sconosciuto pianeta, con un misterioso frate fra il suo equipaggio...

Chi non conoscesse proprio nulla della saga di Eymerich (nonostante la stessa sia cresciuta con costanza nel corso degli anni), non deve assolutamente preoccuparsi: non è per niente necessario avere familiarità con l’Inquisitore per godersi il primo librogame che lo vede protagonista.Tuttavia, va innanzitutto chiarita una cosa: Eymerich non è affatto l’eroe tipo che siamo abituati a interpretare. Non è né un avventuriero in cerca di fortuna, né un paladino delle forze del bene (almeno, non nel senso in cui lo intendiamo noi).Al contrario, è un uomo dal temperamento duro e schivo, senza traccia di amore e compassione. Poco avvezzo alla pazienza, detesta (oltre agli insetti) ogni forma di contatto fisico. E’, però, quasi brutale nel perseguire lo scopo dell’intera sua esistenza: dare la caccia ai nemici (veri o presunti) della Chiesa. Anche se la personalità dell’Eymerich che andremo a impersonare pare essere forse leggermente edulcorata rispetto a quella che traspare nelle opere di Evangelisti, va assolutamente riconosciuto il coraggio da parte dell’autore Trenti nell’avere scelto come protagonista del proprio librogame un personaggio complesso da descrivere e da gestire come il famoso Inquisitore.

La missione di Eymerich

Il volume si apre con una visione (oppure è la realtà?) onirica che vede coinvolto Eymerich. L’inquisitore si trova spaesato, in un’oscurità pressoché totale, tra punti di luce e incomprensibili marchingegni.Quando finalmente sembra tornare in sé, veniamo a sapere che è l’Anno del Signore 1359, ed Eymerich si trova in una locanda nelle campagne francesi. Sul suo letto incombe l’allampanata figura di un confratello, il frate dominicano Elguerrand Elzevier.Quest’ultimo è venuto a conoscenza di un allarmante fatto avvenuto nei pressi di un villaggio francese, che si riallaccia agli eventi contenuti nella lettera pontificia di Papa Benedetto XXII. Nel 1320, nelle terre di Francia, si verificarono fenomeni inspiegabili, quali eclissi di sole e luna e palle infuocate cadute dal cielo. Dopo un assalto alle abitazioni dei giudei della zona, venne recuperato, dalla casa di un certo Bananias, uno scrigno contenente un sigillo blasfemo e un messaggio misterioso. Quest’ultimo era una lettera rivolta a vari sultani musulmani, in cui l’ebreo narrava di un accordo stretto tra islamici e giudei sin dall’anno 6294 del calendario giudeo. Tale accordo prevedeva che gli ebrei, con la collaborazione dei lebbrosi, avrebbero avvelenato pozzi, cisterne e fontane dei cristiani, per spianare la strada alla futura invasione musulmana. Tuttavia, il presunto attentato fallì ed il piano non venne portato a termine.Elzevier continua il proprio racconto, comunicando a Eymerich come, solo qualche giorno prima, nel villaggio di Villedubert, sia stato trovato il cadavere di un moro, tra i cui averi è stato recuperato un oggetto che getta una luce inquietante sul futuro della cristianità: una pergamena che sembra richiamare proprio il misterioso complotto dei veleni di quarant’anni prima.

Eymerich è lesto a rendersi conto di come la data citata da Bananias, espressa secondo il calendario giudeo, sia palesemente assurda, dato che secondo il calendario cristiano la data corrisponderebbe a quella dell’Anno del Signore 2534 e quindi di un futuro assai lontano. Tuttavia, la minaccia è comunque abbastanza verosimile da richiedere un’indagine: poiché è probabile che anche alcuni cristiani siano coinvolti, trattasi di materia per la Sacra Inquisizione.Eymerich, pertanto, si decide a raggiungere Villedubert, il villaggio dove è stato ritrovato il cadavere del moro. Se però pensava di aver a che fare con un tranquillo paese adagiato nelle sonnacchiose campagne francesi, le sue illusioni verranno ben presto infrante. Il villaggio, infatti, nasconde molti più segreti e minacce di quanto preventivato.

Non solo rimangono ancora nell’aria gli strascichi della grande peste di qualche anno addietro, che è stata particolarmente letale nelle zone circostanti Villedubert, ma le campagne vicine sono battute da numerosi routiers (banditi) che si dice abbiano un accampamento in zona. Come se non bastasse, gira voce che nei dintorni si aggiri pure (almeno) una strega.

