Stargirl – La recensione

Stargirl è uno dei contenuti originali prodotti da Disney per il lancio della piattaforma streaming Disney+. Inspirato dall’omonimo libro di Jerry Spinelli, pubblicato in Italia nel 2004 da Mondadori, narra la storia dell’incontro fra Leo e Stargirl, due giovani studenti di liceo, e di come questo incontro cambierà la loro vita.

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a cura di Roberto Richero

Stargirl è un film prodotto con molta attenzione dalla Disney, mettendo in campo tutti gli accorgimenti necessari per creare un nuovo fenomeno fra i giovani americani: tratto da un libro che, negli USA, ha vinto numeri premi, il film tratta argomenti sempre molto attuali fra i giovani adolescenti, quali la non conformità e l'espressione personale, unitamente alla questione del primo amore; inoltre la parte della protagonista è stata assegnata ad una giovane e talentuosa cantante molto famosa fra i teenaager USA.

La narrazione avviene attraverso il punto di vista di Leo, un giovane sedicenne che, memore di alcuni episodi di bullismo subiti da giovane, decide di rimanere nell’anonimato, senza farsi vedere o sentire. Un giorno nella sua scuola arriva una ragazza, Stargirl: è esattamente il suo opposto e non ha paura di farsi notare e mettersi in gioco, sia per quel che concerne l’abbigliamento, sia per i modi di fare. Nonostante questo suo atteggiamento eccentrico la ragazza diventa molto popolare e Leo ne è sempre più affascinato. Sebbene siano così diversi, sembra esserci parecchia alchimia fra i due personaggi, ma ovviamente le cose non vanno sempre nella direzione sperata.

Il risultato finale

Il film si fa carico di esplorare e raccontare egregiamente gli argomenti per cui il libro era stato elogiato: la diversità, la conformità e la pressione sociale subita dai pari da parte degli adolescenti. La trama è stata modificata in termini di arco narrativo, sequenza degli eventi e semplificazione di diversi aspetti, ma rimane estremamente fedele nella narrazione dell’eterna ricerca delle risposte adolescenziali sulla propria identità. Lo fa con un tono nostalgico, assolutamente lieve e di sottofondo, che permette di godere della visione del film senza renderla triste. Il risultato è frutto di un lavoro profondo sulla sceneggiatura che, già pronta nel 2015 con attori protagonisti e regista assegnati, è stata rimaneggiata nell’arco di tre anni fino alla versione finale, datata 2018, cambiando anche regista (Julia Hart) e cast. Il film è stato girato per lo più nel Nuovo Messico ed anche se i tipici panorami non sono particolarmente sfruttati, riescono a fornire uno sfondo interessante che sottolinea alcune delle scene più importanti del film.

Un aspetto fondamentale dell’adattamento è sicuramente quello di aver fornito un ruolo importante alla musica (senza trasformare il film in un musical), non solo come mezzo di espressione e contatto dei protagonisti, ma proprio come veicolo di messaggi attraverso canzoni per lo più originali.

Cast

Il cast del film ha trovato nella protagonista un elemento di forza importantissimo: Stargirl è infatti interpretata da Grace VanderWaal, sedicenne assolutamente sconosciuta in Italia, ma estremamente amata negli USA. La giovane è alla sua prima esperienza attoriale: nasce infatti come cantante nel 2016, a soli dodici anni, vincendo America’s Got Talent. Negli ultimi quattro anni Grace ha inanellato una serie importanti di partecipazioni a festival, show, due album e quattro singoli, nonché diversi premi costruendosi una solidissima fan base. E’ quindi evidente che la riscrittura della sceneggiatura è stata fondamentale per riuscire ad innestare l’attrice e la musica all’interno del film; il risultato è sicuramente positivo.

Il personaggio di Leo è interpretato da Graham Verchere, giovane attore proveniente dal mondo della televisione con diversi ruoli alle spalle.

Impreziosiscono il cast due attori che, pur interpretando figure secondarie, riescono come sempre a fornire un contributo importante nel definire il tono del film: Darby Stanchfield interpreta la madre di Leo (appena vista in Locke & Key in un ruolo molto simile) e Giancarlo Esposito (indimenticabile Gus Fring di Breaking Bad) interpreta uno dei mentori di Leo, nonché voce della coscienza e guida nello sbrogliare la matassa di sentimenti nel cuore del ragazzo; sono suoi molti dei dialoghi migliori del film (“You think things have to be real or magic, but the best things are both.”).

Conclusioni

Stargirl tratta argomenti già abbondantemente visti e rivisti, ma lo fa con un tono ed una storia un po’ più originale, senza pretendere di dare delle risposte ma semplici spunti di riflessione, con gentilezza e un pizzico di malinconia. Il film è appena più lungo di cento minuti, ma non risulta mai troppo lento o pesante.

Il target di riferimento è quello adolescenziale/famigliare, perfettamente in linea con quanto già dichiarato da Disney.

Un’ultima nota: alla conclusione di tutti i titoli di coda, c’è una breve scena di pochi secondi che non ha una precisa collocazione nell’arco del film.