Android e Chrome OS saranno una cosa sola, è inevitabile

Sundar Pichai, responsabile di Chrome OS, ha spiegato al D10 che Android e Chrome OS un giorno convergeranno e avremo notebook, smartphone e tablet con lo stesso sistema operativo e app condivise. Il primo passo è il passaggio al cloud che sta già avvenendo. Intanto si evolveranno anche i Chromebook, che diventeranno convenienti e potenti, è solo questione di tempo.

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a cura di Elena Re Garbagnati

Android e Chrome OS potrebbero un giorno fondersi e diventare un unico sistema per dispositivi mobili, anziché due prodotti separati per smartphone/tablet e notebook. Lo ha detto Sundar Pichai, a capo del progetto Chrome OS, nel corso dell'intervista con Walt Mossberg al D10. 

L'ingegnere reputa che computer tradizionali, tablet e smartphone potranno un giorno convergere per completarsi a vicenda. In un esempio Pichai indica il pubblico e fa notare quante persone stanno usando un Mac, un iPad e un iPhone, con sistemi operativi diversi: "nel corso del tempo convergeranno", ha preannunciato.

Sundar Pichai

Allo stesso modo le persone useranno un ChromeBook e uno smartphone Android, che già oggi condividono molte applicazioni, e che diventeranno sempre più simili col passare del tempo. Pichai ha spiegato che "Android è estremamente efficace, si sono fatti molti passi avanti con i tablet e in molti casi gli utenti usano solo questi dispositivi per navigare".

La sostanza è che gli utenti hanno modificato rispetto al passato le abitudini d'uso e oggi "si sta procedendo sempre di più verso l'esperienza cloud. C'è ancora bisogno di una dotazione locale incentrata su CPU e unità SSD, ma il concetto è che il computer sta sempre più diventando un client con una console web da cui distribuire e gestire applicazioni, senza più bisogno di installazioni software o simili". Una visione che, a pensarci bene, non è poi così rivoluzionaria nel momento in cui tutte le piattaforme principali hanno ormai un servizio di cloud proprietario per l'archiviazione e la condivisione di contenuti.

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Anche se Pichai non l'ha detto, uno dei primi a concretizzare in fase più avanzata il suo pensiero sembra proprio Amazon, che con il Kindle Fire offre un prodotto poco potente, che tramite il browser Silk consente di gestire parte dell'elaborazione dei contenuti multimediali in remoto.

Mossberg non ha mancato di punzecchiare Pichai sull'insuccesso di Chrome OS e dei Chromebook, ma l'ingegnere non si è scomposto e ha spiegato che "ci vuole tempo. C'è stato un periodo di incubazione molto lungo lo scorso anno, ma l'obiettivo è quello di mettere a punto il sistema prima di tutto. L'ultima versione è molto più veloce [...] e il nuovo Chrome OS assomiglia di più a Windows o OS X, perché dispone di finestre, di una barra delle applicazioni, eccetera".

Quanto ai prezzi esagerati, Pichai ha spiegato che Google sta costruendo un ecosistema. "Quest'anno ci sarà un lavoro a stretto contatto con Intel e con gli OEM, che quando sarà terminato consentirà di proporre Chromebook di diverse fasce di prezzo".

Il discorso è poi virato sul browser Chrome, che di recente ha superato Internet Explorer per diffusione prevalendo sulle macchine Windows rispetto alla soluzione di Microsoft. Pichai ha ammesso che Chrome non è altrettanto popolare su Mac OS X, ma imputa il ritardo al fatto che Chrome è arrivato sulla piattaforma Mac più tardi. L'azienda di Mountain View conta comunque di continuare ad aumentare le proprie quote di mercato, perché "la velocità di Chrome è di molto superiore se si dispone di una connessione lenta".