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Intel Xeon Phi: il coprocessore tornerà accanto alla CPU?

Il coprocessore Xeon Phi di Intel potrebbe trasformarsi: da scheda acceleratrice per slot PCI Express a chip da inserire in un socket sulla scheda madre.

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Avatar di Manolo De Agostini

a cura di Manolo De Agostini

@Tom's Hardware Italia

Pubblicato il 19/11/2013 alle 08:00 - Aggiornato il 15/03/2015 alle 01:48
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Il futuro dei coprocessori Intel Xeon Phi basati su architettura MIC (Many Integrated Core), attualmente relegati al ruolo di schede acceleratrici da inserire negli slot PCI Express, potrebbe essere quello di diventare in tutto e per tutto un chip da inserire in un socket come avviene tutt'oggi con i processori non saldati sulle motherboard.

Il sito Bright Side of News afferma che la casa di Santa Clara sta cercando di migliorare il proprio progetto e rispondere alle necessità dei centri di ricerca a caccia di supercomputer sempre più potenti, il tutto senza dimenticare l'aspetto degli introiti, che a quanto pare rappresentano un problema ben più grande di quello tecnico.

La fonte afferma che la scheda Xeon Phi non consente a Intel di fare soldi, dato che la maggior parte dei componenti presenti sul circuito stampato è realizzata da terze parti - memoria GDDR5, elementi PWM e lo stesso PCB, solo per fare alcuni esempi. "Intel spesso vende Xeon Phi sotto costo (o addirittura le regala a istituzioni bancarie come UBS)", sottolinea Theo Valich su Bright Side of News.

Il vettore principale per la diffusione di questo coprocessore rimange la CPU Xeon ed è questo che sinora ne ha facilitato la diffusione. Secondo i dati divulgati da Nvidia nelle scorse ore, le soluzioni acceleratrici di Intel hanno solo il 4% di quota di mercato, una percentuale davvero misera se paragonata a quella delle soluzioni Tesla, ma non così male se rapportata agli altri attorni del mercato, come AMD.

Sotto la nuova guida di Brian Krzanich, che ha preso il posto di Paul Otellini dal mese di maggio, Intel starebbe quindi cercando di capire come fare soldi senza essere dipendenti dalle terze parti e continuando a proporre il binomio Xeon + Xeon Phi. La risposta a cui sarebbero giunti i tecnici e le alte sfere dell'azienda è quella di trasformare Xeon Phi in un chip da inserire in un socket, dipendente da una CPU Xeon per funzionare.

In questo modo Intel riuscirebbe non solo a continuare a vendere i due chip in coppia, ma anche a offrire ai produttori di supercomputer maggiore flessibilità, seppur con qualche rinuncia. Da una parte i tecnici potrebbero infatti decidere quanta memoria abbinare al chip, superando i paletti imposti dalla GDDR5 saldata al PCB, ma allo stesso tempo il bandwidth di memoria calerebbe in modo marcato.

Non è quindi detto che si tratti della mossa giusta per rispingere l'avanzata delle GPU, che nel corso dei prossimi anni diventeranno tanto complete non aver più bisogno di un microprocessore per funzionare, grazie anche all'uso di core ARM. Intel, in ogni caso, avrebbe già realizzato i primi sample di questa nuova Xeon Phi, ma non è chiaro quando i prodotti saranno disponibili. Si vocifera comunque che il progetto sarà compatibile con le DDR4, quindi se la voce di corridoio è esatta avremo maggiori dettagli nel 2014, in attesa di un debutto ufficiale probabilmente sul finire del prossimo anno o al più tardi nel 2015.

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