Pirateria, l'industria del software cambia strategia

Business Software Alliance Italia condivide la filosofia della "segnalazione e rimozione" dei contenuti pirata, proposta dall'AGCOM. Basta attaccare gli utenti, meglio prendersela con i distributori di contenuti.

Avatar di Dario D'Elia

a cura di Dario D'Elia

Business Software Alliance Italia, l'associazione dell'industria software, condivide la nuova strategia anti-pirateria dell'AGCOM basata sulla segnalazione e rimozione dei contenuti pirata. La tavola rotonda di ieri (Un diritto d'autore per tutti) organizzata da Istituto Politiche per l'Innovazione, FEMI (Federazione Italiana Media Indipendenti) e Centro NEXA su Internet & Società del Politecnico di Torino è servita per fare chiarezza.

"È nostra convinzione che la maggior parte degli utenti sia ignara dei rischi che si corrono scaricando o installando software contraffatti sui propri PC, e sia altresì ignara dei perversi effetti economici che la pirateria produce sull'intero sistema economico italiano; è per questo motivo che BSA sostiene con convinzione la proposta educativa dell'Autorità", ha affermato Matteo Mille, direttore BSA Italia.

BSA sposta il mirino

Gradita quindi la proposta AGCOM in termini di campagne informative verso il pubblico sul corretto utilizzo di internet e dei contenuti che vi vengono veicolati. "In particolare verso i giovani, a partire dalle strutture educative, ma sensibilizzando anche il mondo delle aziende, dei professionisti e della Pubblica Amministrazione, oltre che quello dei consumatori privati", sottolinea il comunicato ufficiale.

"BSA ribadisce l'importanza di far percepire al pubblico degli utenti finali i rischi che i prodotti pirata possono comportare in termini di sicurezza del consumatore (ad es. perdita di dati e furti di informazioni, instabilità dei sistemi, presenza di spyware e malware), nonché il globale impatto economico negativo della pirateria (secondo IDC il 49% del software utilizzato nel nostro Paese, oltre 1.209 milioni di euro, è illegale, con evidenti ricadute negative sull'occupazione e sull'Erario)".

A questo punto risulta senza dubbio fondamentale la proposta del Garante di "disciplinare la procedura per la rimozione dei contenuti illeciti diffusi in violazione del diritto d'autore, ritenendo che le misure proposte possano essere una reale risposta bilanciata e utile a far diminuire i tassi di pirateria online".

Insomma, non bisogna colpire direttamente l'utente "bensì quegli operatori  che provocano enormi danni alle industrie dei contenuti digitali e all'economia nazionale di conseguenza".

Chi l'avrebbe detto?