Perché Star Trek: Picard non è ambientato nell'Universo dello Specchio?

Star Trek: Picard: non è ambientato nell'Universo dello Specchio, ecco perchè

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a cura di Manuel Enrico

La seconda stagione di Star Trek: Picard, la serie di Amazon Prime Video dedicata al leggendario capitano di Star Trek, è finalmente approdata sul servizio streaming del colosso dell’ecommerce. Sin dalla prima apparizione dei trailer, quando abbiamo assistito alla comparsa del semidivino Q (John deLancie) i fan della saga hanno subito sospettato che al povero Jean-Luc sarebbe toccato affrontare una sfida complessa. E quale modo migliore di mettere il vecchio Picard davanti al proprio lato oscuro? Necessario fare subito una precisazione: Star Trek: Picard non è ambientato nell’Universo dello Specchio.

Ogni qualvolta si vuole porre i protagonisti della saga di Star Trek davanti al proprio doppelganger, gli sceneggiatori non esitano a ricorre all’Universo dello Specchio.

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Star Trek: Picard: non è ambientato nell'Universo dello Specchio

Comparso per la prima volta nell’episodio della serie classica Specchio, Specchio, questa dimensione parallela venne creata dallo sceneggiatore Jerome Bixby, che lo concepì dopo aver scritto un racconto breve, One Way Street:

“Dopo aver scritto ‘One Way Street’, pensai ‘Perfetto, universi paralleli!’. Mentre ero alla ricerca di idee, sapevo che la produzione adorava impegnare il cast in modi innovativi per Star Trek. Anziché mettere l’equipaggio di fronte a un gruppo di personaggi cattivi, o mostri alieni che divoravano interi pianeti, ebbero l’intuizione di mettere il cast in contrapposizione a delle versioni alternative di loro stessi, ma in chiave negativa. Fu così che ideai un universo alternativo selvaggio, rendendo l’Enterprise una nave pirata, in cui potevo teletrasportare una squadra di sbarco”

All’interno della continuity della galassia creata da Gene Roddenberry, l’Universo dello Specchio è dominato da un versione xenofoba della Federazione, l’Impero Terrestre, dove le controparti dei protagonisti delle serie di Star Trek sono presentati in modo radicalmente diverso. Da un furioso e letale James T. Kirk a un cinico e approfittatore Sisko, senza dimenticare quanto visto in Enterprise e in Discovery. Solamente in The Next Generation non si è visitato questo universo parallelo, e apparentemente anche con Picard si eviterà questo viaggio interdimensionale. Che sia una fortuna o meno per il capitano francese è tutto da stabilire.

Quanto visto nei primi tre episodi della seconda stagione della serie Amazon non deve ingannarci: Q non ha portato Picard nell’Universo dello Specchio. A ben vedere, in passato abbiamo già visto versione alternative di Jean-Luc Picard e, pur non facendo parte dell’Universo dello Specchio, era tutte accumunate da un aspetto: erano linee temporali alternative. Differenza sottile, ma che specialmente alla luce di quanto stiamo vedendo ora, rappresenta un elemento fondamentale: tornando indietro nel tempo, sono stati cambiati degli eventi, che hanno alterato il presente di Picard. Salvare l’Enterprise-C prima della battaglia di Narenda III ha portato allo scoppio di una guerra con i Klingon (L’Enterprise del passato), giusto per fare un esempio.

In Star Trek: Picard, Q ha nuovamente deciso di mettere alla prova Picard (the trial never ends, come aveva minacciato in Incontro a Fairpoint) tornando nel 2024 e cambiando un evento storico che ha spinto l’umanità a sviluppare una visione xenofoba che ha caratterizzato l’evoluzione dell’avventura umana nello spazio. E deve esser qualcosa di davvero tremendo, considerato che nemmeno l’attacco degli Xindi visto in Star Trek: Enterprise aveva ottenuto questo risultato. Al netto di quale cambiamento abbia apportato Q alla storia dell’umanità, va osservato che la sua azione non ci pone davanti ai doppi malvagi dei nostri amati personaggi, ma li presenta sotto una luce diversa, come sarebbe stati realmente in una società diversa. Se l’Universo dello Specchio sembrava muoversi con una sorta di legge degli opposti, dove più si era buoni nell’universo canonico più la propria controparte era efferata, nella realtà creata da Q emerge un lato autentico dei protagonisti. E forse proprio per questo ancora più inquietante.

Picard e Q: un confronto senza fine

Se analizziamo il comportamento dei doppelganger provenienti dall’Universo dello Specchio, la loro natura di riflessi oscuri dei ‘buoni’ dell’universo Prime era lampante. Come fosse un entanglement quantistico malsano, questi personaggi nascevano per esser l’esatto opposto dei nostri beniamini. E questo, sostanzialmente, concedeva agli sceneggiatori di giocare con questo divertissement della metà oscura. Ma se andiamo invece a modificare la realtà, creando una diversa linea temporale, stiamo preservando l’animo autentico dei personaggi, solo indirizzandoli verso una diversa strada. E come intendono affrontate il percorso dipende da loro, il che ci porta a un interrogativo: quanto c’è del ‘nostro’ Picard nel Generale Picard? Possiamo davvero immaginare una versione di Picard capace di sterminare mondi, di uccidere Gul Dukat nella Guerra Cardassiana e persino di assassinare Sarek su Vulcano? Apparentemente, non è un’ipotesi così improbabile.

Il Generale Picard della Confederazione è davvero il Picard che conosciamo. O meglio, come sarebbe potuto essere Picard se non fosse vissuto in una società plasmata dai valori della Federazione, bensì in una società in cui è il suo lato più crudele a esser stato nutrito e valorizzato. Può sembrare una sottigliezza, ma come fa notare Q alla sua cavia prediletta, questo universo non è un what if…?, ma è il suo continuum. Il Generale Picard, quindi, è il ‘nostro’ Picard. E questo rientra appieno all’interno della dinamica che si è sempre vista nei rapporti tra Q e l’equipaggio di Picard.

Se ripensiamo all’apparizione di Q in Incontro a Fairpoint, lo scopo dell’essere semidivino era di dimostrare come l’umanità, nonostante tutta la sua presunta superiorità morale, fosse ancora nel profondo animata dalle sue pulsioni più ferine e violente. Apparentemente, questa convinzione di Q, più volte perseguita nel corso di The Next Generation, sembra esser la scintilla di questa nuova sfida a Picard, ancora più focalizzata sulla sua vittima preferita, come se questa fosse l’ultima occasione di strappare una vittoria nella sua complessa rivalità con l’umano che più di ogni altro ha saputo negargli il gusto di vederlo sconfitto. E come finirà questo ennesimo confronto tra i due sarà il fulcro della seconda stagione di Picard.