Gli antivirus prodotti dai russi vanno eliminati, possibili problemi di cybersecurity

In Italia cresce la preoccupazione per eventuali cyberattacchi e l'utilizzo di software antivirus prodotti in Russia.

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a cura di Antonello Buzzi

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Franco Gabrielli, ex capo della polizia e della Protezione Civile e che ora ricopre la carica di sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega alla sicurezza nazionale, è stato recentemente intervistato dal Corriere della Sera, dove ha parlato di cybersicurezza. Nello scenario attuale, dove l'invasione dell'Ucraina da parte della Russia ha destabilizzato gli equilibri internazionali, è necessario fare il possibile non solo per colpire la Russia con severe sanzioni, ma allontanarsi il più possibile dalla sua dipendenza. Questo riguarda anche il mondo "virtuale", prima di tutto cercando di proteggersi da eventuali cyberattacchi.

Come detto dallo stesso Gabrielli, "al momento non ci sono indicatori sulla volontà di spostare lo scontro su questo terreno, ma ciò non significa che non avverrà. Non dobbiamo farci trovare impreparati, sviluppando la nostra capacità di difesa e resilienza". "Più la situazione si complica" e "più aumenta la possibilità che il conflitto si estenda ad aggressioni cibernetiche verso i Paesi dichiarati 'ostili' da Putin" e, di conseguenza, si rende necessario affrontare eventuali potenziali problemi informatici "non con disperazione ma con spirito di reazione per evitare le conseguenze peggiori". La prima cosa da fare è liberarsi di "limiti strutturali di un sistema di server pubblici inadeguato" e in secondo luogo "da una dipendenza dalla tecnologia russa".

Ad esempio, gli antivirus prodotti da Kaspersky sono molto utilizzati in Italia, anche presso le pubbliche amministrazioni, il che potrebbe potenzialmente portare a furti di dati sensibili e attacchi di vario genere. Cybersecurity Italia a Il Tempo, ha affermato, come ripreso da Il Giornale: "Anche il computer che Draghi utilizza alla presidenza del consiglio potrebbe aver installato l'antivirus Kaspersky, perché Palazzo Chigi è tra i 2297 acquirenti pubblici italiani di quel software".

Come sempre, è bene difendersi da potenziali attacchi anche stando attenti a eventuali e-mail sospette che potrebbero costituire dei tentativi di phishing, soprattutto se contengono file da aprire in allegato che potrebbero contenere malware, nonché adottare dei sistemi di backup che consentano di recuperare file importanti.