SSD 840 EVO, il firmware per il ripristino delle prestazioni

Alcune settimane fa gli utenti con SSD 840 EVO avevano lamentato problemi prestazioni in lettura. Samsung ha identificato la causa e pubblicato un nuovo firmware che a quanto sembra risolve definitivamente un bug.

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a cura di Manolo De Agostini

Poche settimane fa è emerso un problema prestazionale con gli SSD 840 EVO di Samsung, soluzioni molto diffuse sul mercato. Diversi utenti avevano infatti ravvisato un crollo delle prestazioni con la lettura di vecchi blocchi di dati. L'azienda sudcoreana aveva prontamente risposto di aver identificato la causa del problema e di essere al lavoro su un nuovo firmware, che è finalmente disponibile a questo indirizzo (840 EVO: EXT0CB6Q, 840 EVO mSATA: EXT42B6Q).

Riguarda solo i prodotti delle gamma EVO e non gli SSD 840 di "precedente generazione", per i quali Samsung afferma che il problema non esiste, anche se qualcuno se ne è lamentato. Ah, dovete avere Windows, le versioni per sistemi Mac e Linux saranno distribuite alla fine del mese. Alcuni siti statunitensi - PC Perspective, Techreport - hanno testato l'aggiornamento riscontrando miglioramenti. Samsung ha anche rilasciato qualche dettaglio tecnico su quanto accaduto, che vi riportiamo di seguito.

"Gli SSD solitamente tarano i cambiamenti di stato delle celle nel tempo attraverso un algoritmo di gestione. A causa di un errore nell'algoritmo l'SSD 840 EVO effettuava aggressivamente processi di read-retry, portando a un calo complessivo delle prestazioni in lettura. Questo avveniva solo se il dato era archiviato nella sua cella iniziale senza cambiamenti. Non c'erano sintomi di riduzione delle prestazioni in lettura se il dato veniva successivamente spostato da quelle celle o sovrascritto".

"In altre parole dato che l'SSD è utilizzato sempre di più nel corso del tempo, la riduzione delle prestazioni scompare naturalmente. Per coloro che vogliono risolvere il problema in fretta, questo software ripristina le prestazioni di lettura riscrivendo i vecchi dati. Il tempo necessario per completare la procedura dipende dalla quantità dei dati memorizzati".

Lo strumento Performance Restoration per prima cosa esegue il flash dell'SSD alla nuova revisione e poi riavvia il sistema e completa il processo di ripristino che non dovrebbe compromettere i dati in memoria. Rimane comunque buona regola fare un backup preventivo su un altro supporto se potete. L'SSD, inoltre, deve avere almeno il 10% della sua capacità totale libera per far sì che lo strumento compia tutto a dovere.

"Le differenze non sono eclatanti, ma c'è un netto miglioramento delle prestazioni in lettura con i file più vecchi. Alcuni singoli file si caricano il doppio più rapidamente dopo il fix e per uno di questi abbiamo sperimentato un miglioramento pari a sei volte", scrive il sito Techreport, il quale ha notato anche un miglioramento nel caricamento delle applicazioni e nell'avvio di Windows, anche se si tratta di considerazioni soggettive non correlate da prove specifiche.