Arriva in Italia una fabbrica da 3,2 miliardi di euro ma non è quella di Intel

Una startup di semiconduttori di Singapore investirà €3,2 miliardi per costruire una fabbrica in Italia, contribuendo all'obiettivo dell'UE di aumentare la produzione di chip.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Una startup di semiconduttori di Singapore, Silicon Box, ha annunciato di voler investire una somma considerevole, pari a 3,2 miliardi di euro, per aprire una fabbrica di chip nel nord Italia. La decisione è stata accolta con grande interesse in un contesto in cui l'Europa sta intensificando i suoi sforzi per ridurre la dipendenza dalla Cina e per garantire una maggiore autonomia nelle forniture strategiche.

Questa iniziativa assume un'importanza notevole nel contesto più ampio dell'Unione Europea, che si è posta l'ambizioso obiettivo di raddoppiare la propria capacità di produzione di semiconduttori entro il 2030, portandola dal 10% al 20% della produzione mondiale. Tale obiettivo è parte di una strategia più ampia volta a mitigare il rischio e a garantire una maggiore resilienza delle catene di approvvigionamento, particolarmente critica in settori strategici come quello tecnologico.

Silicon Box mira a utilizzare la nuova fabbrica per produrre una vasta gamma di chip destinati a settori cruciali come l'intelligenza artificiale, i veicoli elettrici e il calcolo ad alte prestazioni. Questa decisione è un riflesso della crescente domanda di semiconduttori avanzati in settori in rapida espansione e rappresenta un passo significativo verso la riduzione della dipendenza dell'Europa dalle forniture esterne.

Il governo italiano ha accolto con favore l'annuncio e ha dichiarato il proprio impegno a sostenere finanziariamente il progetto attraverso sovvenzioni e altri incentivi. La notizia tra l’altro potrebbe essere un successo da attribuire proprio al ministro Urso, che ha inviato delegazioni in diverse parti del mondo con l’obiettivo di attrarre iniziative come questa. 

Non è stato reso noto, tuttavia, l’ammontare dei finanziamenti messi a disposizione da Roma. In questi casi, purtroppo, spesso si sono verificate strategie “predatorie”, con aziende straniere che intascano le sovvenzioni governative ma poi non mantengono gli impegni. Succede anche perché, in genere, i finanziamenti sono erogati senza vincoli particolarmente stringenti. Speriamo che stavolta le cose vadano diversamente. 

La decisione di stabilire la fabbrica nel nord Italia è stata motivata non solo dalla disponibilità di infrastrutture e risorse umane qualificate, ma anche dalla volontà di creare un'ecosistema favorevole alla crescita e all'innovazione nel settore dei semiconduttori. Inoltre, la posizione strategica dell'Italia nel cuore dell'Europa rende la fabbrica un punto di accesso privilegiato per collaborazioni e partnership con altre aziende e istituti di ricerca in tutta Europa.