Stranger Things 4 Volume 2: un epico finale

Stranger Things 4 Volume 2: cosa è avvenuto nel finale di stagione? Vi diciamo la nostra sull'epica chiusura della serie TV Netflix.

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a cura di Rossana Barbagallo

Quand'è stata l'ultima volta che avete assistito su uno schermo all'emozione di un'avventura epica, disperata e toccante? Qual è il ricordo più recente che avete di una storia in grado di mettere a soqquadro il vostro animo con un concerto di emozioni, grazie alle gesta eroiche e ai sentimenti dei suoi protagonisti? Non si può dire che le produzioni filmiche e seriali degli ultimi anni non annoverino titoli coinvolgenti e di finissima qualità, ma ciò che è riuscito a ottenere Stranger Things 4 Volume 2 è qualcosa che probabilmente non si vedeva da molto tempo. Con la chiusura di questa stagione, anticamera da cui si spalancano le porte per l'ultimo, oscuro capitolo che verrà, i Duffer Brothers suonano infatti una sinfonia estrema e straordinaria, muovendo le corde di una narrazione epica e travolgente che può assurgere al ruolo di scuola per altri. Ecco cosa è avvenuto in Stranger Things 4 Volume 2 e perché vedere il grandioso finale della serie TV Netflix disponibile in streaming dall' 1 luglio.

Stranger Things 4 Volume 2: la battaglia finale

Gli eventi di Stranger Things 4 Volume 1 (di cui è possibile recuperare la nostra recensione qui), culminano con la vera e propria entrata in "guerra" dei protagonisti in questo Volume 2, a cui assistiamo attraverso tre dimensioni narrative differenti. Il gruppo di Hawkins, composto da Nancy, Steve, Dustin, Robin, Eddie, Max, Lucas ed Erica, viene a conoscenza dei piani mostruosi che Vecna ha in serbo non solo per la cittadina, ma per il mondo intero. E per questo la banda mette a punto una strategia che preveda la distruzione del corpo fisico di Vecna nel Sottosopra, mentre si trova in una trance che gli consenta di ultimare i suoi progetti nella sua personale dimensione.

La schiera situata in Russia, composta invece da Joyce, Murray, Hopper, Enzo e l'ingannevole Yuri, si trova a dover prendere una decisione difficile. Dopo aver liberato Jim Hopper con successo dalla sua prigionia, il ritorno negli Stati Uniti non può essere possibile, se prima non vengono distrutte le orribili creature strappate al Sottosopra dai sovietici e custodite nella base segreta. Undici intanto, riacquisita la memoria sui tragici eventi al laboratorio di Hawkins, riconquista i suoi poteri ed è pronta a soccorrere gli amici lontani, benché ciò non faccia parte dei piani che hanno per lei il dottor Brenner e il tenente Sullivan. A venire in suo aiuto, Mike, Will, Jonathan e Argyle, con i quali Undici potrebbe riuscire finalmente a mettere a punto un piano per stabilire un contatto mentale con la vittima che Vecna non è ancora riuscito a reclamare, Max, per tentare disperatamente di salvare la sua vita e quella del mondo intero.

Tempi spaventosi richiedono soluzioni spaventose

Il quadro si allarga, la rosa di personaggi si espande così come le loro vicende personali parallele all'imminente catastrofe principale, e così anche l'unità viene meno. In Stranger Things 4 ci troviamo di fronte, infatti, a tre differenti gruppi di personaggi, che spezzano quella sorta di compattezza finora più o meno presente nelle precedenti stagioni (pur con tutte quelle eventuali, temporanee separazioni tra alcuni protagonisti). Questa risulta essere una soluzione vincente, per i Duffer Brothers, che giocano su tre archi narrativi differenti ma uniti da uno scopo comune: tre composizioni che suonano tuttavia in armonia per poter giungere al culmine finale, elevando la suspense a una tensione che probabilmente non era ancora stata sperimentata prima con i capitoli precedenti. Stranger Things 4 Volume 2 è perciò una tempesta elettrica, in un lavoro di concerto tra i protagonisti che, nonostante la lontananza fisica e contro ogni previsione, riescono a creare un'unità che funziona e travolge con le sue emozioni.

Il tempo per le "sottotrame comiche" è finito (salvo che per alcune brevi, ma sempre brillanti battute di Eddie o Argyle), non c'è più spazio per quell'ironia che in qualche modo riusciva sempre a trovare spazio nel Volume 1: questa è l'ora più cruciale, quella della battaglia, l'ora di impugnare le armi (che siano esse fisiche o mentali) e di andare incontro al nemico, nonostante ciò possa voler dire andare anche incontro alla morte. Operazione, quella fatta con Stranger Things 4 Volume 2, che riesce a ottenere apici dal sapore epico, nella strenua lotta che i suoi protagonisti compiono ad ogni scelta e ad ogni passo, mai forse così disperata come adesso. E nonostante venga leggermente allentata la presa sulla nostalgia, l'epicità di questi ultimi due episodi non teme di servirsi ancora di citazioni o semplici richiami reminiscenti. Compare così la citazione a Conan il Barbaro, quando Jim Hopper impugna una spada e si prepara a combattere come un vero guerriero in una delle tradizionali pose del celebre Cimmero. Nancy, Robin e Steve assumono le fattezze di una résistance giovane e ribelle, che si oppone mettendo in pericolo la propria vita contro l'oppressore armati di molotov. Torna inoltre la dimensione mentale a cui ha nuovamente accesso Undici per combattere sul suo fronte psichico, la stessa che abbiamo imparato a conoscere fin dalla prima stagione: quello sorta di spazio liminale oscuro e inquietante che sembra appartenere a una dimensione della percezione tanto aliena, quanto accessibile appena oltre.