Una indagine fra misteri e pericoli

E’ in questa rete di misteri e inganni che Eymerich si trova invischiato all’inizio del suo viaggio. Potremo decidere se effettuare la nostra indagine in veste ufficiale (facendo valere pertanto la nostra autorità di Inquisitore) oppure in incognito (tentando di mescolarci alla popolazione senza dare nell’occhio). Solo una volta ottenuto il fondamentale indizio sull'identità del possibile capo del complotto, ci sarà permesso di lasciare il villaggio, per continuare l’indagine nella foresta circostante.Man mano ci addentreremo nella rete del complotto, ci renderemo conto che lo stesso non solo si espande per l’intera Europa, ma travalica anche i limiti del Tempo. Anche il tempo stesso, in un certo senso, entra a far parte di questo librogame. E’ possibile che la nostra indagine si avvolga su se stessa, intrecciando presente, passato ed un cupo futuro di guerra eterna come un serpente avvolto sulle proprie spire (e dimostrando che l’autore ha deciso di seguire – sebbene ovviamente in misura minore - l’esempio tracciato da Evangelisti nel suo romanzo d’esordio).Come se non bastasse, anche dopo avere scoperto l’identità dell’Uomo di Ferro, ovvero colui il quale pare essere il pianificatore del complotto, non è detto che la nostra avventura sia terminata… Potremmo infatti renderci conto che non tutti i nodi sono stati sciolti, e quindi procedere con una indagine conclusiva per tirare le somme, oppure decidere di avere raggiunto un più o meno completo successo e tornare in Spagna con il dubbio di avere del tutto sventato il piano ordito dai numerosi nemici nascosti.Poter parlare più chiaramente di come la trama si contorca abilmente su sé stessa, dipanandosi un poco alla volta, e di come a ogni rivelazione ne segua una ancora più grandiosa è impossibile senza fare spoiler, ma giungere alla fine del volume dopo aver realizzato di avere scoperto tutto ciò che l’avventura aveva da offrire e avere finalmente inserito ogni pezzo del puzzle nel suo giusto tassello, è davvero una delle più soddisfacenti esperienze dei recenti librogame.

Il sistema di gioco

Come già anticipato, la collana Dedalo, già nella propria fase esclusivamente digitale, aveva fra i propri obiettivi quello di presentare librogame con un regolamento snello e con poche varianti da memorizzare, tanto che avrebbe potuto essere giocato solamente con il supporto mnemonico del lettore e senza alcun elemento esterno.Tale intento prosegue anche con Il Sabba Nero. Infatti, Eymerich dispone di una sola caratteristica, la Volontà, che può raggiungere un massimo di 30 punti. Tali punti possono essere spesi per “forzare” un’azione: ad esempio, per convincere qualcuno a fare qualcosa per noi, per resistere ad una tentazione particolarmente allettante o anche per eseguire qualche sforzo di natura fisica (non bisogna dimenticare che Eymerich non è un guerriero, ma un letterato e come tale non particolarmente versato nelle doti atletiche).Ciò significa che non potremo perdere per mancanza di punti vita o altro; l’unico modo in cui potremo terminare prematuramente la partita, infatti, è a causa delle famigerate instant death che, fortunatamente, non derivano in alcun modo da scelte casuali ma possono sempre essere intuite ed evitate con un’attenta disamina di tutti gli indizi disseminati nel testo.Il fatto che la Volontà sia l’unico punteggio a disposizione di Eymerich non è casuale. E’, al contrario, fedele al personaggio di Evangelisti e a una visione quasi nietszchiana della volontà dell’Inquisitore, in grado di avere ragione non solo delle persone, ma anche degli eventi, fino a interi secoli di distanza; a riprova che, per l’Inquisitore, nulla accade per caso, ma ogni evento fa parte dell’imperscrutabile e misterioso disegno di Dio. Oltre alla Volontà, ci sarà richiesto di prendere nota dei vari oggetti che potremmo recuperare lungo il cammino, identificati da una iniziale in maiuscolo.

Zero dadi, solo abilità

Anche l’aleatorietà è abolita: niente dadi o altri strumenti alternativi per determinare un risultato casuale. Tale aspetto si sposa perfettamente con la natura investigativa del libro. La attenta lettura di ogni paragrafo, infatti, ci permette di ottenere tutte le informazioni di cui avremo bisogno. A volte tali informazioni sono esplicite, come un numero o un nome; a volte vanno ricavate tramite la risoluzione di un enigma logico; altre volte ancora, sono celate all’interno del testo e ci sono state suggerite in altri paragrafi.Completare il gioco non è facile, in quanto richiede una certa attenzione e logica deduttiva. Tuttavia, l’intreccio è stato così sapientemente costruito che è tranquillamente possibile terminare con successo la partita senza aver mai speso neppure un punto Volontà!Al termine dell’avventura vera e propria, è inserita una sezione conclusiva che strizza palesemente l’occhio alle “imprese” o “achievement” che sono diventate un elemento sempre più presente nei videogiochi moderni. Trattasi, come dice il nome, di imprese non sempre necessarie a terminare con successo l’avventura principale, ma che lasciano intuire se siamo stati in grado di scoprire tutto ciò che il volume aveva da offrirci o se qualche segreto è rimasto ancora nascosto tra le sue pagine.Alcuni di questi obiettivi verranno probabilmente completati senza sforzo durante l’indagine principale, ma alcuni richiedono un pensiero laterale e non convenzionale, e possono essere raggiunti solo tramite alcune opzioni davvero particolari.Esattamente come per le controparti videoludiche, tali obiettivi supplementari sono perfetti per garantire la rigiocabilità del volume e fregiarsi del titolo di completista.L’autore dimostra di essere in grado di giocare sapientemente con il medium da lui prescelto, vuoi per il modo in cui gli indizi sono disseminati, vuoi per il modo in cui sono posti gli enigmi.Ad esempio, un enigma particolarmente complicato, ci suggerisce – in un determinato momento – “di vedere le cose lungo una diversa posizione”. Ebbene – se temete di ricevere uno spoiler, saltate direttamente al prossimo paragrafo – la prima soluzione che potrebbe venire in mente è quella di guardare semplicemente al numero di paragrafo da una diversa posizione, ovvero da destra a sinistra… ma l’autore va oltre a ciò, e costringe il lettore a leggere il paragrafo dall’alto in basso, per scoprire il numero nascosto tra le iniziali dei capoversi. L’autore dimostra così non solo una piena padronanza del complicato intreccio della trama, ma spinge anche al massimo la componente ludica concessagli dal semplice regolamento.

