Recensione: City of Mist, un noir a base di nebbia e poteri

City of Mist è un gioco di ruolo investigativo a tinte noir in cui persone normali convivono con poteri leggendari. La Nebbia, che circonda ogni cosa, cela questi poteri agli occhi di tutta la Città, osurando la verità tra le sue fumose spire.

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a cura di Davide Vincenzi

Edito da Son of Oak Game Studio e pubblicato in Italia da Isola Illyon Edizioni, City of Mist è un gioco di ruolo investigativo dalle forti tinte noir i cui protagonisti sono infusi di singolari poteri leggendari.

Con il suo manuale di dimensioni monumentali, City of Mist è un GDR indie di stampo forgita (cioè legato alla scuola di pensiero di The Forge o della Forgia come si usa dire in Italia) che usa il motore di gioco e regolamento Powered by Apocalypse, di cui ne modifica pesantemente la sostanza.

È arduo assimilare questo titolo a un genere in particolare, è più corretto affermare che il suo tema sia una commistione di diversi generi, dall’urban fantasy al noir, dal supereroistico all’ investigativo. Di conseguenza, non vi è un modo univoco per approcciarlo: ogni gruppo di giocatori potrà interpretarlo nel modo che preferisce e che è più attinente alle proprie corde.

Tra mondo sensibile e Iperuranio

In City of Mist, la Nebbia avvolge ogni cosa. Ma non è una nebbia naturale e non è visibile. Si tratta di un’essenza metafisica, una sorta di Velo di Maya di schopenhaueriana memoria che avvolge la realtà e mantiene le persone dormienti rispetto alla realtà nella quale vivono.

La Nebbia nasconde la reale natura di ciò che le circonda e distrae la loro attenzione quando sta per manifestarsi qualcosa di straordinario. La Nebbia altera i sensi e fornisce spiegazioni razionali a fenomeni inspiegabili. Soprattutto, la Nebbia fa dimenticare nel caso si sia assistito a qualcosa fuori dell’ordinario.

A volte capita, però, che un evento traumatico o uno shock improvviso squarci per un istante questo Velo di Maya e che una persona, per un momento, veda la realtà per quella che è. Ma soprattutto capita che questa persona si risvegli.

I giocatori di City of Mist interpretano un Prescelto, cioè uno di questi risvegliati, una persona comune che, all'improvviso, scopre di possedere dei poteri soprannaturali. Ma queste doti eccezionali non sono innate nei personaggi, bensì si tratta di capacità straordinarie concesse da altre entità metafisiche che si legano, come un simbionte, al corpo ospite che meglio ne incarna la natura.

Sì, poiché queste entità, o Mythos come vengono chiamate nel gioco, altro non sono che le idee, come direbbe Platone, di personaggi od oggetti leggendari, mitici o talmente popolari da essere diventati mainstream.

Miti, leggende e cultura pop

Un Prescelto, quindi, potrebbe essere posseduto dal Mythos del dio Zeus (che, ad esempio, potrebbe concedere al personaggio il potere di scagliare fulmini, dominare le persone col proprio charme ed essere forte come un toro) come da quello di Durlindana (la spada di Orlando, paladino del ciclo carolingio), dal Mythos di Alice nel Paese delle Meraviglie o persino da quello di Batman o Pikachu, per portare l’esempio all'estremo.

Ma cos'è la Nebbia? Cosa sono questi Mythos? Perché sembrano essere in conflitto tra loro? Nessuno lo sa e nel manuale non viene detto. Il tutto viene lasciato alla fantasia del Maestro di Cerimonie (il modo pomposo con cui viene chiamato il Master in questo gioco) e dei giocatori.

L’unica cosa che si sa, è che la Nebbia vuole mantenere tutto in uno stato di calma e normalità, mentre i Mythos vogliono rivelarsi e agire secondo la propria indole e raccontare la propria storia.

In mezzo a tutto ciò ci sono i personaggi, stretti in una morsa tra la propria vita normale – o Logos – e la propria componente mitica. Se rifiutano o trascurano troppo a lungo il proprio Mythos, concentrandosi maggiormente sulla propria quotidianità, su affetti, lavoro e famiglia, questi comincerà a perdere il proprio potere fino addirittura a quietarsi nuovamente e far tornare dormiente il personaggio.

Al contrario, se indulgono troppo nella propria componente mistica, trascurando di conseguenza il proprio Logos, i personaggi si allontaneranno sempre di più dalla propria umanità, fino a perderla del tutto e diventare l’Avatar (ovvero la personificazione) del Mythos che li possiede.

