Apple ha reso pubblica la versione beta del prossimo aggiornamento di OS X, spezzando così la tradizione di segretezza che la contraddistingue da sempre. Fino a oggi infatti le versioni non definitive del sistema operativo erano riservate agli sviluppatori, mentre ora chiunque può testare in proprio le novità - con i rischi del caso.
Gli utenti Windows conoscono bene questa pratica, che per Microsoft è ormai una tradizione: l'azienda pubblica una versione non finita (beta in gergo) del software, nella speranza che le persone usandola trovino eventuali difetti e li segnalino ai programmatori responsabili.
Insomma si tratta di fare test del prodotto a titolo gratuito, ma per alcuni è un privilegio o se non altro un'esperienza emozionante che vale la pena di fare. Questa novità è quindi un'ottima notizia per quelli che spingevano fino a pagare l'iscrizione come sviluppatore (99 dollari l'anno) pur di vedere le novità in anticipo.
Una buona cosa anche per tutti quelli che usano o useranno un personal computer con la mela morsicata, perché decine di migliaia di tester dovrebbero, se non altro per numero, fare un lavoro migliore rispetto a un gruppo più piccolo. Per partecipare basta visitare la pagina dedicata, registrarsi con il proprio ID Apple e accettare le condizioni proposte da Apple.
Condizioni che risultano per lo meno curiose: Apple apre le porte a tutti, ma allo stesso tempo chiede la massima discrezione, persino che non si dica ad altri di essere entrati a fare parte del programma. Nemmeno fosse il Fight Club, la prima regola del programma beta è non parlare del programma beta.
Probabilmente un po' d'inevitabile e (relativamente) trascurabile "burocratese", ma comunque Apple chiede esplicitamente di non condividere il PC con altri, non scriverne sul blog, non pubblicare schermate o tweet né alcun tipo d'informazione.
Apple non riuscirà a mantenere alcuna riservatezza con una beta pubblica, e fa quasi tenerezza tanta formalità. Ciò che conta comunque è che tutti i "beta tester" aiutino l'azienda a migliorare il sistema operativo prima che arrivi alla versione definitiva.
Una volta accettate le condizioni non resta che scaricare e installare il software. A cose fatte nel dock troveremo una nuova icona da usare per mandare segnalazioni ad Apple. È doveroso tuttavia ricordare che una versione beta è per definizione rischiosa: il sistema potrebbe fare capricci di ogni genere e non ci sono garanzie sulla stabilità dei propri documenti più importanti, quindi meglio fare un backup prima di cominciare, e meglio ancora sarebbe testare il nuovo OS X su un computer secondario.
Sulle ragioni di Apple si possono fare solo delle ipotesi naturalmente, ma di certo almeno in parte si vuole rendere OS X più stabile e più sicuro sin dal primo momento della pubblicazione. Forse Microsoft ha fatto scuola, o forse sono stati i problemi più o meno grossi che si è portato dietro Mavericks, ma sta di fatto che è un miglioramento. A proposito di sicurezza, vale poi la pena ricordare che Apple ha pubblicato aggiornamenti specifici (vedi qui e qui) proprio di recente per correggere vulnerabilità anche gravi tanto in OS X quanto in iOS.