Outer Darkness: Dentro la Tenebra - la recensione

Divinità utilizzate come motori per astronavi, esorcisti e matemaghi pronti ad esplorare lo spazio: Outer Darkness, la nuova scommessa di saldaPress

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a cura di Manuel Enrico

Se c’è una cosa che il catalogo di saldaPress ha dimostrato è di non avere alcuni limite in termini di coraggio. Dalla scelta di credere in progetti apparentemente solidi come l’Aliens Universe ad altri più sfrenato come Die! Die! Die!, la casa editrice ha fatto della varietà della propria offerta un marchio di fabbrica che oggi si rinnova con il primo volume di Outer Darkness: Dentro la Tenebra.

Outer Darkness esce in un periodo in cui la commistione di generi sembra essere al centro della cultura pop. La radice essenzialmente fantascientifica del viaggio spaziale viene arricchita dalle influenze tipiche della narrativa fantasy e horror. Il che non è assolutamente un male, anzi se ben gestita questa sinergia può dare un ulteriore spessore alla storia. Ed è questo il pensiero che deve aver animato i due creatori di Outer Darkness, Afu Chan e John Layman.

Per darvi un’idea di quanto sia particolare l’universo di Outer Darkness presentato in Dentro la tenebra, basterebbe raccontare il punto di partenza di questa storia

Spazio, ultima necro-tempesta

Il primo ufficiale Joshua Riggs si ritrova a scegliere se salvare il proprio equipaggio o il carico quando una necro-tempesta si abbatte sulla sua astronave. Cos’è una necro-tempesta? Semplice, uno sciamo di demoni erranti che si abbatte sui mezzi che incrociano il loro cammino, cercando di possederne l’equipaggio per avere un corpo fisico ed entrare nel nostro piano d’esistenza. A difendere i marinai ci sono esorcisti e matemaghi, dediti a garantire la sicurezza degli equipaggi.

Il nostro Riggs sceglie di non ubbidire agli ordini del suo capitano, che sarebbe pronto a sacrificare il proprio equipaggio, soprattutto quando i demoni iniziano a impadronirsi dei copri. Aiutato dal fedele Agwe, un esorcista, Riggs manda letteralmente al diavolo il suo capitano e sceglie difendere i propri compagni, anche se in realtà gli preme principalmente salvarsi la pelle.

Siccome ogni buona azione non rimane impunita, il suo atto eroico si traduce in una radiazione dall’equipaggi della nave. Fortuna vuole che una sua vecchia conoscenza nelle alte sfere decide di offrirgli un’occasione unica: diventare capitano della più evoluta astronave di recupero, la Caronte, per una missione che lo porterà nello spazio profondo, oltre la temuta Oscurità.

Ad essere particolarmente interessante è il motore dell’astronave, esemplare di punta della nuova tecnologia di motori-dio. Perché a dare vita alla Caronte è un antico essere dotato di grandi poteri, una volta venerato come un dio.

E dire di più della trama sarebbe una cattiveria, senza contare che sarebbe difficile le giuste parole per dipingere un’avventura paradossale e appassionante, in cui tematiche e idee che difficilmente potremmo immaginare convivere trovano in realtà un equilibrio insolitamente efficace.

Into the Outer Darkness

Ammetto che all’interno della trama del primo volume di Outer Darkness è difficile non trovare elementi narrativi e citazionistici che rimandano ad altre opere.

Narrativamente parlando, sembra di assistere ad una questa oscura di un gioco di ruolo vecchio stampo trasportato nello spazio. I personaggi principali incarnano le classiche figure di un party, abilmente riadattati a questo contesto narrativo, ma è innegabile il legame ai loro archetipi narrativi. Layman è perfetto nel giocare con questo senso di familiarità, dando però ai suoi protagonisti un’identità netta e ben caratterizzata.

