Tim Cook, alla guida di Apple da oltre un decennio, ha riunito tutti i dipendenti dell'azienda in un incontro durato un'ora per parlare di intelligenza artificiale, definendola una sfida che l'azienda di Cupertino deve vincere. L'incontro interno arriva in un momento cruciale per Apple, che si trova a inseguire competitor come Google, Microsoft e OpenAI in un campo che sta ridefinendo l'intero panorama tecnologico.
La strategia del "secondo ma migliore"
Durante la riunione aziendale, Cook ha fatto ricorso a una narrazione che Apple conosce bene: quella di chi arriva dopo ma sa fare meglio degli altri. Il CEO ha ricordato ai dipendenti che raramente Apple è stata la prima a lanciare una nuova categoria di prodotti. "C'era un PC prima del Mac, uno smartphone prima dell'iPhone, molti tablet prima dell'iPad e un lettore MP3 prima dell'iPod", ha dichiarato secondo quanto riportato da Mark Gurman di Bloomberg. Tuttavia, nella sua visione, questo non ha impedito ad Apple di creare le versioni "moderne" di queste tecnologie.
Questa filosofia aziendale, che potremmo definire del "perfezionamento tardivo ma efficace", ha caratterizzato molti dei successi storici di Apple. L'azienda ha spesso preferito osservare il mercato, studiare gli errori dei pionieri e poi lanciare prodotti più raffinati e user-friendly.
L'intelligenza artificiale come imperativo categorico
Il messaggio di Cook ai dipendenti è stato inequivocabile: "Apple deve farlo. Apple lo farà. Questo è qualcosa che dobbiamo conquistare". Queste parole rappresentano un cambio di tono significativo per un'azienda che tradizionalmente mantiene un profilo più cauto nelle comunicazioni interne. La dichiarazione del CEO suggerisce che Apple considera l'AI non come un'opportunità tra le tante, ma come una priorità assoluta per il futuro dell'azienda.
L'urgenza espressa da Cook si riflette anche negli impegni finanziari annunciati agli investitori. Durante la recente chiamata sui risultati trimestrali, il CEO aveva già comunicato che Apple avrebbe aumentato "significativamente" gli investimenti in intelligenza artificiale. Ora, con la riunione interna, emerge chiaramente come questa strategia debba coinvolgere ogni livello dell'organizzazione.
I ritardi di Siri e la corsa al recupero
Nonostante Apple abbia lanciato nell'ultimo anno diverse funzionalità basate sull'AI sotto l'ombrello Apple Intelligence, l'azienda sta affrontando ritardi significativi proprio dove i consumatori se lo aspetterebbero meno. Gli aggiornamenti promessi per Siri, l'assistente vocale che doveva essere il fiore all'occhiello dell'ecosistema AI di Apple, hanno subito rallentamenti considerevoli. Questo ritardo è particolarmente evidente se confrontato con i progressi di concorrenti come ChatGPT di OpenAI o Google Assistant, che hanno fatto passi da gigante nell'elaborazione del linguaggio naturale.
Cook sembra aver riconosciuto implicitamente questo gap competitivo durante l'incontro con i dipendenti. La sua ammissione che Apple "raramente è stata prima" suona diversa in un contesto dove l'azienda sta chiaramente recuperando terreno perso, piuttosto che preparandosi a entrare in un mercato nuovo con un prodotto rivoluzionario.
Una scommessa da vincere a tutti i costi
L'incontro di Cook rappresenta molto più di un aggiornamento interno: è un manifesto strategico che posiziona l'intelligenza artificiale al centro del futuro di Apple. In un mercato dove giganti tecnologici investono miliardi in ricerca e sviluppo AI, l'azienda di Cupertino non può permettersi di rimanere indietro. La sfida per Apple sarà quella di applicare la sua formula collaudata – perfezionare e rendere accessibili tecnologie esistenti – in un campo dove l'innovazione avanza a ritmi vertiginosi e dove essere secondi potrebbe significare essere definitivamente tagliati fuori.