L'elemento del Satanic Panic (di cui vi abbiamo parlato anche qui) sembra invece non trovare più posto nel maelstrom di eventi catastrofici che conducono al culmine finale, e probabilmente è un bene vista la mole di ostacoli che la narrazione mette già sul piatto di fronte ai suoi protagonisti. Non ci si dimentica tuttavia di Jason, che riesce fino alla fine a imporre le sue pericolose paranoie durante un'importante sequenza e, se ciò contribuisce a generare una recrudescenza nella tensione già ai limiti, dall'altro sembra non essere stato gestito adeguatamente. Chi ha trovato in lui un personaggio da detestare si troverà infatti, molto probabilmente, deluso dalla sorte assegnatagli dagli autori: frettolosa, sbrigativa e poco giusta. Grandiosa, invece, la presenza in scena di Eddie, che si rivela essere forse il personaggio migliore della stagione in un'escalation di atti eroici ed emozionanti di forte impatto. A lui viene inoltre assegnato un ruolo importante: quello di introdurre una sequenza musicale metal con il pezzo Master of Puppets dei Metallica che farà di certo esclamare un "finalmente!". Ciò che mancava infatti in Stranger Things era probabilmente proprio quella fetta di metal, relegato finora a genere simbolo del "cattivo ragazzo" (come avveniva con Billy), nonostante la sua impronta culturale negli anni '80 sia invece stata forse più importante di qualunque altro genere musicale, qui giustamente elevato a tema di una sequenza spettacolare e memorabile.

Di incongruenze e di lunghezze

I Duffer Brothers hanno sempre dichiarato che la storia progettata fin dall'inizio avrebbe richiesto lo spazio di quattro o cinque stagioni. È chiaro come il finale di Stranger Things 4 Volume 2 spiani la strada per un ultimo capitolo, attraverso una chiusura grandiosa e stupefacente, spiazzante e tanto amara da lasciare spazio alle più sfrenate ipotesi su quello che potrebbe essere il futuro di Hawkins. È altresì evidente come una trama tanto complessa e stratificata avesse bisogno di un minutaggio più esteso rispetto al passato, che prevede addirittura circa un'ora e venti per l'episodio 8 e quasi due ore e mezza per l'episodio 9. Una "length" di questo calibro non ha ottenuto però il massimo rendimento su alcune sequenze piuttosto cruciali, come ad esempio quelle che riguardano Max. Va bene utilizzare tutto il tempo che si ha a disposizione per prendersi i propri tempi mettendo in scena una storia che non può andare troppo per il sottile, tuttavia ciò che avviene nei momenti dedicati a quella che si configura come un'altra, importante eroina in Stranger Things, è uno stiracchiamento eccessivo, una reiterazione di discorsi già fatti e di immagini già viste la cui ridondanza, forse, si sarebbe evitata con escamotage differenti.

Nella scrittura di questi due ultimi episodi della stagione, inoltre, sembrano essere stati fatti degli scivoloni logici che potevano essere perdonati trenta o quarant'anni fa, prima tra tutti l'incredibile resistenza alla copiose raffiche di proiettili dimostrata dal Demogorgone, che viene magicamente meno nel momento in cui Jim Hopper spara un unico colpo a una creatura simile legata a un lettino da laboratorio. In questo, Stranger Things 4 Volume 2 dimostra velleità appartenenti a una cinematografia avventurosa un po' ingenua e votata all'azione macha tipica di quello stesso passato citato sempre mirabilmente, in barba in questo caso alla sospensione dell'incredulità.

L'integrità di questo Volume 2, comunque, non accusa questi lievi colpi e regala un finale dalle emozioni incontenibili: un'escalation quasi ingovernabile, che tocca traguardi da cui altre produzioni seriali contemporanee potrebbero imparare moltissimo se solo volessero, soprattutto nel trasmettere ciò che devono, come si deve. Stranger Things 4, nella sua totalità, è una dichiarazione d'amore. Non solo per gli anni '80 e la loro memorabile cultura, per l'avventura, l'horror e l'azione. Ma anche per gli affetti importanti, per coloro che ci stanno accanto qualunque sia la battaglia, per chi ha il coraggio di prendere un pezzo dei dolori e dei fardelli altrui. È una storia di legami, di quell'unità tanto forte da resistere agli ostacoli del tempo e dello spazio (che in questi ultimi anni abbiamo imparato a conoscere in prima persona nel modo peggiore): un viaggio epico in cui riscoprirsi eroi, in cui qualsiasi arma utilizzata nelle proprie battaglie non potrà mai raggiungere l'efficienza necessaria senza la volontà forte di proteggere amici e affetti.