Tangenti Microsoft a funzionari italiani, indagini in corso

Il Dipartimento di Giustizia statunitense e la Securities and Exchange Commission stanno indagando su possibili tangenti pagate da Microsoft a funzionari cinesi, italiani e rumeni in cambio della sottoscrizione di contratti di fornitura software.

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a cura di Elena Re Garbagnati

Le autorità federali statunitensi stanno indagando su possibili tangenti pagate da Microsoft a funzionari governativi stranieri in cambio della sottoscrizione di contratti software. Italia, Romania e Cina sarebbero, secondo quanto riferito da Wall Street Journal, al centro dei casi di corruzione.

Il Dipartimento di Giustizia e la Securities and Exchange Commission stanno esaminando le accuse recapitate nel 2012 da un ex funzionario di Microsoft in Cina, secondo cui un dirigente della filiale cinese aveva offerto tangenti a funzionari pubblici in cambio della sottoscrizione di contratti software.

Tangenti in cambio di contratti di fornitura software?

Il WSJ sottolinea come lo scorso anno le stesse accuse furono oggetto di un'indagine interna da parte dell'azienda di Redmond, che però non aveva riscontrato alcuna prova di irregolarità. A questo filone d'inchiesta nel frattempo se ne sono aggiunti altri due, di cui uno ci riguarda direttamente.

Le autorità infatti starebbero esaminando anche l'operato dei consulenti Microsoft in Italia specializzati nella promozione di programmi di fidelizzazione per i clienti. Sembrerebbe che siano stati elargiti regali e viaggi ai responsabili italiani delle assegnazioni delle gare d'appalto per i contratti della pubblica amministrazione. Simili i sospetti sulle presunte attività illecite in Romania: sarebbero state pagate mazzette per assicurarsi la fornitura di software al Ministero delle Comunicazioni locale.

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L'inchiesta è solo alla fase preliminare, e al momento sono state formulate accuse formali contro Microsoft o i suoi dipendenti. I portavoce del Dipartimento di Giustizia e della SEC hanno rifiutato di commentare. John Frank, vice presidente di Microsoft ha invece tenuto a sottolineare che "come ogni grande azienda che si rispetti a volte riceviamo accuse relative a una condotta non consona dei nostri partner o dipendenti, appunto per questo collaboriamo sempre con le autorità".

Il nodo della questione è che negli Stati Uniti vige una legge del 1977 soprannominata Foreign Corrupt Practices Act, che vieta alle aziende statunitensi quotate sulle borse statunitensi di pagare tangenti a funzionari stranieri. Le violazioni nel corso degli anni non sono mancate: dal 2009 ad oggi il Dipartimento di Giustizia ha raccolto 108 casi di violazione, a cui se ne aggiungono 77 da parte della SEC.