La nascita di RevoDrive

Recensione - Test del RevoDrive X2, un SSD fuori dal comune con prestazioni molto elevate.

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a cura di Tom's Hardware

La nascita di RevoDrive

Il primo RevoDrive si basa su due controller SandForce SF-1200, collegati a memoria NAND prodotta da Intel. Ogni controller è collegato a sua volta a un controller SATA a quattro porte Silicon Image Sil3124, e questa soluzione serve a creare l'equivalente di un RAID 0 con le memorie NAND. Un bridge Pericom "invertito", infine, trasforma la connessione PCIe a quattro linee in PCI-X.

L'approccio di OCZ non è particolarmente elegante, ma dal punto di vista economico è sensato, almeno per gli appassionati. Il controller PCI-X e il chip usato come bridge infatti non aggiungono molto al costo del prodotto, e così il RevoDrive ha un prezzo simile a quello che costerebbero due drive Vertex abbinati ad altrettanti controller controller SandForce.

OCZ ha scelto in ogni caso componenti che massimizzano le prestazioni del RevoDrive. Si potrebbe pensare che non sia così, visto che il Bridge Pericom è limitato alla larghezza di banda della connessione PCIe 1.1 – 1 GB/s bidirezionale - ma in verità questo valore è ben al di sopra dei 540 MB/s dichiarati di cui è capace il RevoDrive, per i trasferimenti sequenziali. Ognuna delle porte del Sil3124, a loro volta, possono sostenere gli standard SATA 3 Gb/s, e anche in questo caso siamo davanti a prestazioni più che sufficienti.

Insomma, OCZ ha fatto il possibile per eliminare i colli di bottiglia, e dal punto di vista hardware il RevoDrive permette di sfruttare al massimo le prestazioni della memoria NAND.

Ricordiamo infine che negli ultimi mesi OCZ ha presentato anche altri prodotti SSD ad alte prestazioni. C'è per esempio il Vertex 3 Pro ed EX, che usa un controller SandForce 2000 e si collega via PCIe, oppure l'OCZ Z-Drive R3 (OCZ Z-Drive R3, SSD da 1000 MB al secondo), basato sulla stessa interfaccia.