Robin: Anno Uno, recensione: my generation

Panini DC Italia propone nella collana DC Library, Robin: Anno Uno ovvero la miniserie che racconta gli inizi di Dick Grayson come Robin.

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a cura di Domenico Bottalico

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Panini DC Italia rimpolpa la sua collana DC Library con Robin: Anno Uno firmata dai veterani Chuck Dixon e Scott Beatty ai testi e con matite di Javier Pulido e Marcos Martin. La miniserie, di 4 numeri usciti originariamente nel 2000, fa parte di un piccolo trittico di cult completato da Batgirl: Anno Uno (anch'essa ripubblicata da Panini DC Italia sempre nella collana DC Library recentemente) e Nightwing: Anno Uno che costituisce un essenziale vademecum sia per approfondire le motivazioni dietro la lotta al crimine di Dick Grayson e Barbara Gordon ma soprattutto per comprendere appieno il rapporto fra Batman e i suoi giovani alleati.

Robin: Anno Uno, my generation

La lotta al crimine di Batman è cambiata: al suo fianco ora c'è un giovane ragazzo in calzoncini e stivaletti da folletto che si fa chiamare Robin. Una sgargiante novità che stride con il carattere schivo e i modi brutali del Cavaliere Oscuro. Il primo a far notare a Batman che accompagnarsi ad un ragazzino nella sua crociata potrebbe trattarsi di una mossa azzardata e pericolosa è il Capitano Gordon mentre Alfred sembra appoggiare, con cautela, la scelta di Bruce Wayne che sembra inoltre rinvigorito nello spirito dalle presenza del giovane Dick Grayson e dalla sua energia sia in missione che alla Wayne Manor.

Dick però non è il suo mentore e deve bilanciare le notti in costume con la vita di studente adolescente. È proprio grazie alla sua decisione di andare ad una scuola pubblica, e mantenere una parvenza di "normalità", a portare Dick sulle tracce di una serie di adolescenti scomparse e a smascherare un piano che coinvolge un diplomatico dalle perverse inclinazioni e il Cappellaio Matto. Il successo del Dinamico Duo tuttavia attira l'attenzione di Due Facce che, ossessionato da tutto ciò che è duplice, decide di eliminare Robin dall'equazione con una trappola quasi perfetta: la giovane spalla di Batman viene pestato a morte e lasciato in fin di vita.

Con l'avvertimento di Gordon che risuona nella sua mente, Batman costringe alla pensione anticipata Robin chiudendo la carriera di Dick Grayson come vigilante. Tuttavia sembra che sia il crimine a rincorrere Dick dapprima alla clinica della Dottoressa Thompkins dove segue e sventa una clamoroso piano di Mr Freeze e poi quando Due Facce fugge dalla custodia. Intenzionato ad assicurare il villain alla giustizia, Dick trova l'aiuto di una misteriosa ma pericolosa setta di ninja salvo poi ritrovare l'appoggio del suo mentore e tornare così ufficialmente a vestire i panni di Robin, non la spalla ma il socio di Batman.

Robin: Anno Uno, di pettirossi e dinamici duo

Gli eventi di Robin: Anno Uno si collocano ufficiosamente dopo quelli di Batman - Vittoria Oscura (seminale maxi serie di Jeph Loeb e Tim Sale) dove avevamo assistito al reclutamento di Dick Grayson e alla nascita di Robin. Questa miniserie quindi tralascia il più classico racconto delle origini del personaggio concentrandosi invece sulle origini del Dinamico Duo: com'è cambiato la lotta al crimine di Batman con l'ingresso in scena di Robin? Qual era il rapporto fra i due agli esordi? Ma soprattutto perché Dick Grayson ha scelto di seguire Bruce Wayne nella sua crociata contro il crimine?

È una operazione portata avanti con sicurezza da Chuck Dixon e Scott Beatty che scavano a fondo grazie ad un percorso a ritroso nella rivoluzione che fu il debutto di Robin. Troppo spesso relegato a ruolo di mera spalla o di Batman in miniatura, nel corso della miniserie emerge deciso tutto il carattere di Dick Grayson come personaggio a tutto tondo la cui personalità forgia l'eroe e non viceversa settando anche la barra per i suoi successori e per quello che il manto stesso di Robin rappresenta.