Joshua Riggs è il capitano autoritario per eccellenza, dispotico e capace di suscitare più l’odio che il rispetto dei suoi sottoposti, soprattutto quando decide di non curarsi dei regolamenti che invece andrebbero rigidamente osservati. Un’anarchia tale da portarlo a mettere il proprio equipaggio a dura prova in un test al limite dell’impossibile, solo per verificarne le capacità. E questa sua vena spietata e adamantina è perfetta, te lo fa subito adorare quando a manda al diavolo gli ufficiali di collegamento o mette subito in chiaro con il motore-dio chi è il vero dio a bordo della Caronte. Riggs fa presa sul lettore perché ha una sua ambiguità, fedele nonostante tutto al suo equipaggio, ma pronto a correre rischi qualora questi lo avvicinino al raggiungimento del suo scopo, sottinteso Oltre l’Oscurità, ma che avrà un ruolo di primo piano nei prossimi volumi.

Layman dimostra perfettamente a suo agio nello scrivere una storia così articolata e frutto di un cocktail esplosivo di influssi ed ispirazioni. La società di Outer Darkness è basata su una rigida burocrazia, che ricorda molto il corporativismo di Aliens, aprendosi però ad una visione più dinamica e avventurosa, in cui trovano spazio pratiche e usanze che rendono la più oscura magia una sorta di strumento politico e sociale per legare equipaggi e corporazione

Sono però le figure che meno ti aspetteresti di vedere a bordo di un’astronave ad essere il vero punto di forza di Outer Darkness.

I matemaghi, scienziati che non disdegnano l’uso della magia per proteggere le astronavi, sono perfettamentea in questo contesto, incarnazione di una weird science in cui convivono razioncinio e magia. A metà tra un LaForge e chierico, un matemago è il primo bastione di difesa di un’astronave, che si impegna a proteggere unendo competenze magiche (come sigilli e rune) alle capacità tecnico-scientifiche che consentono di mantenere funzionante un’astronave.

La presenza a bordo di figure così diverse, dai burocrati alle preveggenti, è un’ottima occasione per creare delle situazioni spassose e dare vita a dinamiche interpersonali che si appellano maggiormente alla parte meno nobile dell’animo umano. In Outer Darkness sembra che la presenza dei demoni si accompagni all’esternazione del lato peggior dell’umanità (alieni compresi), in cui la sopravvivenza e l’egosimo sembrano dominare. È un ambiente difficile in cui vivere, che consente al lettore di veder la nascita di complotti e tradimenti che lo appassionano, ma che spingono i malcapitati personaggi al limite.

La bravura di Layman è trovare quel punto di contatto tra le suggestioni familiari di un lettore ed una rivisitazione vincente per garantire una storia che spinga il lettore a divorare le pagine. Difficile non vedere le citazioni a Warhammer 40k, ad Alien o Star Trek, elementi che sono rielaborati magnificamente per trovare una nuova identità narrativa.

Il giovane scavezzacollo che viene salvato da un ufficiale di alto livello in un bar ricorda il primo Star Trek di Abrams, certi rituali sono un’eco di Warhammer 40k e le citazioni ai film di fantascienza degli anni '80-'90, rielaborate in salsa dark, si sprecano, ma Layman gioca con questi elementi per inserirli nella sua storia e tramutarli in un punto di contatto con il lettore per spingerlo verso un universo oscuro e pericolosamente affascinante.

Per Outer Darkness, data la vitalità e la dinamicità della storia, era necessario un disegno che ne cogliesse al meglio lo spirito.

Afu Chan trova la giusta cifra stilistica. Il suo tratto irreale e al limite del cartoonesco è ottimo per dare vita ad un mondo costantemente in movimento, dalle curve spesso irreali ma che colgono al meglio l’identità delle idee di Layman. Anche in questo caso, le citazioni si sprecano, in primis a Star Trek, con una plancia che ricorda molto quella dell’Enterprise-E. Tuttavia, Chan sa come mostrare personalità e carattere lavorando ottimamente sul world building, dalla creazione di stazioni spaziali simili a pagode orientali sino al design della Caronte a metà tra un’astronave da esplorazione ed un tempio pagano.

Date le premesse viste in Dentro la Tenebra, Outer Darkness si presenta come una serie che potrebbe offrire una lettura assurdamente divertente e capace di rappresentare un ottimo insieme di diverse suggestioni narrative. E ancora una volta saldaPress potrebbe avere vinto l’ennesima scommessa!