Una ricerca che serve già oggi
Alcuni lettori potrebbero, a questo punto, pensare che si stiano creando le basi per una fantasiosa "ribellione delle macchine", ma è vero l'esatto contrario. Come abbiamo visto nel nostro recente speciale dedicato all'intelligenza artificiale (qui la prima parte), non possiamo esimerci dalla ricerca sulla programmazione dell'intelligenza artificiale, e in particolar modo è importante sviluppare algoritmi che ci permettano di interagire con essa in sicurezza nel momento in cui avrà grandi capacità. È un lavoro lungo e difficile, e al momento nulla ci garantisce che saremo pronti quando sarà il momento.
È una missione per il futuro, prossimo o remoto dipende dalla persona a cui domandate. Ma è un'impellenza già oggi. Dobbiamo rispondere a questo bisogno entro pochi anni, e imparare come programmare le macchine affinché riconoscano il pericolo e sappiano reagire nel modo migliore.
Entro pochi anni, per esempio, le auto a guida automatica (anch'esse dei robot, ma non umanoidi) saranno una realtà commerciale - basta guardare cosa già fanno oggi quelle a guida assistita più avanzate. Queste auto si troveranno in situazioni pericolose, e dovranno decidere se l'ordine impartito dall'umano è pericoloso oppure no, dovranno fare obiezioni e valutare informazioni aggiuntive - esattamene come fa il simpatico robottino di questi video.
Appurato, quindi, che è necessario sviluppare robot che sappiano "dire di no" con consapevolezza, è interessante anche rilevare le capacità a cui sono già arrivati queste macchine. Il robot del video, l'Alpha 2 da usare in casa, i grandi robot umanoidi visti al DARPA Robotic Challenge (tra cui l'europeo WALK-MAN), o il "cagnolone" di Boston Dynamics - che di recente la marina statunitense ha cominciato ad addestrare.
E a proposito di capacità, c'è anche un altro video che vale la pena di vedere. In esso, l'operatore passeggia per un città con uno smartphone collegato a una rete neurale, sviluppata da Google insieme all'Università di Stanford. Lo smartphone inquadra l'ambiente circostante, e la rete neurale dice ciò che vede. Il risultato non è perfetto naturalmente ma la sua precisione è sorprendente. La macchina si mostra in grado di riconoscere molte delle cose che vede con la videocamera.
In questo caso il software sottostante è un prodotto open source che risponde al nome di NeuralTalk. Il progetto è disponibile su GitHub, e chiunque ne sia in grado può cercare di contribuire al suo sviluppo. Anche se, naturalmente, non tutti abbiamo accesso a una rete neurale.
Il robot capace di dire di no, come la rete neurale che riconosce ciò che vede. Entrambi i progetti possono risultare molto affascinanti, e ci offrono la cifra dello stato della ricerca sull'Intelligenza Artificiale. La rete neurale non capisce veramente che cosa vede, ma è chiaro che è in grado di riconoscerla. Il robot invece vede l'ostacolo e capisce in che modo deve agire di fronte ad esso.
L'unione di questi due sistemi può portare a qualcosa che ne supera la semplice somma, e possiamo star certi che lo vedremo in un futuro molto prossimo. Il ritmo del progresso sta raggiungendo un livello davvero impressionante, a dimostrazione di quanto sia concreto il concetto di crescita esponenziale applicato all'evoluzione tecnologica. Se la tecnologia si evolve sempre di più ed è ogni giorno più potente, tuttavia, resta aperta la domanda più importante: quando ci sarà la grande svolta, saremo pronti?