Il mercato dei browser internet potrebbe essere sul punto di vivere uno sconvolgimento senza precedenti, con un'offerta da 20 miliardi di dollari che ha messo in discussione l'intero ecosistema digitale mondiale. L'intelligenza artificiale applicata alla ricerca web si trova al centro di una battaglia legale che potrebbe ridisegnare il modo in cui navighiamo online. La posta in gioco non riguarda solo un semplice software, ma il controllo di uno dei canali più importanti per l'accesso alle informazioni digitali.
L'offensiva di Perplexity contro il gigante di Mountain View
La startup specializzata in ricerca basata su intelligenza artificiale Perplexity ha presentato un'offerta non sollecitata per acquisire Chrome, il browser che domina oltre il 60% del mercato mondiale. L'operazione prevede 20 miliardi di dollari complessivi, con una componente particolare: 3 miliardi destinati specificamente alla gestione del progetto Chromium nei prossimi due anni. La proposta arriva mentre i tribunali americani stanno valutando se costringere Google a vendere il proprio browser come rimedio alle pratiche monopolistiche accertate.
Chrome rappresenta molto più di un semplice programma per navigare su internet. Si basa su Chromium, un progetto open source che alimenta numerosi altri browser, incluso Microsoft Edge. Perplexity si è impegnata a mantenere completamente aperto il codice sorgente e a non imporre modifiche al motore di ricerca predefinito, una garanzia che potrebbe tranquillizzare chi teme la concentrazione di potere digitale.
La resistenza di Google e le valutazioni astronomiche
Mountain View ha respinto con forza le proposte governative di cessione, definendole "un'agenda radicale interventista". La società californiana considera Chrome un asset strategico fondamentale, non solo per i ricavi pubblicitari ma soprattutto per i dati degli utenti essenziali nello sviluppo delle tecnologie di intelligenza artificiale. Qualsiasi prezzo di vendita rappresenterebbe probabilmente una perdita netta per Google, considerando il valore strategico a lungo termine.
Le stime sul valore reale di Chrome variano enormemente. Il CEO di DuckDuckGo ha suggerito una cifra intorno ai 50 miliardi di dollari durante il processo, mentre altre valutazioni raggiungono centinaia di miliardi. L'offerta di Perplexity, seppur sostanziosa, potrebbe quindi risultare largamente insufficiente rispetto alle aspettative del mercato.
Il verdetto imminente e le incognite future
Il giudice federale Amit Mehta dovrebbe pronunciarsi sui rimedi da applicare già nel corso di questo mese. Tuttavia, anche una decisione favorevole alla cessione forzata aprirebbe probabilmente una lunga serie di ricorsi legali che potrebbero protrarsi per anni. La tempistica dell'offerta di Perplexity risulta strategica, ma il percorso verso una eventuale acquisizione rimane costellato di ostacoli.
L'opinione pubblica si divide sulle possibili alternative a Google. Molti utenti, pur criticando la raccolta massiva di dati personali operata dall'azienda di Mountain View, temono che il controllo di Chrome possa finire nelle mani di startup dell'intelligenza artificiale o di consorzi di fondi di investimento. Come recita un detto anglosassone adattabile alla situazione italiana: "meglio un diavolo che si conosce che un santo da conoscere".
La partita per il futuro della navigazione web è appena iniziata, e le sue conseguenze potrebbero influenzare l'esperienza digitale di miliardi di persone in tutto il mondo.