A fare da cornice a tutto ciò, c’è la Città. Una metropoli reale o fittizia, secondo il gusto del gruppo di gioco, viva e pulsante e dalle forti tinte noir, anch'essa soggetta al potere della Nebbia. I Mythos, infatti, non si legano solo con gli esseri umani, ma possono farlo anche con luoghi e oggetti. Così, una mazza da baseball potrebbe in realtà essere la spada Excalibur, mentre quello che agli occhi di tutti sembra una normale acciaieria potrebbe in realtà essere l’antro di Efesto o, perché no, una delle fucine di Mordor.

Mr. Sandman, bring me a dream…

Da quanto enunciato finora, è facile evincere come l’ambientazione, davvero evocativa e interessante sotto molteplici aspetti, sia uno dei punti forti di City of Mist.

Essa, infatti, permette una pletora di diversi temi di gioco, dai più “leggeri”, come ad esempio un supereroistico nudo e crudo dove i poteri la fanno da padrone, a qualcosa di più ragionato come un investigativo supereroistico in stile Jessica Jones.

Molte altre sfumature sono possibili, ma a nostro avviso, il titolo rende il meglio di sé andando a giocare su quelle atmosfere e quei temi a cui l’ambientazione strizza l’occhio: quelle ravvisabili nelle opere di Neil Gaiman.

Leggendo il manuale, infatti, risulterà chiaro fin da subito come romanzi quali Neverwhere e American Gods o il fumetto The Sandman (DC Vertigo) – tutte opere di Gaiman – siano stati importanti fonti di ispirazione per la realizzazione di questo gioco di ruolo. Gli appassionati di questo fenomenale scrittore britannico non potranno che apprezzare l’ambientazione di City of Mist.

Temi, Attributi, Misteri e Identità

Come abbiamo accennato in apertura, il motore di gioco che muove City of Mist è mutuato dal sistema Powered by Apocalypse, che predilige un modo di giocare improntato alla narrazione condivisa e che limita al massimo i tiri di dado, a cui si aggiungono alcune meccaniche riconducibili a un altro sistema indie: Fate.

I personaggi, infatti, diversamente da altri giochi che vengono definiti old school, non hanno a disposizione una serie di abilità su cui dover tirare, bensì sono delineati da una serie di quattro Temi che ne esprimono punti di forza e di debolezza.

Questi Temi, ideati in fase di creazione del personaggio grazie a una serie di domande a cui il giocatore deve rispondere, tenendo in considerazione il concetto di Prescelto che vuole giocare, possono essere sia Logos, e quindi relativi alla vita di tutti i giorni del personaggio, sia Mythos, e quindi inerenti al suo aspetto leggendario.

Con quattro Temi Logos, il personaggio sarà un dormiente e non avrà alcun potere, mentre con quattro Temi Mythos questi sarà un Avatar e quindi non avrà più nulla di umano. Tutte le combinazioni di Temi tra questi due estremi saranno quelle a disposizione dei personaggi, a seconda del livello di potere scelto per la campagna in corso.

Ma per ben rappresentare il continuo conflitto tra vita e leggenda all'interno del Prescelto, durante lo svolgimento del gioco potrà capitare di perdere un Tema Logos, che verrà rimpiazzato da uno Mythos, a indicare un maggiore coinvolgimento del personaggio verso il suo lato mitico, o viceversa perdere un Tema Mythos in funzione di un nuovo tema Logos, a indicare un momentaneo maggior attaccamento alle cose di tutti i giorni.

Ogni Tema, poi è a sua volta definito da quattro Attributi, di cui tre sono punti di forza, mentre uno è una debolezza. Per dare un’idea, riprendendo l’esempio di prima del Mythos di Zeus, un suo Tema Mythos potrebbe essere: “Padre degli dei” e questi i suoi quattro Attributi:

  • Signore del cielo e del tuono (scagliare i fulmini)
  • Fascino irresistibile (charme)
  • Forte come un toro (forza sovrumana)
  • Vanaglorioso (debolezza)

Inoltre, ogni Tema, avrà anche un Mistero (in caso si tratti di un tema Mythos) o una Identità (per un tema Logos). Il Mistero è una domanda relativa al proprio Tema a cui il Prescelto cerca di dare una risposta, l’Identità, invece, è un’affermazione relativa al Tema a cui il personaggio si aggrappa per mantenersi umano.

