Samsung: dimenticate gli SSD SATA, il futuro è PCI Express

Durante la SSD Global Summit 2012, Samsung ha dichiarato che il futuro delle unità allo stato solido è il PCI Express. L'interfaccia SATA non assicura la velocità necessaria per sostenere l'aumento di velocità delle future generazioni.

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a cura di Manolo De Agostini

Samsung ritiene che il futuro degli SSD risieda nell'interfaccia PCI Express e non in quella SATA. Durante il recente Samsung SSD Global Summit 2012, l'azienda ha sostanzialmente decretato la morte dell'interfaccia Serial ATA, incapace di sostenere i continui incrementi velocistici nel campo delle memorie NAND Flash.

L'azienda sudcoreana ha infatti affermato di essere in grado già oggi di superare la soglia dei 600 MB/s dello standard SATA III e poiché sarebbe troppo complicato spingere l'interfaccia SATA oltre tale velocità, non resta che affidarsi a qualcosa di più veloce e già tra noi: l'interfaccia PCIe.

Scalabilità, velocità (1 GB/s per linea) e compatibilità sono tutti vantaggi offerti dall'uso di questo standard, che sarà il punto di riferimento degli SSD per i prossimi 10 anni. Un altro aspetto da considerare, secondo Samsung, è il fatto che sarà possibile creare SSD PCI Express con diversi fattori di forma, a tutto vantaggio della progettazione dei prodotti futuri, più compatti e malleabili sotto il profilo dell'hardware integrabile al loro interno.

Durante l'evento - oltre ad annunciare i nuovi SSD 840 Pro e 840 - si è discusso anche di mercato delle memorie e dei semiconduttori. Per il colosso asiatico è un settore importantissimo, che la vede impegnata dal 1992. È leader nel segmento della produzione di memorie NAND e di SSD. Questo segmento ha portato nelle casse dell'azienda un fatturato di 21 miliardi nel 2011, a fronte dei 39 miliardi di dollari raggranellati con le altre divisioni.

Samsung prevede che il mercato degli SSD crescerà di 2,3 volte nel 2012 con l'introduzione delle unità allo stato solido negli ultrabook e il trend non potrà che continuare grazie alla diffusione di design sempre più sottili e compatti. Non a caso l'azienda ha già notato che la crescita delle memorie NAND è superiore negli SSD rispetto ai tablet.

Per questo i nuovi SSD sono cruciali, in quanto dovrebbero consentirle di guadagnare ulteriori fette di mercato nel mercato al dettaglio (retail). In Italia l'azienda è già leader, con una quota del 32%, ma altre realtà le stanno dando filo da torcere: i nomi citati sono prevedibili, e si tratta principalmente di Corsair e OCZ che spesso praticano prezzi aggressivi. Per quanto riguarda il mercato OEM invece l'azienda ha già raggiunto il 55% e otto dei primi dieci produttori di computer usano SSD a marchio Samsung.

Velocità e prezzi aggressivi sono parametri decisivi per raggiungere l'obiettivo e Samsung ha certamente dalla sua il completo controllo su ogni componente del prodotto che vende. L'azienda a tal proposito ha fatto notare di aver visto un importante cambiamento nella diffusione degli SSD non appena il prezzo di un gigabyte di NAND Flash è sceso sotto la soglia di un dollaro.

Da quel momento c'è stato un progressivo aumento degli acquisti di SSD più capienti e i dati dicono che se a gennaio la capacità media era di 126 GB, oggi è salita a 175 GB. Un dato destinato a crescere con il progresso tecnologico: già oggi l'azienda produce NAND Flash a 21 nanometri e l'impegno a espandere il suo "impero produttivo" potrebbe portarla a presentare sul mercato SSD da 1 terabyte a prezzi "accessibili" entro 2/3 anni.