Netbook libero, Psion demorde

Si concludono con un nulla di fatto le scaramucce legali tra Intel e Psion sull'uso del termine netbook.

Avatar di Manolo De Agostini

a cura di Manolo De Agostini

Si è conclusa la diatriba sul marchio netbook che coinvolgeva Psion e Intel. Psion ha rinunciato ad avanzare i diritti sulla dicitura "netbook", permettendo a Intel e ai produttori di hardware di sfruttare il termine senza versare compensi (royalties) oppure incappando in procedimenti legali. Non è chiaro se Intel, in cambio di questo vantaggioso accordo, abbia versato denari a Psion (come spesso accade nelle risoluzioni extragiudiziarie).

L'accordo siglato permette ai reparti marketing dei produttori di PC di usare il termine netbook e non dover ricorre a escamotage, primo fra tutti indicare i prodotti come "mini notebook".

Intel e Psion pace fatta

Ricordiamo brevemente la vicenda: l'azienda anglosassone nel 2000 presentò un prodotto portatile chiamato "netBook" e per questo motivo affermava di detenere i diritti sul nome e sul marchio. L'arrivo della categoria di prodotti che tutti chiamiamo netbook ha innescato l'ira di Psion, che dichiarò di essere stata danneggiata dall'uso indiscriminato del termine da parte di altre aziende. Questa affermazione portò Dell a indire una petizione per permettere l'uso della parola netbook e Intel a portare Psion in tribunale. Psion, susseguentemente, portò Intel alla sbarra, chiedendo i danni.

Ora l'epilogo, indolore per Intel e le aziende produttrici e, forse, fruttuoso per la semi-sconosciuta Psion. Quel che è bene, finisce bene.