La salute della bocca potrebbe essere molto più importante di quanto si pensi per prevenire eventi cardiovascolari gravi. Una ricerca pubblicata sulla rivista scientifica Neurology Open Access ha dimostrato che chi soffre contemporaneamente di carie e malattie gengivali affronta un rischio significativamente maggiore di subire un ictus ischemico, quella forma di ictus che si verifica quando un coagulo o un'ostruzione impedisce al sangue di raggiungere il cervello. Lo studio, condotto su quasi seimila persone seguite per due decenni, suggerisce che prendersi cura dei propri denti potrebbe rappresentare una strategia preventiva semplice ma troppo spesso trascurata.
I numeri emersi dalla ricerca sono eloquenti e dovrebbero far riflettere chiunque rimandi la visita dal dentista. Le persone che presentavano sia carie che malattie parodontali mostravano una probabilità dell'86% più alta di essere colpite da ictus rispetto a chi manteneva una bocca sana. Non solo: questi stessi individui registravano anche un aumento del 36% del rischio di sviluppare problemi cardiovascolari importanti, inclusi infarti e altre patologie cardiache gravi. Chi invece si sottoponeva a controlli odontoiatrici regolari vedeva ridursi dell'81% la probabilità di sviluppare entrambe le condizioni.
L'indagine ha coinvolto 5.986 adulti con un'età media di 63 anni, nessuno dei quali aveva avuto un ictus all'inizio dello studio. I ricercatori hanno sottoposto tutti i partecipanti a esami dentali approfonditi per classificarli in tre gruppi distinti: bocca sana, solo malattia gengivale, oppure malattia gengivale accompagnata da carie. Per i successivi vent'anni, il team ha monitorato queste persone attraverso interviste telefoniche e revisioni delle cartelle cliniche, tracciando chi sviluppava eventi cerebrovascolari.
I risultati hanno rivelato differenze sostanziali tra i vari gruppi. Tra le 1.640 persone con una bocca sana, solo il 4% ha subito un ictus nel corso dello studio. La percentuale saliva al 7% tra chi presentava esclusivamente problemi gengivali, mentre raggiungeva il 10% nel gruppo con entrambe le patologie. Anche dopo aver corretto i dati considerando fattori come l'età, l'indice di massa corporea e l'abitudine al fumo, la correlazione rimaneva evidente: chi aveva sia carie che gengivite presentava un rischio di ictus superiore dell'86% rispetto a chi godeva di salute orale ottimale.
Le malattie gengivali, note anche come parodontopatie, sono infiammazioni croniche o infezioni che colpiscono le gengive e l'osso che sostiene i denti. Se non trattate adeguatamente, possono portare alla perdita dei denti. Le carie invece si formano quando i batteri erodono lo smalto dentale, un processo favorito dal consumo di cibi ricchi di zuccheri o amidi, da un'igiene orale inadeguata o da predisposizioni genetiche. La combinazione di queste due condizioni sembra creare un ambiente particolarmente sfavorevole per la salute cardiovascolare.
Souvik Sen, responsabile dello studio presso l'Università della Carolina del Sud, ha sottolineato come questi risultati suggeriscano che migliorare la salute orale potrebbe rappresentare una componente importante degli sforzi di prevenzione dell'ictus. "Abbiamo scoperto che le persone con entrambe le condizioni avevano quasi il doppio del rischio di ictus rispetto a chi godeva di buona salute orale, anche dopo aver controllato i fattori di rischio cardiovascolare", ha dichiarato il medico, aggiungendo che chi presenta segni di malattia gengivale o carie dovrebbe cercare trattamento non solo per preservare i denti, ma potenzialmente per ridurre il rischio cerebrovascolare.
L'aspetto forse più incoraggiante emerso dalla ricerca riguarda l'impatto delle visite dentistiche regolari. I partecipanti che si recavano dal dentista con costanza mostravano una riduzione del 29% delle probabilità di sviluppare solo malattie gengivali. Questo dato suggerisce che un approccio preventivo, basato su controlli periodici e interventi tempestivi, potrebbe fare una differenza sostanziale non solo per la salute della bocca, ma anche per quella dell'intero sistema cardiovascolare.
Come ogni ricerca scientifica, anche questo studio presenta alcune limitazioni che gli autori hanno riconosciuto apertamente. La valutazione della salute orale è stata condotta una sola volta, all'inizio dell'indagine, quindi non sono stati misurati eventuali cambiamenti delle condizioni dentali nel corso dei vent'anni di osservazione. Inoltre, potrebbero esistere altri fattori di salute o stile di vita non considerati che hanno influenzato i risultati. Nonostante queste riserve metodologiche, lo studio si aggiunge a un corpo crescente di evidenze che collegano la salute della bocca a quella del cervello, dimostrando come curare denti e gengive non sia semplicemente una questione estetica ma possa avere ripercussioni significative sul benessere generale dell'organismo.