IBM Watson, cyber segugio contro il crimine informatico

IBM Watson diventerà il nuovo alleato degli analisti di sicurezza. Otto fra le università di riferimento a livello mondiale contribuiranno ad addestrare il sistema Watson in ambito Cyber Security.

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a cura di Manolo De Agostini

Watson, l'intelligenza artificiale di IBM, sarà addestrata sui temi della sicurezza all'interno di un progetto di ricerca della durata di un anno. L'iniziativa, nota come Watson for Cyber Security, vedrà IBM collaborare con otto università a livello mondiale a partire dal prossimo autunno.

Più precisamente l'azienda statunitense coopererà con la California State Polytechnic University di Pomona, la Pennsylvania State University, il MIT, la New York University, l'Università del Maryland della Baltimore County (UMBC), l'Università di New Brunswick, l'Università di Ottawa e l'Università di Waterloo.

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Addestrare il sistema Watson in ambito cyber security è uno passaggio critico per il progresso dei sistemi cognitivi nell'ambito della sicurezza informatica. Watson sta apprendendo le diverse sfumature delle abilità tipiche di un analista di sicurezza, capace d'individuare evidenze analizzando tracce e dati di attacchi informatici e minacce difficili da scovare.

Con la nuova collaborazione IBM punta a istruire Watson alla comprensione del linguaggio in ambito cyber security. L'impegno di IBM è finalizzato ad ampliare le capacità degli analisti che si occupano di sicurezza che, grazie all'uso di sistemi cognitivi, potranno trovare con rapidità connessioni tra dati, minacce emergenti e strategie difensive.

Smart Machines: IBM's Watson and the Era of Cognitive Computing Smart Machines: IBM's Watson and the Era of Cognitive Computing
  

Elemento centrale nell'addestramento di Watson for Cyber Security è la banca dati in ambito cyber security conosciuta come X-Force. "Si tratta di un patrimonio di conoscenze estremamente vasto e specializzato e comprende 20 anni di ricerca sulla sicurezza, dettagli relativi 8 milioni di attacchi di tipo spam e phishing e oltre 100.000 vulnerabilità documentate", spiega IBM.

L'aiuto di Watson permetterà per esempio a un'azienda di medie dimensioni di risparmiare tempo e denaro: ogni giorno un'azienda di questo tipo deve valutare più di 200 mila dati relativi alla sicurezza, spendendo mediamente 1,3 milioni di dollari all'anno solo per la gestione dei "falsi positivi".

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Watson cercherà di evitare tutto questo sfruttando la sua capacità di ragionare e apprendere da "dati non strutturati", che costituiscono l'80% di tutti i dati presenti in internet, per fare meglio degli strumenti di sicurezza tradizionali. Quest'ultimi infatti non riescono a elaborare informazioni che provengono da blog, articoli, video, report, alert e informazioni di altro tipo.

Watson for Cyber Security usa tecniche avanzate di analisi del linguaggio naturale per comprendere anche gli aspetti vaghi e imprecisi, caratteristici del linguaggio umano, presenti all'interno dei dati non strutturati.

Oltre a fornire spunti relativi alle minacce emergenti, Watson offrirà altre funzionalità, tra cui tecniche di data mining per l'analisi e l'individuazione di outliners, strumenti di presentazione grafica e tecniche per identificare collegamenti tra data point derivanti da documenti diversi. Ad esempio Watson potrà rintracciare dati relativi ad una tipologia emergente di malware in un bollettino di sicurezza online e collegare questi elementi con dati contenuti nel blog di un analista di sicurezza che descrive una nuova strategia di risoluzione.