La Cina si prepara a un'ulteriore iniezione di capitali da 70 miliardi di dollari destinata all'industria nazionale dei semiconduttori, secondo quanto riportato da Bloomberg. Questa massiccia manovra si aggiungerebbe agli investimenti già stanziati attraverso iniziative come il Big Fund III annunciato all'inizio del 2025, e segna un'accelerazione strategica nel tentativo di Pechino di colmare il divario tecnologico con i colossi americani come NVIDIA e AMD. La mossa arriva in un momento paradossale: mentre l'amministrazione Trump ha recentemente riapprovato la vendita delle GPU H200 nella regione, la Cina continua a investire miliardi per ridurre la propria dipendenza dalle forniture statunitensi, storicamente soggette a restrizioni improvvise e sanzioni commerciali.
Nel corso dell'ultimo anno, il governo cinese ha moltiplicato progetti e programmi volti a rafforzare la filiera domestica dei chip, con un duplice obiettivo: incrementare la produzione interna e scoraggiare l'utilizzo di hardware proveniente da fornitori internazionali. Le sfide rimangono tuttavia enormi. Nonostante gli sforzi massicci, i design cinesi accusano un ritardo stimato di diverse generazioni rispetto alle architetture più avanzate di NVIDIA e AMD, con un gap particolarmente evidente nel settore delle GPU ad alte prestazioni e dei chip specializzati per l'intelligenza artificiale.
La carenza globale di semiconduttori ha inoltre esposto la vulnerabilità della supply chain cinese, spingendo Pechino a considerare l'autosufficienza nel settore dei chip come una priorità di sicurezza nazionale. Parallelamente agli investimenti ufficiali, persiste un fiorente mercato nero di componenti contrabbandati, sintomo della domanda insoddisfatta che l'industria locale non riesce ancora a colmare. Le GPU di fascia alta destinate al machine learning e al training di modelli AI rimangono particolarmente ambite, con chip NVIDIA che vengono reindirizzati attraverso canali non ufficiali nonostante le restrizioni all'esportazione.
L'investimento previsto dovrebbe concentrarsi su progettazione di chip, sviluppo di processi litografici avanzati e infrastrutture di produzione, settori in cui la Cina cerca disperatamente di recuperare terreno. La recente riapertura parziale delle forniture americane, con l'autorizzazione alle vendite di H200, potrebbe fornire una finestra temporanea di accesso alla tecnologia più recente, ma non modifica la strategia di lungo termine di Pechino orientata all'indipendenza tecnologica.