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BenQ PD3420Q, monitor 34” per professionisti alla prova

PD3420Q di BenQ è un monitor da 34" con risoluzione ultra-wide 21:9, ideale per chi è alla ricerca di una più ampia area di lavoro.

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Avatar di Andrea Ferrario

a cura di Andrea Ferrario

Editor in Chief

Pubblicato il 21/12/2022 alle 14:15
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  • Pro
    • Buona calibrazione di fabbrica
    • Buona ergonomia
    • Formato ultra-wide, per chi ne ha bisogno
  • Contro
    • La risoluzione wide non 4K potrebbe essere limitante per qualcuno
    • Non ideale per lavorare in HDR

Il verdetto di Tom's Hardware

BenQ PD3420Q è un monitor da 34" pensato per professionisti con formato ultra-wide, capace quindi di offrire un'area di lavoro ancora più ampia per chi ne avesse bisogno. La calibrazione di fabbrica è buona, così come l'ergonomia. La risoluzione wide non 4K potrebbe far storcere il naso a qualcuno, così come l'impossibilità di lavorare in HDR.


Informazioni sul prodotto

Immagine di BenQ PD3420Q

BenQ PD3420Q

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Il modello PD3420Q di BenQ è venduto come un modello dedicato ai professionisti della grafica, e punta tutto sullo spazio disponibile e l’accuratezza del pannello. Lo abbiamo provato e misurato le doti statiche del pannello per capire quanto possa essere, o non essere, una buona scelta per i professionisti.

Iniziamo dalle specifiche tecniche. Si tratta di un monitor da 34” con risoluzione ultra-wide 21:9, 3440x1440 pixel. Non è quindi un pannello 4K nativo, ma appartenente a questa linea professionale BenQ schiera il modello PD2725U, certo più piccolo in termini di area disponibile, ma con un pannello 4K nativo. In realtà, esistono altri due modelli della stessa linea e il PD3420Q è l’unico ultra-wide; va quindi incontro a esigenze molto specifiche, per chi ha bisogno di affiancare più progetti o finestre dello stesso progetto, o per chi fa montaggio video e può beneficiare di uno spazio orizzontale superiore alla media. La frequenza di aggiornamento è di 60 Hz, e non serve di più per il pubblico a cui si rivolge.

benq-pd3420q-259831.jpg

Il pannello è il modello IPS e BenQ indica anche la copertura spazio colore sRGB e DCI-P3, cioè pari al 100% per la prima e del 98% per la seconda, con un Delta E inferiore a 3. Per chi non sapesse cosa indica questo parametro (Delta E), definisce un errore di visualizzazione in ambito cromatico, in questo caso, più il valore è elevato, più i colori visualizzati saranno sbagliati. O, per dirla in maniera differente, al monitor viene mandato l’input di visualizzazione di un colore, ad esempio una tonalità di rosso molto specifica, ma il colore visualizzato sul monitor è in realtà un rosso di una tonalità differente. Più questo valore Delta E è alto, più il colore visualizzato si discosta da quello che sarebbe dovuto essere. L’industria ritiene che valori Delta E superiori a 3 siano visibili alla maggior parte delle persone, cioè chiunque può notare che i colori visualizzati sono, in qualche modo, sbagliati o differenti da quelli intesi. Valori inferiori a Delta E pari a 3 dovrebbero essere impercettibili. Abbiamo usato il condizionale perché un occhio allenato può scovare differenze fino a valori pari a 2, mentre in condizioni di Delta E inferiori a 1 dovrebbero essere totalmente impercettibili. In poche parole, un pannello in grado di visualizzare una scala cromatica con valori Delta E inferiori a 3 dovrebbe essere considerato sufficiente per un uso professionale, mentre valori ancora più bassi sono ovviamente migliori. Abbiamo fatto i nostri test, ve li mostreremo tra poco.

