Un presunto cambio nei requisiti hardware per Apple Intelligence ha generato perplessità tra gli utenti Mac nelle ultime ore, quando il sito ufficiale Apple ha improvvisamente modificato le specifiche tecniche minime richieste. La pagina dedicata alle funzionalità di intelligenza artificiale integrata nel sistema operativo indica ora che è necessario un chip M2 o successivo, abbandonando la precedente compatibilità con l'intera famiglia M1. Tuttavia, l'evidenza tecnica e le incongruenze nella pubblicazione suggeriscono fortemente che si tratti di un errore editoriale piuttosto che di una reale modifica alla roadmap di supporto hardware.
La documentazione aggiornata appare esclusivamente sulla versione statunitense del portale Apple, dove tutte le voci che precedentemente indicavano "M1 e successivi" ora riportano uniformemente "M2 e successivi". Le pagine internazionali, inclusa quella britannica ed europea, mantengono invece le specifiche originali, evidenziando una discrepanza difficilmente compatibile con un cambio di politica deliberato da parte di Cupertino. Questa distribuzione geografica asimmetrica dell'aggiornamento costituisce il primo indizio significativo dell'erroneità della modifica.
L'analisi della tempistica rivela che la modifica coincide con l'aggiornamento necessario per includere il nuovo Vision Pro dotato di processore M5. In precedenza, la documentazione per il visore di realtà mista indicava semplicemente "M2", dovendo ora essere estesa a "M2 o successivi" per riflettere l'intera gamma disponibile. È ragionevolmente ipotizzabile che l'operatore incaricato dell'aggiornamento abbia applicato la stessa modifica indiscriminatamente a tutte le voci relative ai Mac, senza considerare che i computer desktop e portatili mantengono una compatibilità più ampia.
Dal punto di vista dell'architettura dei processori, non esistono ragioni tecniche evidenti per escludere i chip M1 dal supporto di Apple Intelligence. Tutti i System-on-Chip della serie M condividono la stessa architettura ARM di base, con incrementi progressivi nelle performance del Neural Engine e nell'efficienza dei core CPU e GPU. Il Neural Engine presente nell'M1 offre 11 TOPS (trilioni di operazioni al secondo), una capacità computazionale per il machine learning inferiore rispetto ai 15.8 TOPS dell'M2, ma comunque sufficiente per le operazioni di inferenza richieste dalle funzionalità AI attualmente implementate.
Apple ha storicamente mantenuto un supporto software esteso per i dispositivi meno recenti, specialmente quando si tratta di architetture recenti come Apple Silicon. I Mac dotati di chip M1, M1 Pro, M1 Max e M1 Ultra rappresentano ancora una porzione significativa della base utenti, e un'esclusione prematura da funzionalità software di punta contrasterebbe con la strategia di lungo periodo dell'azienda. L'ecosistema Apple Intelligence, presentato come integrazione profonda nel sistema operativo, è stato progettato fin dall'origine per operare anche su hardware di prima generazione.
Le implicazioni per gli utenti europei rimangono al momento invariate, considerando che le pagine locali non hanno ancora recepito la modifica controversa. La disponibilità di Apple Intelligence nei mercati dell'Unione Europea resta comunque condizionata dalle normative del Digital Markets Act e dalle questioni relative alla compliance GDPR, fattori che potrebbero influenzare tempistiche e modalità di implementazione indipendentemente dai requisiti hardware. La localizzazione linguistica e l'adattamento alle specifiche normative continentali rappresentano probabilmente ostacoli più rilevanti rispetto alle capacità computazionali dei chip M1.
L'attesa per una comunicazione ufficiale da parte di Apple dovrebbe chiarire definitivamente la situazione nelle prossime ore o giorni. Considerando l'assenza di annunci formali attraverso i canali developer o le note di rilascio di macOS, insieme all'applicazione geograficamente limitata della modifica, la tesi dell'errore mantiene una probabilità estremamente elevata. Gli utenti con Mac equipaggiati con processori M1 possono ragionevolmente continuare a fare affidamento sulla compatibilità annunciata originariamente, almeno fino a eventuali comunicazioni contrarie supportate da motivazioni tecniche concrete.