Durante il gioco, cercare di rispondere al Mistero o aggrapparsi all’Identità contribuirà a rendere più forte il Tema a cui sono legati.

Una narrazione un po’ macchinosa

Come dicevamo poc'anzi, il sistema di gioco di City of Mist prevede un approccio orientato alla narrazione, soprattutto condivisa tra Master e giocatori, e vuole ridurre al minimo i tempi morti e le interruzioni dovute al lancio dei dadi.

Quando un Prescelto deve portare a termine un’azione che ha narrato, quindi, il master gli chiederà di attivare una specifica Mossa. Di base ne esistono otto e vanno a ricoprire un po’ tutte le situazioni in cui un personaggio si viene a trovare.

Per vedere se l’azione va o meno a buon fine, il Prescelto dovrà tirare 2D6 e sommare al risultato un punto per ogni Attributo di forza che a suo avviso potrebbe aiutarlo a portare a termine il compito. Nel caso un Attributo di debolezza potesse in qualche modo interferire con l’azione in corso, il master o un altro giocatore avranno la facoltà di farlo entrare in gioco, assegnando un punto negativo che andrà sottratto al risultato.

Qualora il risultato del tiro, modificato da tutti i fattori che sono entrati in gioco, dovesse essere dieci o più, si avrà un successo completo dell’azione; con un risultato compreso tra sette e nove si otterrà invece un successo parziale che potrebbe comportare anche alcuni risvolti negativi, mentre con un risultato di sei o meno, si avrà a che fare con un fallimento.

Oltre ai modificatori dati dagli Attributi di forza e debolezza, ne possono entrare in gioco altri, dovuti a Mosse precedenti dei giocatori o da degli Stati (positivi o negativi), assegnati dal master per mezzo di alcune schede Tag.

Tutto ciò, però, purtroppo porta paradossalmente a un considerevole rallentamento dei tempi di gioco e spezza non poco proprio quella narrazione che, in giochi come questi, dovrebbe essere invece fluida e serrata.

Infine, la presenza di alcune forzature e, soprattutto, delle Mosse Narrative, pensate per dare a ogni sessione di gioco un taglio cinematografico ed episodico e per cercare di ricreare al tavolo di gioco la sensazione di trovarsi all'interno di una serie TV o di un albo a fumetti, non aiuta affatto la narrazione, restituendo, a nostro avviso, la sensazione di trovarsi al cospetto di un regolamento eccessivamente barocco e bizantino.

Per fare un paio di esempi, la Mossa Montaggio (Intermezzo) ingabbia e costringe tra dei paletti tutta un serie di situazioni che altrimenti avverrebbero naturalmente in una normale sessione di gioco. La Mossa Titoli di coda (Fine sessione), invece, propone una serie di domande da porre ai giocatori sulla loro percezione della partita appena svolta da fare invidia agli esercizi di comprensione del testo di una qualsiasi antologia delle scuole medie.

Non solo regole

Il corposo volume che è il manuale di City of Mist non contiene solo ambientazione e regole, ma anche un paio di sezioni davvero interessanti, anche per i Master più navigati.

Una di questa, quella dedicata alla Città, è piuttosto azzeccata. Non svolgendosi, il gioco, in una città precisa in un tempo preciso, ciò che in questa sezione si va a descrivere non sono tanto i luoghi, quanto le sensazioni, i segreti, le emozioni e la vita che i vari quartieri vanno a suscitare. Con quanto presentato in queste pagine sarà estremamente semplice ambientare la campagna in un noir anni Trenta, un neon-noir anni Ottanta, un noir contemporaneo o addirittura futuristico.

Un’altra sezione molto interessante e utile è quella relativa alla preparazione e scrittura di un caso investigativo. Molti i consigli e i suggerimenti rivolti ai Master su come strutturare le scene e gli indizi. Indubbiamente un capitolo utile a chiunque voglia mettere in campo un’avventura investigativa in qualunque gioco di ruolo.

L’opera editoriale

Dal punto di vista prettamente editoriale, il manuale di City of Mist è un’opera davvero mastodontica e degna di nota.

Ci troviamo di fronte a un voluminoso tomo di ben cinquecentododici pagine, con copertina rigida e rilegato in modo magistrale. Maneggiandolo, infatti, non si ha alcuna sensazione di fragilità, le pagine non rischiano di staccarsi e la rilegatura di saltare. A voler essere pignoli, tuttavia, si sente la mancanza di almeno un paio di nastri segnalibro in raso che avrebbero aiutato non poco i Master a ritrovare rapidamente quelle parti per loro più utili o interessanti.