Narrativamente i due autori costruiscono la più classica della storie in tre atti con ascesa, caduta e rivalsa del giovane Dick mostrandone la maturazione e soprattutto le sostanziali differenze con il suo mentore. Più che nelle sotto trame con protagonisti i villain (il Cappellaio Matto, Mr Freeze e soprattutto Due Facce) in cui vengono ben evidenziate anche le capacità di detection di Dick, quello che rende Robin: Anno Uno una lettura coinvolgente è la continua tensione nell'esplorazione di Dick come adolescente prima e poi come eroe dopo. Il nucleo tematico della miniserie è allora ben rappresentato dallo scambio di battute con Alfred il quale invita Dick ad abbandonare il vigilantismo in favore di una vita più consona ad un ragazzo della sua età e al quale Dick risponde dicendo che potrebbe rinunciare effettivamente oppure mantenere fede al giuramento fatto e soprattutto fare del bene.

In questa gioiosa accettazione della crociata, che è bene ricordarlo anche per Dick è contrassegnata da una tragedia, è insita la dinamicità del Dinamico Duo. Anche se la vicenda si conclude in maniera non del tutto positiva (con il rapporto fra Bruce e Dick leggermente cambiato) è indubbio che sia insito anche nel gioco dei contrasti (Batman e Robin, Dick e Alfred, Batman e Gordon prima e Batman e Alfred poi) anche la chiave per comprendere pienamente la complementarità del Dinamico Duo.

Contribuisce a dare concretezza a questa intuizione anche il ritmo vivace della narrazione che ricorda molto da vicino le storie di Dick Sprang a cui si aggiungono dialoghi stringati e battute veloci con il diario di Alfred, relegato nelle didascalie, ad unica voce narrante fuori campo. A metà strada fra Dick Sprang e David Mazzuchelli sono anche le matite di Javier Pulido e Marcos Martin (che completa il lavoro del collega in alcuni frangenti) pur mediate da una sensibilità più moderna e fisica.

È indubbio che i disegnatori attingano a piene mani dall'estetica spranghiana con figure e volti squadrati dalle espressioni caratterizzate da un tratteggio semplice con linee lunghe e affusolate. In questo senso Pulido insiste maggiormente sul contrasto con neri profondi e ampi che ricordano appunto il lavoro di Mazzuchelli su Batman: Anno Uno più che quello gotico di Tim Sale in Batman - Vittoria Oscura mentre Martin stilizza in maniera più netta il tutto con linee di contorno spesse e una impostazione che si riaggancia più a Toth e Timm e quindi alle versioni animate dell'universo batmaniano.

A completare questo "revival" ci sono poi i colori di Lee Loughridge che predilige ampie campiture omogenee accostando colori saturi e tonalità estremamente pop come i viola, i gialli (colore predominante) e gli arancioni. Da segnalare infine il lavoro dei disegnatori in termini di organizzazione degli spazi e impostazioni della tavola in cui si rintraccia la volontà di mantenere sempre una leggibilità dettata dal rimaneggiamento della gabbia tradizionale a 6 riquadri. Un rimaneggiamento che passa attraverso soluzioni dinamiche e stimolanti per il lettore come figure sbordate, inserti o alternanza di doppie o quadruple orizzontali.

Il volume

Robin: Anno Uno è un volume cartonato soft touch formato comic book standard ovvero 17x26 cm contrassegnato dalla banda nera laterale caratteristica della veste grafica della collana DC Library di Panini DC Italia. Dal punto di vista carto-tecnica la rilegatura a filo è solidissima e molto buona è anche la rifilatura delle pagine; dal punto di vista della cura editoriale invece il volume si contraddistingue per l'ottima traduzione di Sara Catania e per il buonissimo adattamento italiano. Dal punto di vista redazionale infine nel volume è presente una breve introduzione della editor italiana mentre a fine volume trova spazio una piccola ma suggestiva sezione sketch del disegnatore Javier Pulido. Interessantissime soprattutto le pagine relative alla studio dei personaggi.

L'autore Chuck Dixon è stato ospite di Cultura POP nella terza puntata di Il Fumetto e i suoi Autori: