La comunità scientifica internazionale ha appena ricevuto un importante messaggio che potrebbe rivoluzionare l'approccio all'attività fisica quotidiana: dimenticare la soglia "magica" dei 10.000 passi al giorno potrebbe essere liberatorio per milioni di persone. Una ricerca condotta dall'Università di Sydney, la più ampia mai realizzata su questo tema, ha scoperto che 7.000 passi quotidiani offrono benefici sanitari pressoché identici a quelli ottenuti con l'obiettivo tradizionale più elevato. Il risultato sfida decenni di convinzioni radicate nel mondo del fitness e della medicina preventiva.
La rivoluzione dei numeri nella camminata quotidiana
La professoressa Melody Ding, che ha guidato il team di ricerca della School of Public Health, ha coordinato un'analisi senza precedenti pubblicata su The Lancet Public Health. L'indagine ha esaminato i dati provenienti da 57 studi condotti tra il 2014 e il 2025 in oltre dieci nazioni, dall'Australia agli Stati Uniti, dal Regno Unito al Giappone. La portata della ricerca ha permesso di valutare l'impatto di diversi conteggi giornalieri di passi su otto importanti parametri di salute, inclusi i rischi di morte per malattie cardiovascolari e cancro, oltre allo sviluppo di patologie come diabete di tipo 2, demenza e depressione.
I ricercatori hanno monitorato i partecipanti attraverso dispositivi di conteggio dei passi, dai pedometri tradizionali ai fitness tracker più sofisticati. Partendo da una base di 2.000 passi giornalieri, hanno confrontato gli effetti sulla salute aumentando progressivamente di 1.000 passi per volta, cercando di identificare il punto in cui i benefici raggiungono il loro picco.
Quando meno diventa davvero di più
I risultati hanno sorpreso anche gli stessi ricercatori per la loro chiarezza. Confrontando diverse intensità di camminata con la soglia minima di 2.000 passi quotidiani, è emerso che 7.000 passi riducono il rischio di morte del 47%, un dato praticamente identico ai benefici osservati con 10.000 passi giornalieri. Per quanto riguarda la demenza, la protezione offerta da 7.000 passi raggiunge il 38%, mentre aumentando a 10.000 passi si ottiene solo un ulteriore 7% di riduzione del rischio.
La dottoressa Katherine Owen, co-autrice dello studio, ha sottolineato come questi dati rappresentino una svolta nel modo di concepire l'attività fisica quotidiana. "Per chi è già attivo, 10.000 passi al giorno rimangono un eccellente obiettivo", ha spiegato, "ma la nostra ricerca dimostra che i vantaggi extra oltre i 7.000 passi sono limitati per la maggior parte dei parametri sanitari analizzati."
Il diabete e la soglia dei benefici massimi
Un'eccezione interessante riguarda il diabete di tipo 2, per il quale la ricerca ha identificato dinamiche leggermente diverse. Il rischio di sviluppare questa patologia si riduce del 22% con 10.000 passi quotidiani, migliorando ulteriormente fino al 27% quando si raggiungono i 12.000 passi. Tuttavia, anche per questa condizione, gli aumenti più significativi si registrano nel passaggio da 2.000 a una fascia compresa tra 5.000 e 7.000 passi giornalieri.
La professoressa Ding ha evidenziato come questi risultati offrano un obiettivo più realistico per chi fatica a rispettare le linee guida tradizionali sull'esercizio fisico. "Puntare a 7.000 passi rappresenta un traguardo raggiungibile basato sulle nostre scoperte", ha dichiarato, aggiungendo che "anche piccoli incrementi, come passare da 2.000 a 4.000 passi quotidiani, sono associati a miglioramenti significativi della salute."
Verso nuove linee guida australiane
L'impatto pratico di questa ricerca si sta già concretizzando: i ricercatori stanno collaborando con il governo australiano per utilizzare queste evidenze nell'aggiornamento delle future linee guida sull'attività fisica. L'approccio promosso dal team di Sydney sposta l'attenzione "dalla perfezione al progresso", come ha sintetizzato la professoressa Ding, sottolineando che anche incrementi modesti del movimento quotidiano possono tradursi in miglioramenti sostanziali del benessere.
Gli esperti auspicano che studi futuri possano approfondire come personalizzare gli obiettivi di passi in base all'età, alle condizioni di salute e al contesto geografico, includendo popolazioni più diverse e dati a lungo termine. Secondo la professoressa Ding, questo tipo di dettaglio granulare sarà prezioso per i professionisti sanitari quando dovranno personalizzare i consigli per i loro pazienti, offrendo un approccio più flessibile e scientificamente fondato all'attività fisica preventiva.