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Pro
- Sensore quadrato da 1/1.1"
- Apertura variabile f/2.0-f/4.0
- Autonomia fino a 4 ore
- Stabilizzazione RockSteady 3.0
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Contro
- Miglioramento marginale rispetto alla Action 5 Pro
- Risoluzione massima limitata a 4K
- Subject tracking limitato a 2.7K
Il verdetto di Tom's Hardware
Informazioni sul prodotto
La DJI Osmo Action 6 è l'ultima novità tra le action cam di DJI, e porta con sé due novità significative: un sensore quadrato da un pollice e un decimo e un'apertura variabile che va da f/2.0 a f/4.0, una caratteristica che fino a questo momento non era mai stata integrata in una action cam. Si posiziona come un prodotto versatile, rivolgendosi sia ai professionisti che ai content creator che cercano una soluzione compatta e affidabile per girare in diverse condizioni di luce.
Ma la domanda è sempre la stessa: vale davvero la pena di aggiornare il proprio equipaggiamento se già si possiede un modello precedente ? Scopriamolo.
Recensione in un minuto
La Osmo Action 6 è una action cam solida e ben costruita, con un sensore più grande di quello della Action 5 Pro e un sistema di apertura variabile che offre maggiore flessibilità creativa. Durante i test, abbiamo verificato che la qualità video è buona, specialmente in condizioni di scarsa luminosità grazie al sensore ingrandito e alla modalità SuperNight migliorata. Il sensore quadrato consente un workflow di tipo shoot first e crop later che si rivela davvero utile per chi produce contenuti destinati a più piattaforme.
Tuttavia, il vantaggio rispetto alla Action 5 è marginale in molti scenari di utilizzo quotidiano e alcune funzioni risultano ancora limitate, come la risoluzione massima bloccata a 4K quando i competitor offrono opzioni superiori. Questa action cam è consigliata a chi ancora non ne possiede una o proviene da modelli più datati, ma rappresenta un upgrade difficile da giustificare economicamente per chi ha già una Action 5 Pro o un modello similare non troppo vecchio.
Com'è fatta
La Osmo Action 6 mantiene il fattore di forma compatto e robusto tipico della linea Action di DJI, pesando 149 grammi e misurando 72,8 x 47,2 x 33,1 mm. Il corpo è impermeabile fino a venti metri senza necessità di custodia aggiuntiva, mentre con la custodia dedicata si arriva a sessanta metri di profondità. I materiali sono di buona qualità e la sensazione al tatto trasmette solidità, anche se il design generale non presenta cambiamenti radicali rispetto alla generazione precedente.
Il vero cambiamento risiede nel nuovo sensore CMOS quadrato da un 1/1.1 pollici, che rappresenta un aumento rispetto al sensore da 1/1.3 pollici della Action 5 Pro. La differenza di dimensione può sembrare minima sulla carta, ma quello che conta dal punto di vista della ripresa è che il sensore offre 13,5 stop di dynamic range e pixel equivalenti da 2,4 micrometri. Questo si traduce, almeno in teoria, in una migliore gestione delle alte luci e delle ombre, oltre a prestazioni superiori in condizioni di scarsa luminosità.
L'apertura variabile da f/2.0 a f/4.0 è la caratteristica più discussa di questa generazione. Con f/2.0 la fotocamera cattura più luce, il che risulta ideale per scene notturne o con illuminazione insufficiente, mentre con f/4.0 si ottiene una profondità di campo maggiore e dettagli più nitidi in condizioni di forte luminosità. Sono disponibili cinque step intermedi tra questi due valori, oppure è possibile usare la modalità auto che regola automaticamente l'apertura in base alla scena. In pratica, durante i test abbiamo osservato che il sistema funziona in modo fluido, anche se in modalità auto il cambio di apertura avviene in modo quasi impercettibile durante la registrazione, senza salti di esposizione evidenti che potrebbero compromettere la continuità del video.
La batteria rimane un punto di forza concreto: la Action 6 usa la stessa batteria della generazione precedente (1950 mAh) che garantisce circa quattro ore di ripresa continuativa in modalità 1080p e due ore in 4K. La ricarica avviene tramite USB-C, con la possibilità di raggiungere l'80% di carica in soli 22 minuti. Questo significa che è possibile ricaricare rapidamente la fotocamera tra una sessione e l'altra senza dover aspettare ore.
