Oscar Draghi Urania: Racconti di Arthur C. Clarke, la fantascienza che ha fatto storia

La nuova collana Oscar Draghi Urania inizia la sua avventura con un volume antologico imperdibile: Racconti di Arthur C. Clarke

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a cura di Manuel Enrico

Credo siano pochissimi gli appassionati di fantascienza italiana che non hanno mai affondato il naso in un Urania. La leggendaria pubblicazione di casa Mondadori è da decenni il simbolo della fantascienza per i lettori italiani, capace di ospitare i grandi nomi stranieri della letteratura d’anticipazione e di offrire l’occasione di farsi conoscere ai promettenti autori italiani. Una tradizione simile meritava il giusto tributo, che ha preso ora la forma degli Oscar Draghi URANIA, la nuova collana di Mondadori che ripropone il meglio della fantascienza in edizioni maestose. E se è vero che il primo passo è il più importante, allora non si poteva cominciare in modo migliore: Racconti di Arthur C. Clarke.

Arthur C. Clarke è probabilmente uno degli autori più importanti per la fantascienza, ma al contempo uno dei meno ricordati e noti. Spesso si fanno i nomi di Isaac Asimov, di Heinlein e Dick, nomi preceduti da una produzione letteraria di tutto rispetto, ma che raramente hanno saputo creare una narrativa fantascientifica che si coniugasse al meglio con la propria carriera scientifica.

Ocar Mondadori Draghi URANIA inizia la sua avventura con Racconti di Arthur C. Clarke

Clarke, invece, ha quasi vissuto due parallele, in cui lo scienziato brillante si alternava allo scrittore appassionato. Da sempre appassionato di scienza, nel 1938, appena ventunenne, viene assunto dalla British Interplanetary Society, diventando sempre più appassionati delle nuove idee sull’esplorazione spaziale. Durante la Seconda Guerra Mondiale, serve come ufficiale nell’aviazione britannica, partecipando attivamente ai primi esperimenti con i radar e le tecniche avanzate di atterraggio cieco. Questa formazione scientifica e tecnica è fondamentale per Clarke, che al termine della guerra teorizza la possibilità di mettere in orbita geostazionaria dei satelliti per le comunicazioni (nell’articolo Extra-terrestrial Relays), anticipando di quasi due decenni quello che poi divenne la prassi. La sua intuizione fu tale, che nel 1945 l’orbita geostazionaria a 42.000 km viene ribattezzata dall’Associazione Astronomica Internazionale, Orbita di Clarke.

E parlando di parallelismi, nell’anno di un simile riconoscimento, Clarke scrive il suo primo racconto, Spedizione di soccorso (Rescue mission), che verrà pubblicato solo l’anno successivo su Astounding Science Fiction. È il primo passo di quella che diventerà una ricca produzione che oltre a gran quantità di racconti regalerà agli appassionati di fantascienza delle pietre miliari come Incontro con Rama o 2001: Odissea nello spazio.

La produzione di Clarke ha attraversato lo scorso secolo, un periodo in cui la scienza ha spesso superato la fantascienza, mettendo gli scrittori a confronto con le loro idee sul futuro. Alcuni autori sono riusciti a cogliere, o forse ispirare, quelli che sarebbero stati i passi successivi del progresso tecnologico, ma parlando di Clarke ci si trova di fronte ad una mente che aveva una visione futura dell’umanità incredibilmente vicina alla sua versione reale. Non è un caso che Fabio Feminò abbia intitolato L’uomo che guardava al futuro  il suo breve saggio al termine di Racconti di Arthur C. Clarke, rendendo onore alla perspicacia con cui l’autore inglese disegnava un futuro che lui poi vide diventare presente e passato.

Tratto distintivo di Clarke è il volere realizzare una fantascienza che sia credibile, che lasci nel lettore la sensazione che quanto letto sia a pochi anni di distanza. Non esistono racconti di Clarke che si ambientino in epoche lontane, tutto avviene a pochi decenni dal nostro presente (o meglio, dal suo presente di allora). È una cifra stilistica importante, che denota un rigore scientifico, pienamente rappresentata da ciò che Clarke scrisse nella prefazione del suo Le fontane del paradiso

“Lo scrittore ha il dovere di separare, nelle sue opere, ciò che è reale da ciò che è frutto della fantasia. Lo scrittore di fantascienza ha questo stesso dovere, ma elevato al quadrato”

E in questo, Clarke non ha mai disilluso le aspettative. La sua fantascienza vede sempre come protagonista un’umanità intenta a dominare cosmo e scienza utilizzando il proprio ingegno, affrontando problemi spesso apparentemente insormontabili facendo ricorso ad intelligenza e spirito d’adattamento, guadagnandosi la conquista in modo inequivocabile. La contropartita, volendo trovare un difetto, è che raramente ci sono grandi vicende umane nelle sue storie, focalizzate sull’aspetto ‘meccanico’ di queste immagini dal futuro, lasciando però trapelare una sincera e genuina emozione quando i suoi protagonisti (quasi sempre modellati sul prototipo del gentleman britannico) si trovano a confrontarsi con i misteri del cosmo.

Difficile, infatti, non percepire l’emozione del protagonista de La sentinella (la short story che divenne poi il cuore di 2001: Odissea nello spazio) nel ritrovare un segno di un’antica civiltà, ma questa sua emozione è rapidamente dominata dal suo animo da scienziato che subito analizza il misterioso reperto. È normale, è la fantascienza futuribile di Clarke, in cui il domani non è un immaginario utopico ma una concreta possibilità.

Da buon britannico, Clarke non fa mai mancare un delicato humour. Che sia una matrice essenziale di un racconto (come in Viaggiate via cavo o in Come conquistammo Marte) o che venga utilizzato come ribaltamento della percezione del lettore in Ritirata dalla Terra o in Il Risveglio, Clarke è abile nel non annoiare il lettore con una verbosità da docente, ma riesce a trovare un equilibrio tra la sua innata passione scientifica e il suo ruolo di narratore, di intrattenitore.

Leggere Clarke nella sua forma migliore

Racconti di Arthur C. Clarke è un ottimo volume per conoscere la produzione dello scrittore inglese. Il volume d’esordio di Oscar Draghi Urania ha il pregio delle antologie, ovvero presentare diversi momenti della produzione di un autore, mostrandone l’evoluzione, stilistica e di concetto. Certo, la tradizionale caratteristica del formato imponente ma poco maneggevole dei Draghi ha il suo bel peso, ma considerato il tesoro che custodisce è un difetto che si trascura più che volentieri. Soprattutto considerando come prima di ogni racconto sia presente una manciata di parole dello stesso Clarke, scritte proprio in occasione della pubblicazione di The Collected Stories, di cui il tomo Mondadori è un’ottima traduzione. L'alternanza dei racconti presentati in Racconti di Arthur C. Clarke consente di affrontare le diverse declinazioni della visione di Clarke della fantascienza, offrendo variazioni di temi e di lunghezza dei diversi racconti raccolti nel volume.

Racconti di Arthur C. Clarke è solo il primo di una, si spera, lunga collana di volumi imperdibili (i prossimi titoli sono veri tesori della sci-fi), e possiamo solo auguarda al curatore Franco Forte lo stesso successo avuto dall’Urania di Fruttero e Lucentini. Da quanto abbiamo visto in Racconti di Arthur C. Clarke, la passione pare la stessa che animò e anima tutt’ora Urania, la stessa che scorre nelle vene di ogni amante della buona fantascienza.