Il mercato nero delle schede grafiche modificate ha raggiunto un nuovo livello di audacia tecnologica con l'apparizione di una RTX 5090 equipaggiata con ben 128 GB di VRAM, una quantità che supera probabilmente l'intera dotazione di memoria del computer medio. Questo fenomeno, nato dalle restrizioni commerciali imposte dagli Stati Uniti alla Cina per i componenti ad alte prestazioni, ha dato vita a un ecosistema parallelo dove i modder smontano schede grafiche da gaming per trapiantarne i componenti su PCB personalizzate destinate all'intelligenza artificiale. La necessità di memoria per far girare localmente modelli linguistici di grandi dimensioni ha reso queste modificazioni estreme economicamente appetibili, nonostante i rischi e i costi elevati.
L'evoluzione delle modifiche: dai 48 ai 128 GB
Questa RTX 5090 potenziata rappresenta un salto qualitativo rispetto alle precedenti modificazioni che avevamo visto circolare. Mentre le RTX 4090 modificate raggiungevano solitamente i 48 GB di VRAM, con qualche caso eccezionale che arrivava a 96 GB utilizzando moduli GDDR7 in configurazione fronte-retro, il nuovo prototipo quadruplica la memoria standard della 5090 originale. La scheda di partenza monta infatti 32 GB di memoria GDDR7, una quantità già considerevole per il gaming ma evidentemente insufficiente per certe applicazioni di intelligenza artificiale.
La complessità tecnica di questa operazione è notevole e richiede competenze ingegneristiche specifiche. Per raggiungere i 128 GB, i modder devono utilizzare chip di memoria GDDR7X non ancora disponibili su larga scala, oppure progettare PCB completamente personalizzate capaci di ospitare 64 GB di memoria su ciascun lato della scheda. Attualmente, i chip GDDR7 ad alta densità più avanzati sono da 24 Gb (3 GB) per modulo, il che normalmente limiterebbe la capacità massima a 48 GB senza ricorrere a soluzioni architetturali più complesse.
Il prezzo della trasgressione tecnologica
Secondo le fonti che hanno rivelato l'esistenza di questo prototipo, il prezzo si aggira intorno ai 13.200 dollari, circa quattro volte il costo di una RTX 5090 standard. Paradossalmente, questo prezzo ha una sua logica di mercato: confrontandolo con la RTX 6000 Pro da 96 GB venduta a 10.000 dollari, si ottiene il 33% di memoria in più per un incremento di prezzo proporzionale. Il costo riflette non solo il valore dei componenti utilizzati, ma anche l'artigianalità richiesta per realizzare queste modificazioni a mano, un processo che richiede competenze specializzate e attrezzature precise.
Another fun 5090 128G prototype 😂 super limited with ~13.2k USD price 😂 pic.twitter.com/d0ypVglfII
— I_Leak_VN (@I_Leak_VN) September 7, 2025
La conferma che la modifica funziona effettivamente arriva dallo screenshot del software Nvidia-SMI pubblicato insieme all'annuncio, che mostra chiaramente il riconoscimento completo dei 128 GB di memoria da parte del sistema. Questo significa che non si tratta di un semplice esperimento concettuale, ma di un prodotto funzionante che richiede firmware e BIOS personalizzati per gestire correttamente la memoria aggiuntiva. Il fatto che venga proposto con un prezzo specifico suggerisce inoltre una potenziale commercializzazione, seppur limitata a una clientela molto ristretta.
I rischi del mercato parallelo
Questo fenomeno ha però un lato oscuro che riguarda i consumatori inconsapevoli. Dopo l'estrazione del core grafico e della memoria dalle schede originali, questi componenti spesso finiscono sui mercati dell'usato dove vengono venduti come RTX 5090 autentiche a prezzi apparentemente vantaggiosi. Il boom dell'intelligenza artificiale ha intensificato questa pratica, inondando il mercato di schede grafiche vuote che mantengono solo l'aspetto esteriore dell'originale. Per i compratori, la regola d'oro rimane quella di diffidare delle offerte troppo allettanti, soprattutto in un periodo in cui la domanda di GPU ad alte prestazioni mantiene i prezzi stabilmente elevati.
La proliferazione di questi dispositivi modificati testimonia l'ingegnosità del mercato nero tecnologico, ma solleva anche questioni sulla sicurezza e sull'affidabilità di componenti così critici. Mentre i modder dimostrano competenze tecniche impressionanti nel realizzare questi Frankenstein digitali, l'assenza di controlli di qualità industriali e garanzie ufficiali rende questi prodotti adatti solo a utenti esperti e consapevoli dei rischi associati.