L'archiviazione interna è stata aumentata da 47 a 50 GB, il che si traduce in circa un'ora e venti minuti di video 4K a 30 FPS senza necessità di scheda microSD. Naturalmente, il supporto per schede microSD fino a 1 TB rimane disponibile, e questa capacità interna serve più che altro come backup di emergenza quando ci si dimentica la scheda o quando questa si riempie durante una lunga sessione.
Il sensore quadrato consente di registrare in diverse proporzioni direttamente sulla fotocamera: 16:9 orizzontale, 9:16 verticale, 4:3 e il nuovo formato 1:1 personalizzato che sfrutta l'intera area del sensore. Questa scelta di design ha una conseguenza diretta sul workflow: è possibile girare una sola volta in formato quadrato e poi ricavare versioni orizzontali e verticali in post-produzione senza perdita di risoluzione. Per chi crea contenuti destinati a YouTube, TikTok e Instagram contemporaneamente, questa è effettivamente una praticità non trascurabile che fa risparmiare tempo e fatica sul campo.
Sul fronte dei display, la Action 6 mantiene la configurazione a doppio schermo della generazione precedente: un display touchscreen posteriore da 2,5" con risoluzione di 640x360 pixel e un display frontale da 1,4" con risoluzione di 360x360 pixel. Entrambi gli schermi sono sufficientemente luminosi per essere utilizzati anche in piena luce solare, anche se in condizioni estreme di luminosità la visibilità può comunque essere compromessa. La risposta del touchscreen è reattiva e precisa, con menu che scorrono in modo fluido e senza lag evidenti.
Esperienza d'uso
Durante la fase di test sul campo abbiamo utilizzato la Osmo Action 6 in condizioni variegate: dalla ripresa in ambienti interni con illuminazione controllata fino a scene esterne in piena luce, passando per scenari crepuscolari e a bassa luminosità. Il sensore più grande si rivela effettivamente vantaggioso in bassa luce rispetto alla Action 5 Pro, con una raccolta di luce superiore e una gestione del rumore migliore. La modalità SuperNight, che consente di registrare video 4K a sessanta fotogrammi al secondo in condizioni quasi di oscurità totale, produce risultati utilizzabili, anche se con un aspetto leggermente over-processato che contraddistingue l'approccio DJI a questa modalità. Il rumore è contenuto e le ombre mantengono dettagli recuperabili, il che significa che è possibile intervenire in post-produzione per sollevare le ombre senza incorrere in artefatti troppo evidenti.
Tuttavia, è importante notare che il vantaggio della dimensione maggiore del sensore, in registrazione orizzontale è limitato. Il sensore guadagna altezza ma non larghezza, perché è quadrato. Questo significa che in ripresa paesaggistica tradizionale, il miglioramento è modesto rispetto alla generazione precedente e non rappresenta il salto generazionale che ci si potrebbe aspettare. Il vero beneficio emerge quando si sfrutta appieno il formato quadrato e si ricava poi il crop desiderato in post-produzione.
L'apertura variabile, testata in modalità auto, ha gestito efficacemente i passaggi tra ambienti luminosi e scuri. In una tipica scena di transizione da interno in ombra verso una finestra illuminata dal sole diretto, la fotocamera ha regolato l'apertura in modo fluido, evitando salti di esposizione che avrebbero reso il video inutilizzabile. Tuttavia, in modalità automatica, non sempre è chiaro quale sia il valore di apertura scelto dalla fotocamera, il che rende difficile prevedere la profondità di campo risultante e controllare in modo consapevole questo parametro creativo. Passando alla modalità manuale e impostando f/2.0 per scene notturne, la raccolta di luce è superiore, ma con il rovescio della medaglia di una distanza minima di messa a fuoco aumentata a circa trentacinque centimetri.
La nuova lente macro (opzionale) riduce questa distanza minima a undici centimetri, permettendo riprese ravvicinate con fuori fuoco piacevole e una resa che si avvicina a quella di una fotocamera più grande.
