La piccola azienda italiana che vent'anni fa ha democratizzato l'elettronica open source passa sotto il controllo di uno dei più potenti produttori di chip al mondo. Qualcomm ha annunciato l'acquisizione di Arduino, la società nata nel 2005 nell'incubatore di Ivrea creato da Olivetti e Telecom Italia, che con le sue schede programmabili ha formato generazioni di maker, studenti e sviluppatori. L'operazione, ancora soggetta all'approvazione delle autorità antitrust, rappresenta un tassello strategico nella corsa del colosso californiano verso il dominio dell'edge computing e dell'intelligenza artificiale distribuita.
Dal garage di Ivrea ai chip del futuro
Quando nel 2005 un gruppo di ricercatori dell'Interaction Design Institute di Ivrea sviluppò le prime schede Arduino, difficilmente avrebbe immaginato che la loro creazione avrebbe attirato l'attenzione di Qualcomm, l'azienda che alimenta la maggior parte degli smartphone Android del pianeta. La storia di Arduino inizia in un contesto tutto italiano, in quella Ivrea che aveva già fatto la storia della tecnologia con Olivetti, e si sviluppa attorno a un'idea semplice ma rivoluzionaria: rendere la programmazione di dispositivi elettronici accessibile a chiunque.
L'ecosistema costruito dall'azienda piemontese in questi due decenni ha raggiunto dimensioni impressionanti. Con 33 milioni di utenti attivi distribuiti in tutto il mondo, Arduino è diventata molto più di una semplice produttrice di schede elettroniche: rappresenta una comunità globale che spazia dagli studenti delle scuole superiori agli ingegneri delle multinazionali, passando per artisti digitali e inventori autodidatti.
La strategia americana per conquistare l'edge
L'interesse di Qualcomm per Arduino non nasce dal caso, ma si inserisce in una strategia di acquisizioni mirata che negli ultimi anni ha già portato nel portafoglio del gruppo californiano aziende come Edge Impulse e Foundries.io. L'obiettivo dichiarato è costruire una piattaforma integrata che copra ogni aspetto dello sviluppo tecnologico: dall'hardware al software, passando per i servizi cloud.
Nakul Duggal, che guida le divisioni automotive, industriale e IoT di Qualcomm Technologies, ha spiegato che l'acquisizione punta a "democratizzare l'accesso ai prodotti avanzati di intelligenza artificiale" per la comunità globale degli sviluppatori. Una dichiarazione che suona familiare, considerando che la democratizzazione della tecnologia è sempre stata la mission di Arduino fin dai suoi esordi.
L'evoluzione verso l'industria 4.0
Negli ultimi anni Arduino ha compiuto una trasformazione significativa, spostandosi dal mondo dei maker e degli hobbisti verso applicazioni più sofisticate nell'ambito industriale e dell'IoT. Questo salto di qualità è stato accompagnato da una robusta raccolta fondi: 54 milioni di dollari ottenuti tra il 2022 e il 2023, con Cdp Venture Capital in prima fila attraverso il fondo Large Ventures.
La svolta industriale di Arduino si è rivelata particolarmente attraente per Qualcomm, che vede nell'azienda italiana un ponte ideale per portare le proprie tecnologie di intelligenza artificiale e edge computing verso una base di utenti già consolidata e tecnicamente preparata. L'edge computing, che consiste nell'elaborazione dei dati direttamente sui dispositivi anziché su server remoti, rappresenta infatti uno dei settori più promettenti per il futuro della tecnologia.
Un matrimonio ancora da celebrare
Nonostante l'annuncio ufficiale, l'acquisizione deve ancora superare il vaglio delle autorità di controllo della concorrenza. Al momento non esistono tempistiche definitive per il completamento dell'operazione, che potrebbe richiedere diversi mesi per ottenere tutte le approvazioni necessarie. Una volta concluso l'iter burocratico, i 33 milioni di sviluppatori della comunità Arduino avranno accesso diretto alle tecnologie più avanzate di Qualcomm, aprendo scenari inediti per l'innovazione distribuita.