Un ultimo boccone

Ma non è finita qui. Dopo la galleria di achievement e le parole di commiato dell’autore, sono presenti non solo una rapida bibliografia delle opere consultate da quest'ultimo, ma anche un brevissimo minigioco.Infatti, l’edizione 2019 del Modena Play ha visto, in collaborazione con il maggior portale italiano di librogame, Librogame’s Land, la prima edizione del Fogliogame, concorso al quale hanno partecipato tantissime opere, composte in pratica da un librogame scritto su un solo foglio. Tutti i volumi Dedalo, a quanto pare, presenteranno in appendice uno di tali minuscoli librogame, attentamente scelti tra i migliori presentati.Apre le danze Apollo ‘19, realizzato da Gianmario Marelli ed Elisa Pasquini, un mini librogame da giocare in due, relativo al bizzarro incontro tra un astronauta e un alieno e sulle difficoltà della comunicazione.

A chi si rivolge il Sabba Nero

Il Sabba Nero risulta essere rivolto verso un pubblico più adulto di quello a cui sono soliti rivolgersi i librogame. Ciò è dovuto non solo dal fatto di aver come protagonista un personaggio ambivalente come Eymerich (al quale potremmo fare compiere azioni più o meno efferate) ma anche dalla presenza di alcune scene sessuali che, sebbene non del tutto esplicite, sono descritte con dovizia di particolari e colorite metafore.Anche l’aspetto stesso dell’opera ne lascia intuire il pubblico più adatto. Il Sabba Nero, infatti, si presenta, tra tutti i librogame recenti, quello con il formato che rispecchia più da vicino il formato tascabile dei vecchi EL. A ciò deve aggiungersi, con rammarico, la mancanza di illustrazioni a piena pagina. Sono presenti, infatti, solamente immagini riempitive tra un paragrafo e l’altro. Se le illustrazioni sono ormai entrate a far parte del corredo imprescindibile dei librogame, la loro assenza nel caso di specie cementifica il taglio più adulto che si è voluto dare al volume.Il libro, ovviamente, può essere particolarmente apprezzati dagli appassionati di Eymerich, che si trovano ad avere fra le mani una vera e propria nuova avventura del loro Inquisitore preferito. Un’ultima parola va spesa sulla colonna sonora ideale dell’avventura. Il titolo del volume, infatti, si riferisce ambiguamente non solo al famoso raduno di streghe della tradizione, ma anche alla nota band metal, i Black Sabbath.I testi delle più famose canzoni del gruppo sono stati disseminati qua e là nel testo e, per i patiti del metal, viene così presentata un’ulteriore caccia al tesoro nascosta tra le pagine del libro. Molto particolare, ad esempio, è il testo della litania cantata da una congrega di flagellanti...

Conclusioni

Il volume che apre questa seconda rinascita della serie Dedalo, lo fa con il botto. Astuta e al tempo stesso coraggiosa la scelta di sfruttare come protagonista un personaggio – già ben noto nel campo della narrativa, ma con particolari risvolti che lo allontanano dal tipico eroe dei librogame - come l’Inquisitore Nicolas Eymerich.Il Sabba Nero è un’opera volutamente adulta, che mette subito alla prova l’attenzione e la logica del giocatore. La trama si svela poco a poco, man mano che recuperiamo indizi relativi al complotto dell’Uomo di Ferro; ma per ogni scoperta, emergono ulteriori personaggi che sembrano tessere le fila di macchinazioni sempre più inquietanti.L’autore spinge all’estremo tutta la flessibilità che gli è concessa dal medium della letteratura interattiva, manipolando a piacimento e con abilità le linee dello spazio e del tempo, fornendo un’avventura che (esattamente come nel romanzo Nicolas Eymerich, Inquisitore), si conclude (o comincia?) in un tempo e in un luogo assai lontani da quelli in cui ha avuto inizio.