La stabilizzazione RockSteady 3.0, già presente nella generazione precedente, mantiene la sua efficacia e continua a rappresentare uno dei punti di forza della linea Action. Durante le riprese a mano, camminando per un'area urbana senza treppiede, il video è rimasto stabile e utilizzabile, con micromovimenti attenuati in modo efficace. L'Horizon Steady a trecentosessanta gradi funziona come promesso, mantenendo l'orizzonte perfettamente livellato anche quando si ruota la fotocamera di 90 o 180 gradi durante la ripresa. Questa funzione è particolarmente utile per chi pratica sport estremi o attività dinamiche dove il controllo dell'orientamento della fotocamera non è sempre possibile.
Il tracking di un oggetto è identico a quello della Action 5 Pro: traccia il soggetto in modo affidabile, mantiene la persona al centro del fotogramma anche durante movimenti rapidi e riprende la traccia anche se il soggetto occlude temporaneamente lo schermo passando dietro un ostacolo. Tuttavia, questa funzione è limitata a risoluzione 2.7K con standard de-warp, il che rappresenta un compromesso evidente e non un'innovazione rispetto alla generazione precedente.
L'audio dall'array di tre microfoni integrati è sufficientemente sensibile e pulito per la maggior parte degli utilizzi, con una riduzione del rumore che funziona discretamente anche se in una giornata ventosa è sempre meglio aggiungere una protezione. Chi intende usare questa fotocamera per vlogging potrà usare fino a due microfoni wireless DJI (venduti separatamente).
Il profilo colore DLOG M a 10 bit si rivela una scelta saggia per chi intende fare color grading in post-produzione e desidera estrarre il massimo dal dynamic range del sensore. Nella modalità standard, la fotocamera processa in maniera aggressiva le immagini, con saturazione elevata e sharpening pronunciato che in controluce può produrre risultati innaturali con aloni evidenti intorno ai soggetti. I nuovi filtri cinematografici incorporati sono pratici, anche se non fanno miracoli.
Durante i test di autonomia, l'indicazione di quattro ore si è dimostrata accurata in condizioni controllate con ripresa continuativa in 1080p a 30 FPS, anche se l'uso della stabilizzazione potenziata e la registrazione a framerate elevati riducono questo tempo in modo sensibile. In pratica, con un utilizzo misto che include riprese in 4K, pause e riavvii, è possibile aspettarsi circa due ore e mezza di utilizzo effettivo prima di dover ricaricare la batteria, il che è comunque un risultato rispettabile per una fotocamera di queste dimensioni.
Verdetto
La DJI Osmo Action 6 è una action cam ben realizzata, ma il salto generazionale è contenuto. I punti di forza sono reali e tangibili: il sensore più grande migliora effettivamente le prestazioni in bassa luce, l'apertura variabile offre flessibilità creativa che nessun'altra action camera attualmente sul mercato può vantare, il sensore quadrato risolve in modo elegante il problema del reframing per creatori multi-piattaforma, e la qualità costruttiva rimane eccellente, con materiali solidi e una buona resistenza all'acqua.
Tuttavia, i miglioramenti rispetto alla Action 5 Pro rimangono marginali: la risoluzione massima rimane 4K mentre alcuni competitor offrono opzioni superiori, alcune funzioni come il subject tracking rimangono ristrette a 2.7K senza giustificazioni tecniche evidenti, e la fotocamera soffre ancora di problemi occasionali di surriscaldamento in ambienti particolarmente caldi.
Per chi possiede una Action 5 Pro o una Action 4 recente, l'upgrade è difficile da giustificare economicamente, specialmente se il focus principale è la qualità video pura piuttosto che la versatilità del flusso di lavoro. Per chi proviene da generazioni più datate, il miglioramento complessivo è più evidente e l'investimento può avere senso. Per chi acquista la sua prima action camera, la Action 6 rimane una scelta solida, anche se GoPro Hero 13 e Insta360 Ace Pro 2 (qui la nostra recensione) meritano una valutazione attenta per il rapporto prezzo-prestazioni, specialmente se il sensore quadrato non rappresenta una priorità assoluta.
La Action 6 è consigliata principalmente ai content creator che potranno trarre maggior beneficio dalle riprese 1:1 e apprezzano il valore della versatilità creativa che ne deriva, nonché a chi è già integrato nell'ecosistema software di DJI e apprezza la semplicità d'uso caratteristica dei prodotti dell'azienda.