Inoltre, nonostante l’ottima fattura, il manuale risulta un po’ scomodo e ingombrante, sia durante la lettura sia in caso di consultazione. Tanto è vero che, nell'ultimo Kickstarter dedicato a City of Mist e terminato il 18 settembre, il manuale è stato diviso in due parti: una rivolta ai giocatori e una ai Maestri di Cerimonia.

Dal punto di vista grafico, City of Mist è una gioia per gli occhi e non stupisce affatto che abbia vinto un ENnie Award (uno dei più importanti premi nel mondo del GDR, assegnato durante il Gen Con, una delle più importanti fiere internazionali dedicate al mondo del gioco) nella categoria Best Art, Interior nel 2018.

Il manuale, infatti, è impreziosito da bellissime illustrazioni in stile fumettistico e da vere e proprie pagine a fumetti che contribuiscono a dare un’idea dei toni e dell’ambientazione del gioco. Anche l’impaginazione del testo è degna di nota. Riquadri, trafiletti e stralci di testo evidenziato in vari colori aiutano molto a catturare l’attenzione e destreggiarsi tra i fiumi di paragrafi, a volte un po’ confusionari.

Il testo, infatti, a volte è un po’ dispersivo e ogni tanto sembra dilungarsi fin troppo. Le informazioni non sono sempre restituite in modo chiarissimo e può capitare che la spiegazione di un concetto si interrompa, per saltare a un altro argomento, per poi essere ripresa a qualche capitolo di distanza.

Anche la traduzione italiana - fondamentale per chi non mastica perfettamente la lingua inglese vista la quantità di testo presente -  non è risultata sempre efficace, con alcune scelte di localizzazione che a tratti sono apparse non ottimali. Alcune di queste hanno fatto storcere il naso agli appassionati del sistema Powered by the Apocalypse poiché, a loro avviso, ne stravolgerebbero il concetto alla base del motore di gioco.  Altre, invece, sono andate a influire, sebbene in maniera del tutto marginale, sulla percezione dell'ambientazione stessa: una su tutte, i personaggi: da “Rift” in inglese (fenditura, crepa, incrinatura) sono diventati “Prescelti”, facendo in parte venir meno l'aspetto di squarcio nel velo di Nebbia e conseguente risveglio, alla base dell’ambientazione e banalizzando un po' il tutto con un termine, "prescelto", a nostro avviso ormai abusato.

Segnaliamo, infine, la presenza di alcuni refusi, sebbene non in quantità tali da disturbare eccessivamente la lettura e decisamente "affogati" nella mole di parole che compongono le 500 e più pagine di manuale.

Conclusioni

Alla luce di quanto abbiamo esposto, City of Mist è indubbiamente un gioco di ruolo estremamente interessante ma di certo di non per tutte le tipologie di giocatore.

L’ambientazione è davvero affascinante e presenta alcune idee sicuramente notevoli e degne di plauso, come il dualismo conflittuale di Logos e Mythos. I capitoli relativi alla Città e alla stesura di un caso, inoltre risultano essere una lettura ricca di spunti, piacevole e interessante per ogni Master che si rispetti.

Per le sue caratteristiche a livello di sistema di gioco, però, è un prodotto che si rivolge prettamente a Master e giocatori di una certa esperienza e potrebbe spaventare i neofiti nel mondo del GDR. Anche tra i più navigati, tuttavia, non è per tutti.

Il forte accento posto sulla narrazione condivisa “a tutti i costi”, infatti, necessita di una certa predisposizione da parte dei giocatori a voler intervenire attivamente sulla storia (in modo comunque abbastanza marginale, una volta che questa è avviata), piuttosto che a farsi trasportare da essa e scoprire i colpi di scena che riserva.

Sicuramente apprezzato da quei giocatori che già sposano le teorie forgite e sono appassionati di prodotti Indie, questo titolo, a nostro avviso, non riuscirà a far cambiare idea a chi non apprezza questo genere di giochi, sebbene sia meritevole almeno di una lettura completa e, perché no, di una prova di gioco, per poterne comunque apprezzare le interessanti idee messe in campo.

L’alto livello editoriale di City of Mist, in ogni caso, lo rendono un prodotto che potrebbe interessare anche i "semplici"  collezionisti di manuali: indubbiamente, questo bellissimo tomo sarebbe un pezzo di pregio su qualsiasi libreria.