Mozilla è salva. La Fondazione ha firmato un nuovo accordo con Google della durata di tre anni, che assicurerà introiti in cambio dell'impostazione del motore di ricerca della casa di Mountain View come predefinito.
Le due aziende non hanno reso noti i dettagli finanziari di questa intesa, ma osservando i bilanci degli anni passati, come quello del 2010, si può vedere che il patto con Google rappresenta una fetta sostanziale, oseremmo dire vitale (84%), del fatturato della fondazione. Senza i soldi di Big G non si mangia, e niente Firefox.
Mozilla incassa principalmente dagli accordi sulla ricerca integrata nel browser - che valgono 121,1 milioni di dollari e superano il 98%, mentre nel 2009 erano al 97%. A versarle soldi ci sono oltre a Google anche Bing (Microsoft), Yahoo, Amazon ed eBay, solo per fare qualche nome.
Nel corso delle ultime settimane ci sono stati mormorii in rete sull'andamento delle trattative. Qualcuno ha addirittura ipotizzato che Google volesse sferrare l'attacco definitivo: tagliare la spina a Firefox chiudendo i rubinetti, completando il lento e per ora inesorabile lavoro del browser Chrome, che si sta lasciando sempre più alle spalle quello che una volta era il principale avversario di Internet Explorer (Firefox sorpassato da Chrome, la crisi recessiva di Mozilla).
Una tesi che aveva una logica, poiché l'accordo era terminato a novembre e rispetto al passato (nel 2008 il rinnovo è arrivato ad agosto, in anticipo), ci sono volute settimane di tira e molla per arrivare al lieto fine.
Certo, nulla avrebbe impedito a Microsoft di subentrare a Google dal punto di vista finanziario, ma poiché il motore di ricerca integrato standard è cruciale per l'esperienza complessiva dell'utente, perdere Google sarebbe stato un vero passo falso.
Per ora la casa di Redmond si deve accontentare di una versione a parte, per gli amanti di Bing (soprattutto negli Stati Uniti, dove è offerto un servizio migliore rispetto al resto del mondo), oltre alla presenza nella lista dei browser selezionabili.