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Computer raffreddato a caffè? Ecco il Coffeematic PC

Nonostante non monti un processore Coffee Lake, questo dispositivo è perfettamente compatibile con Java.

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Avatar di Luca Zaninello

a cura di Luca Zaninello

Managing Editor

Pubblicato il 08/08/2025 alle 14:13

La notizia in un minuto

  • Doug MacDowell ha trasformato una macchina per il caffè vintage degli anni '80 in un computer funzionante, utilizzando il caffè caldo come sistema di raffreddamento al posto dei tradizionali liquidi refrigeranti
  • Il progetto combina sostenibilità e creatività, utilizzando componenti hardware riciclati e una caffettiera recuperata dall'usato, dimostrando le potenzialità dell'upcycling tecnologico
  • L'innovativo sistema di raffreddamento richiede ingegneria personalizzata con pompe certificate per uso alimentare e materiali specifici per gestire le proprietà fisico-chimiche del caffè
Riassunto generato con l'IA. Potrebbe non essere accurato.

Il mondo del modding informatico ha sempre sfidato i confini tra funzionalità e creatività, ma raramente si è visto qualcosa di così audace quanto il progetto di Doug MacDowell. Questo analista di dati e appassionato di costruzioni artigianali ha deciso di trasformare una comune macchina per il caffè degli anni '80 in un computer perfettamente funzionante, utilizzando proprio il caffè caldo come sistema di raffreddamento principale. Il risultato è una fusione surreale tra l'elettronica moderna e l'elettrodomestico vintage che dimostra come l'ingegno possa trasformare oggetti quotidiani in soluzioni tecnologiche innovative.

Dal mercatino dell'usato al laboratorio tecnologico

La scelta dei componenti di MacDowell rivela un approccio sostenibile e creativo al computing. La GE Coffeematic da dieci tazzine, scovata in un negozio dell'usato, è diventata sia il case che il serbatoio del sistema. Per quanto riguarda l'hardware vero e proprio, ha recuperato una scheda madre Asus M2NPV-VM AM2 da un centro di riciclaggio, abbinandola a un processore AMD Athlon II X4 640 quad-core da 3 GHz e a 1GB di RAM Hynix DDR2.

L'approccio del maker americano si inserisce in una tradizione consolidata che lui stesso definisce come "una stirpe di computer-caffettiere realizzati dal 2002". Questa continuità storica dimostra come certi esperimenti tecnologici riescano a catturare l'immaginazione collettiva, spingendo sempre nuovi creativi a reinterpretare il concetto.

L'ingegneria del caffè come refrigerante

Il caffè diventa protagonista di una rivoluzione tecnologica casalinga

Il cuore dell'innovazione risiede nel sistema di raffreddamento personalizzato che MacDowell ha progettato. Utilizzando pompe CrocSee DC 12V certificate per uso alimentare, radiatori da 120mm e blocchi di raffreddamento per CPU, ha creato un circuito chiuso dove il caffè caldo sostituisce i tradizionali liquidi refrigeranti. La scheda grafica HIS Radeon HD 4670 da 1GB e l'alimentatore Antec Earthwatts Green da 430W completano la configurazione hardware.

Questo approccio presenta sfide tecniche considerevoli, dato che il caffè ha proprietà fisico-chimiche diverse rispetto ai liquidi di raffreddamento convenzionali. La viscosità, la conducibilità termica e la potenziale corrosività del caffè richiedono materiali e componenti specifici per garantire il funzionamento a lungo termine del sistema.

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Sostenibilità e riutilizzo creativo

Il progetto di MacDowell rappresenta un esempio interessante di upcycling tecnologico, dove oggetti destinati alla discarica trovano nuova vita in applicazioni completamente diverse. La scelta di utilizzare componenti riciclati per la scheda madre, CPU e RAM sottolinea un approccio consapevole al riutilizzo dell'hardware informatico, spesso vittima di obsolescenza programmata.

Il sistema operativo scelto, Linux Mint, si allinea perfettamente con questa filosofia di sostenibilità, offrendo prestazioni ottimali anche su hardware meno recente. Questa combinazione dimostra come sia possibile creare sistemi informatici funzionali senza necessariamente ricorrere all'hardware di ultima generazione.

L'esperimento di MacDowell va oltre la semplice curiosità tecnologica, ponendo domande interessanti sul futuro del design industriale e sulla possibilità di integrare funzioni informatiche in oggetti di uso quotidiano. La convergenza tra elettrodomestici e computer potrebbe rappresentare una direzione promettente per lo sviluppo di dispositivi più integrati e sostenibili nell'Internet delle Cose.

Fonte dell'articolo: www.tomshardware.com

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