Il colosso cinese della produzione di memorie ChangXin Memory Technologies si prepara a sbarcare in borsa con un'offerta pubblica iniziale prevista per il primo trimestre del 2026. Secondo quanto riportato dal South China Morning Post, l'azienda punta a raccogliere tra i 20 e i 40 miliardi di yuan, equivalenti a circa 2,8-5,6 miliardi di dollari. La società ha già ingaggiato a luglio scorso due istituti finanziari statali, China International Capital Corporation e CSC Financial, per avviare le procedure necessarie, anche se i dettagli definitivi potrebbero subire modifiche dato che non c'è ancora un annuncio ufficiale.
La mossa di CXMT arriva in un momento particolarmente strategico per il mercato globale. L'esplosione dell'intelligenza artificiale sta mettendo sotto pressione l'intera catena di approvvigionamento mondiale di memorie e sistemi di archiviazione, con carenze e aumenti dei prezzi che secondo gli esperti potrebbero protrarsi per un intero decennio. In questo scenario, l'azienda cinese si trova nella posizione ideale per colmare il vuoto lasciato da Micron nel mercato cinese, considerando che il produttore americano starebbe abbandonando la Cina due anni dopo essere stato bandito dalle infrastrutture informatiche considerate critiche dal governo di Pechino.
Gli investimenti massicci stanno caratterizzando la crescita di CXMT negli ultimi anni. Tra il 2023 e il 2024, la compagnia ha speso tra i 6 e i 7 miliardi di dollari in spese di capitale, con previsioni di incremento del 5% per il 2025. Tra i progetti in cantiere spicca un impianto di assemblaggio per memorie HBM a Shanghai, destinato ad avviare la produzione commerciale entro la fine del 2026.
Nonostante questi investimenti consistenti, il divario tecnologico con i concorrenti consolidati rimane significativo. Micron ha già iniziato a distribuire campioni di HBM4 ad alcuni clienti già a giugno di quest'anno, mentre il produttore sudcoreano SK Hynix avrebbe completato lo sviluppo dei moduli di memoria di prossima generazione preparandosi alla produzione di massa. Gli analisti stimano che CXMT inizierà la produzione su larga scala delle proprie memorie HBM3 solo nel 2026, accumulando circa quattro anni di ritardo rispetto alla concorrenza.
Tuttavia, per l'industria dei semiconduttori cinese questo rappresenta comunque un traguardo notevole. CXMT è stata fondata appena nel 2016 con il sostegno del governo di Pechino, mentre giganti del settore come SK Hynix, Samsung e Micron operano da diversi decenni. Il fatto che un'azienda così giovane riesca a competere in un mercato così complesso e tecnologicamente avanzato dimostra la rapidità con cui la Cina sta recuperando terreno nel settore strategico dei chip di memoria, fondamentali per lo sviluppo dell'intelligenza artificiale e delle tecnologie emergenti.