Prima diamo un’occhiata a come è fatto il monitor. Il design è molto basilare e semplice. Nessun materiale pregiato o design “senza bordo”. BenQ ha guardato più alla sostanza, e lasciato un piccolo bordo di circa un centimetro attorno al pannello, il quale è ricoperto da una pellicola opaca. La staffa posteriore è sufficientemente solida e pesante da poter muovere il monitor facilmente con una singola mano. Potrete muoverlo lateralmente, di una quarantina di gradi, che non è poco, spostarlo verticalmente di una trentina di centimetri circa e inclinarlo di circa 15 gradi. Insomma, per quanto riguarda l’ergonomia non ci sono particolari problemi, riuscirete a usarlo su ogni scrivania, soprattutto trovando l’altezza giusta senza dover ricorrere a supporti esterni. In ogni caso è presente un supporto VESA se voleste collegarlo a un braccio esterno.

La dotazione di porte prevede: due HDMI 2.0, una DisplayPort 1.4, una USB-C (DP) e un HUB USB con tre porte in versione 3.1. Quest’ultime sono abbinate a uno switch KVM. L’OSD non ha nulla di particolare, cioè è equiparabile alla maggior parte dei sistemi di controllo a bordo nella maggior parte dei monitor, e ciò ci porta a dire che non è particolarmente comodo. Niente di nuovo.

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benq-pd3420q-259822.jpg benq-pd3420q-259823.jpg benq-pd3420q-259825.jpg benq-pd3420q-259827.jpg

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Assieme al monitor è fornito un report di calibrazione di fabbrica ed è certificato Pantone, Calman e Solid Works
. La nostra misurazione (effettuata con il software Calman di Portrait Displays), con impostazioni di fabbrica, ha mostrato una copertura colore dello spazio DCI-P3 pari a 97%, un punto percentuale sotto il 98% indicato da BenQ, mentre lo spazio sRGB è ampiamente coperto al 100%. Abbiamo fatto una misurazione anche per lo spazio BT.2020, ancora più ampio, raggiungendo il 75%. Per quanto riguarda l’errore cromatico abbiamo misurato un valore di DeltaE pari a 2.3, che è ancora migliore rispetto a quanto indicato da BenQ che si limita a promettere un “inferiore o uguale a 3”. L’errore maggiore è nei toni del rosso.

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Molto bene la curva della gamma, anche se inizia a discostarsi dalla perfezione attorno al 50% della luminosità, la resa rimane omogenea fino a quasi i valori di picco. La massima luminosità misurata è stata di 375 nits, che è in realtà più alta rispetto i 350 nits indicati dall’azienda, ma ci saremmo aspettati un valore più vicino ai 400 nits considerando che BenQ lo indica come HDR400. Infatti un’analisi cromatica con pattern HDR mostra scostamenti cromatici importanti.

Abbiamo successivamente effettuato una calibrazione del monitor, migliorando ulteriormente la resa e portando l’errore cromatico a 1.4 e ottenendo una curva di gamma pressoché perfetta. L’errore più grande permane nel campo del colore rosso.

benq-pd3420q-260894.jpg

Verdetto

Il BenQ PD3420Q si è rivelato essere un buon monitor professionale, ma che dovrebbe interessare a utenti specifici. Se volete lavorare con l’HDR, non è questo il monitor che dovreste cercare, la certificazione HDR400 è limitata e alla prova dei fatti il pannello raggiunge prestazioni contenute in questo contesto. Se non è l’HDR che vi interessa allora avrete un pannello molto buono, con uno scostamento cromatico di fabbrica limitato e che può essere portato alla perfezione con una calibrazione, ma che in realtà non serve per avere dei risultati fedeli (già lo sono di fabbrica). Da lodare il modo in cui il pannello mantiene una buona curva di gamma con tutti i livelli di luminosità.

Dal punto di vista ergonomico ha quello che serve, e non ci sono particolari difetti da segnalare. Valutate voi se, in base alle vostre necessità, sentite la mancanza di qualcosa.

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