Mozilla tra fallimento, rincorsa e vita da comprimaria

Mozila e Google rinnovano l'accordo sulla ricerca in Firefox per tre anni. Il motore della casa di Mountain View sarà quello predefinito del browser open source. L'intesa è particolarmente importante per la Fondazione, che dal patto con Google ottiene gran parte dei propri introiti.

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a cura di Manolo De Agostini

Mozilla tra fallimento, rincorsa e vita da comprimaria

E così, con Firefox 9 fresco di pubblicazione, in casa Mozilla si può brindare e tirare un sospiro di sollievo, anche se c'è tanto da fare. Tra i vari progetti aperti, Firefox rimane quello di punta e il più conosciuto.

Quest'anno la Fondazione ha presentato sei versioni del browser, a partire da Firefox 4 disponibile dal 22 marzo. Il nuovo ciclo di sviluppo sembra procedere spedito, ma in questi mesi Mozilla non ha introdotto grandi caratteristiche, occupandosi più del cuore del browser: Firefox 7 ha ridotto l'occupazione della memoria di sistema, mentre la nona versione ha accelerato le prestazioni con i JavaScript del 30%. Caratteristiche interessanti, ma che molti utenti non percepiscono.

Qualche novità sostanziale dovremmo iniziare a vederla con le versioni 11 e 12, attese rispettivamente il 13 marzo e il 24 aprile. Le due release presenteranno dapprima in modo incompleto, poi in versione definitiva, quelli che sono stati definiti "aggiornamenti silenziosi". Prevista originariamente per Firefox 10, questa caratteristica permetterà a Firefox di aggiornarsi in modo simile a Chrome, cioè in autonomia e senza richiedere molta interazione da parte degli utenti.

La versione 11 dovrebbe avere presentare anche una nuova versione della pagina "Nuova scheda", mentre la 12 supporterà completamente le Web App su desktop e offrirà un nuovo download manager. Basterà tutto questo per fermare Chrome? Forse no, ma se non altro sono segnali incoraggianti.

Un altro punto su cui Mozilla non deve lasciarsi andare è però più di carattere finanziario/strategico, e si chiama "spese". Dal 2009 al 2010 gli investimenti sono passati da 61 a 87 milioni di dollari. Un trend naturale per chi vuole crescere, ma che non sembra dare i frutti sperati: l'impegno nel mondo mobile ha finora portato alla creazione di Firefox per Android, una soluzione che non ha avuto grande successo. L'azienda inoltre non sembra intenzionata a sviluppare il browser per iOS (esiste Home, ma non è un browser) o Windows Phone.

Insomma, se all'investimento non corrisponde un ritorno immediato o quantomeno segnali positivi per incassi futuri, si tratta di soldi che rischiano di finire dispersi. Chissà se Boot to Gecko, il sistema operativo mobile nei progetti di Mozilla saprà invertire la tendenza, anche se, pur non conoscendone i dettagli, riteniamo che sarà quasi impossibile che trovi spazio in settore in cui i giganti (Apple, Google, Microsoft) offrono esperienze integrate e altamente controllate che appagano la maggior parte degli utenti mobili. Ma fortunatamente Mozilla ha altri tre anni di vita assicurati, e tutto può succedere in un lasso di tempo così ampio.