Facebook investe nella dorsale oceanica da 54,8 Tbps

Entro il 2014 sarà ultimata Asia Pacific Gateway, la dorsale asiatica in fibra ottica che collegherà la Malesia alla Corea del Sud, al Giappone e altri Paesi. Fra i maggiori investitori figura Facebook, con 450 milioni di dollari, per assicurarsi un rapido incremento di clienti nel sudest asiatico.

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a cura di Elena Re Garbagnati

Facebook ha deciso di investire 450 milioni di dollari nella nuova dorsale sottomarina lunga 10.000 chilometri che collegherà la Malesia alla Corea del Sud e al Giappone, con diramazioni verso la Cina continentale, Hong Kong, Singapore, Taiwan e Vietnam. Il progetto, che inizierà entro la fine di quest'anno e dovrebbe essere ultimato entro il terzo trimestre del 2014, è stato battezzato Asia Pacific Gateway (APG). I dettagli sono inclusi nella documentazione depositata il 3 luglio presso gli enti regolatori malesi da Time DotCOM (TdC), uno dei partner del consorzio responsabile del progetto.

La dorsale Asia Pacific Gateway

Il cavo in fibra ottica, che sarà materialmente costruito da NEC, avrà una capacità di trasferimento dati di 54,8 terabit al secondo attraverso canali da 40 Gbps, ma sarà preparata fin dall'inizio la predisposizione per aggiornarlo a 100 Gbps quando saranno disponibili tecnologie più avanzate e nel momento in cui le esigenze lo richiederanno.  L'investimento di TdC è pari a 45 milioni di dollari e copre una larghezza di banda pari a 3.4 Tbps, per la connessione fino alla Malesia.

La domanda di larghezza di banda nelle connessioni fra Indocina e Sud Est asiatico sta aumentando a un tasso di crescita annuo composto del 44% - da circa 2.862 Gbps nel 2011 a 24.000 Gbps in cinque anni.

Nel comunicato di TdC si legge che gli altri partecipanti al progetto sono China Mobile, China Telecom, China Unicom, Taiwan Chunghwa Telecom, oltre agli operatori di rete coreani KT e LG Uplus, alla giapponese NTT Communications, StarHub di Singapore, Viettel Group e Vietnam Posts and Telecommunications Group. L'unico collegamento che al momento è in dubbio è la diramazione verso le Filippine, perché Philippine Long Distance Telephone Co. (PLDT), che all'inizio era fra i membri del consorzio, non compare in quella definitiva.

Le proiezioni di crescita del traffico nell'area servita dalla dorsale

Quanto a Facebook, la portavoce Charlene Chian ha spiegato alla BBC che l'investimento è stato fatto con l'obiettivo di "sostenere la crescita del social network in Asia meridionale e per servire meglio gli utenti in quella regione", che è uno dei suoi mercati in più rapida crescita. Chian ha anche fornito qualche dettaglio in più sulle partecipazioni dei soci del consorzio: "ciascuno dei 12 membri avrà una percentuale di possesso proporzionata al suo investimento nel progetto".

TdC da parte sua spera che la nuova dorsale riduca la dipendenza dei collegamenti da Singapore, che al momento è la via di transito obbligata per il traffico internazionale di telecomunicazioni. Il cavo in fibra ottica favorirà inoltre lo scambio di dati dei Paesi dell'area interessata con il Nord America.

Gli studi per il progetto sono iniziati nel 2009, e fino a gennaio Facebook non risultava nella lista dei potenziali investitori. La decisione potrebbe essere stata presa alla luce degli ultimi risultati di crescita del social network negli Stati Uniti, che secondo il Wall Street Journal denotavano segni di un "forte rallentamento". È anche da notare allo stesso tempo che una ricerca di mercato di Nielsen ha svelato che la Rete sta vivendo un momento di rapida crescita in Asia: un fattore che Facebook non può permettersi di trascurare.

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Google aveva annunciato nel 2008 la partecipazione a un progetto simile, con un investimento di 300 milioni di dollari nel cablaggio sottomarino Unity tra l'Asia e Stati Uniti. Ovviamente le due aziende fanno il loro interesse, ma è scontato che una volta predisposta la dorsale ci saranno benefici per tutti.

Che Facebook e Google decidano un giorno di investire anche in Europa, mettendo finalmente a tacere le polemiche sollevate in più occasioni da parte degli operatori telefonici contro le cosiddette aziende "over the top", accusate di beneficiare delle reti senza partecipare alla loro costruzione?