AMD: dalla crisi si può ripartire

AMD, dopo aver archiviato lo spin-off della attività produttive, guarda al futuro con più ottimismo.

Avatar di Manolo De Agostini

a cura di Manolo De Agostini

Il CEO di AMD, Dirk Meyer, guarda con fiducia al futuro. AMD, con l'approvazione da parte dei soci, ha concluso l'accordo sullo spin-off dell'attività produttiva e ora può concentrasi maggiormente sulla progettazione (pur mantendo peso e quota nel ramo produttivo gestito da ATIC).

AMD godrà di maggiore libertà, mentre ATIC assicurerà gli investimenti dovuti nel campo della produzione, con l'inizio dei lavori per un nuovo impianto a New York la prossima estate. AMD, perciò, non dovrà più sborsare un centesimo nella realizzazione di Fab o nell'acquisto di nuovi macchinari. La strada per la profittabilità, in questo modo, potrebbe essere davvero più semplice e rapida.

AMD deve ritrovare competitività e rifarsi un'immagine da anni in calo. Per Meyer, però, questa strada non passa dalla ricorsa a Intel sul processo produttivo.

"Non abbiamo mai presentato prodotti per primi con un nuovo processo produttivo. Innanzitutto, è una cosa costosa da fare. Inoltre, è stata una buona decisione di business. E, data la nostra dimensione, non riceviamo per primi i nuovi strumenti per la produzione a nanometria inferiore. Quindi, abbiamo deciso di presentare i prodotti da sei a dodici mesi dopo la prima azienda del mercato, che solitamente è Intel. Non ricaviamo un reale svantaggio da questa decisione. Le nostre architetture sono sempre molto competitive. Nei data center, la generazione a 65 nanometri dei nostri prodotti ha rivaleggiato con le soluzioni Intel a 45 nanometri".

AMD, secondo Meyer, approccerà al processo produttivo a 32 nanometri a metà del prossimo anno.

La crisi, però, è propotente e AMD si sta ristrutturando per affrontarla. "La prima priorità è amministrare i soldi e assicurare il mantenimento della liquidità. La seconda è mantenere gli investimenti in ricerca e sviluppo".

AMD potrebbe ripartire dai processori per portatili, un settore in cui non è mai stata davvero competitiva e in cui sta perdendo moltissimo. Secondo Meyer, gli utenti e i media dovrebbero guardare oltre i benchmark.

"Pensate a ciò che fa la gente con i PC. Pensate ai vari scenari d'uso e a come risponde una macchina. Parlate di cosa è possibile fare e non dei benchmark", ha affermato Meyer, ritenendo migliore la combinazione dei processori AMD e della grafica ATI in certi ambiti rispetti a una piattaforma Intel.

Il settore del rilancio potrebbe essere quello dei netbook. AMD, ufficialmente, non vi è mai entrata, puntando ai portatili ultrasottili, soluzioni che dovrebbero essere un po' più complete e appaganti di un netbook.

"Credo che entro un anno non parleremo di distinzione tra netbook e notebook, perché tutto sta convergendo". AMD punta molto sui prodotti da 10 e più pollici, con un prezzo da 399 dollari a salire. Yukon, Congo, Nile e Ontario sono le soluzioni citate da Meyer, che dovrebbero permettere ad AMD di avere consenso nella fascia di mercato scelta.

L'azienda riuscirà nel 2010 a riprendere la cavalcata interrotta anni fa? La crisi appiattisce un po' i valori e se AMD si gioca bene le sue carte (di certo non mancano i cervelli in quel di Sunnyvale), potrebbe uscirne bene (o al contrario, non uscirne affatto).