Il gigante olandese della litografia ASML si trova al centro di una controversia diplomatica che coinvolge Stati Uniti, Paesi Bassi e Cina, con accuse di aver violato accordi cruciali sulle esportazioni di tecnologie avanzate per la produzione di semiconduttori. Secondo quanto rivelato da un nuovo libro investigativo scritto dagli ex giornalisti di Bloomberg Diederik Baazil e Cagan Koc, l'azienda avrebbe venduto alla Cina più macchine litografiche del consentito durante il periodo di transizione prima dell'entrata in vigore delle restrizioni totali.
L'offerta di ASML di fornire informazioni sui propri clienti cinesi alle autorità statunitensi rappresenterebbe un tentativo di riparare i danni diplomatici causati dalla vicenda. Si tratta di voci di corridoio che, se confermate, solleverebbero questioni delicate sulla riservatezza commerciale e sulla sovranità tecnologica europea, evidenziando la tensione tra gli interessi economici di un'azienda privata, le relazioni diplomatiche internazionali e la sicurezza strategica nel settore dei semiconduttori.
Il contesto della disputa risale al gennaio 2023, quando Paesi Bassi e Stati Uniti siglarono un accordo per bloccare le esportazioni verso la Cina delle macchine litografiche DUV (deep ultraviolet light) prodotte da ASML, con una fase di implementazione graduale che prevedeva lo stop alle vendite da settembre 2023 e il divieto totale di esportazione da gennaio 2024. Le macchine EUV (extreme ultraviolet light), ancora più avanzate e indispensabili per la produzione dei chip più sofisticati sotto i 7 nanometri, erano già state vietate in precedenza. Durante il periodo di transizione, esisteva un "gentleman's agreement" secondo cui ASML avrebbe dovuto limitarsi a consegnare solo le macchine per cui aveva già obblighi contrattuali preesistenti.
Secondo le rivelazioni contenute nel volume "De belangrijkste machine ter wereld" (La macchina più importante del mondo), il CEO di ASML Peter Wennink avrebbe invece venduto un numero maggiore di sistemi litografici rispetto a quanto concordato informalmente con le autorità. Questa mossa avrebbe provocato la reazione dell'allora Primo Ministro olandese Mark Rutte, che secondo il libro avrebbe ammonito Wennink affermando che l'azienda stava "avventurandosi in territorio pericoloso" e che il governo dei Paesi Bassi si sentiva "ingannato e umiliato" dalla condotta dell'azienda.
La questione va oltre una semplice disputa commerciale, toccando il cuore della competizione tecnologica globale. ASML detiene un monopolio de facto nella produzione di macchine litografiche avanzate, strumenti essenziali per la fabbricazione di semiconduttori moderni. I sistemi EUV dell'azienda olandese sono gli unici al mondo capaci di realizzare i processi produttivi più avanzati, utilizzati da giganti come TSMC, Samsung e Intel per produrre chip a 5nm, 3nm e oltre. Anche i sistemi DUV, pur essendo tecnologia meno recente, rimangono fondamentali per numerosi processi produttivi e rappresentano un asset strategico per qualsiasi nazione voglia sviluppare una propria industria dei semiconduttori.
La vicenda si inserisce nel contesto più ampio della guerra tecnologica tra Stati Uniti e Cina, con Washington che sta moltiplicando gli sforzi per rallentare lo sviluppo dell'industria cinese dei semiconduttori attraverso restrizioni all'export sempre più stringenti. Per l'Europa, e in particolare per i Paesi Bassi, la situazione rappresenta un difficile equilibrio tra l'alleanza transatlantica e gli enormi interessi economici legati al mercato cinese, che rappresenta una quota significativa del fatturato di ASML.