Aggiornamento
Meta ha rilasciato una dichiarazione ufficiale tramite un portavoce di WhatsApp, che vi riportiamo di seguito.
“Le accuse sono prive di fondamento. La crescente diffusione di chatbot di intelligenza artificiale sulla nostra Business API genera un sovraccarico dei nostri sistemi, che non sono stati progettati per supportare questo tipo di utilizzo. Tuttavia, il settore dell’IA è altamente competitivo e le persone possono accedere ai servizi che preferiscono in molti modi diversi: tramite app store, motori di ricerca, servizi email, integrazioni con terze parti e sistemi operativi.”
Inoltre, Meta ha tenuto a sottolineare che, come già comunicato dalla Commissione Europea, l'indagine non riguarderà l'Italia, per non sovrapporsi alle indagini in corso da parte delle nostre autorità.
"The formal investigation will cover the EEA except for Italy. This is to avoid an overlap with the Italian Competition Authority's ongoing proceedings for the possible imposition of interim measures concerning Meta's conduct."
Notizia originale
L'Unione Europea ha avviato un'indagine formale contro Meta per presunte violazioni della concorrenza legate alle restrizioni imposte sui chatbot di intelligenza artificiale all'interno di WhatsApp. La Commissione Europea teme che le nuove politiche aziendali possano soffocare la competizione nel settore dell'AI, impedendo ai fornitori terzi di raggiungere gli utenti attraverso la piattaforma di messaggistica mentre Meta AI, il servizio proprietario dell'azienda, continuerebbe a operare senza limitazioni.
La controversia nasce dalle modifiche ai termini di servizio di WhatsApp Business annunciate da Meta lo scorso ottobre. Le nuove regole vietano alle aziende di utilizzare le API della piattaforma per distribuire chatbot AI sviluppati da terze parti. Per i nuovi fornitori di intelligenza artificiale, il divieto è entrato in vigore il 15 ottobre, mentre per quelli già attivi su WhatsApp la scadenza è fissata al 15 gennaio 2026. Una mossa che ha già prodotto conseguenze concrete: sia OpenAI che Microsoft hanno comunicato all'inizio dell'anno l'intenzione di rimuovere rispettivamente ChatGPT e Copilot dalla piattaforma in risposta alle nuove politiche.
Secondo la Commissione Europea, le modifiche potrebbero costituire un abuso di posizione dominante. Il comunicato ufficiale sottolinea che "i fornitori di AI concorrenti potrebbero essere bloccati nel raggiungere i propri clienti attraverso WhatsApp, mentre il servizio AI di Meta resterebbe accessibile agli utenti sulla piattaforma". L'inchiesta valuterà se Meta abbia violato le normative comunitarie che proibiscono lo sfruttamento di una posizione dominante per ostacolare la competizione, rendendo più difficile per i fornitori più piccoli competere con i servizi proprietari dell'azienda.
Le implicazioni finanziarie sono considerevoli. La normativa antitrust europea prevede multe che possono raggiungere il 10% del fatturato globale annuale per le violazioni accertate. Nel caso di Meta, la sanzione potenziale ammonta a 16,45 miliardi di dollari. Non è stata fissata una scadenza per il completamento dell'indagine, che seguirà i tempi tecnici necessari per raccogliere prove e valutazioni approfondite sul comportamento dell'azienda nel mercato dell'intelligenza artificiale.
Teresa Ribera, commissaria europea per la concorrenza, ha inquadrato l'intervento in una prospettiva più ampia di tutela dell'innovazione tecnologica. "I mercati dell'AI sono in piena espansione in Europa e oltre", ha dichiarato Ribera. "Dobbiamo garantire che cittadini e imprese europee possano beneficiare pienamente di questa rivoluzione tecnologica e agire per impedire agli operatori digitali dominanti di abusare del loro potere per escludere concorrenti innovativi".