Microsoft sta ridisegnando la propria strategia nell'ambito dell'intelligenza artificiale, delineando un percorso che si distacca dalla corsa sfrenata verso l'AGI (Artificial General Intelligence) per concentrarsi su un obiettivo più ambizioso e, almeno nelle intenzioni, eticamente orientato: la "Humanist Superintelligence" (HSI). L'annuncio arriva da Mustafa Suleyman, CEO di Microsoft AI, in un momento cruciale per l'industria tech, quando l'investimento da 13 miliardi di dollari in OpenAI è stato convertito in una partecipazione del 27% nella public benefit corporation, con una valutazione complessiva che raggiunge i 135 miliardi di dollari. La mossa segna un cambio di paradigma rispetto alla narrativa dominante nel settore, dove l'AGI è diventata un termine abusato e spesso privo di definizioni concrete.
Il nuovo accordo definitivo tra Microsoft e OpenAI, firmato la scorsa settimana, include clausole tecnicamente significative per il futuro dell'AI. OpenAI non potrà dichiarare unilateralmente il raggiungimento dell'AGI per svincolarsi dalla partnership: sarà necessaria la validazione di un panel di esperti indipendenti. Microsoft mantiene inoltre i diritti di proprietà intellettuale su modelli e prodotti fino al 2032, con una clausola che si estende anche ai modelli post-AGI. Ma l'elemento più rilevante per l'ecosistema tech è che Redmond può ora perseguire lo sviluppo di AGI in modo autonomo o collaborando con terze parti, una libertà che sta già sfruttando attraverso il proprio laboratorio di ricerca frontier.
La Humanist Superintelligence, secondo la definizione di Suleyman, rappresenta un sistema AI con capacità cognitive superiori a quelle umane in un ampio spettro di domini. Non si tratta di una semplice superintelligenza come definita dalla letteratura classica, ma di un'architettura esplicitamente progettata per rimanere sotto controllo umano e allineata ai valori dell'umanità.
L'approccio di Microsoft si distingue nettamente dalla competizione nel settore. Mentre il panorama tech è dominato dalla corsa all'AGI come traguardo fine a se stesso, Suleyman sottolinea che l'HSI sarà uno strumento per risolvere problemi concreti mantenendo il controllo umano. La differenza filosofica è sostanziale: non un'intelligenza artificiale generale astratta ed eterea, ma una tecnologia pratica progettata esclusivamente per servire l'umanità. Questa distinzione potrebbe avere implicazioni profonde per lo sviluppo futuro dell'AI, specialmente nel contesto delle normative europee come l'AI Act, che privilegiano approcci human-centric.
Il CEO di Microsoft AI riconosce apertamente l'assenza di soluzioni definitive per garantire la sicurezza di sistemi con capacità di "learning to learn". La sfida del contenimento e dell'allineamento non può essere affrontata esclusivamente dai laboratori di ricerca frontier, ma richiede un impegno collettivo globale.