Negli ultimi cinquant’anni l’obesità e il diabete di tipo 2 sono cresciuti in modo esponenziale, mentre la qualità dello sperma è crollata. Una delle cause principali potrebbe essere l’aumento del consumo di cibi ultra-processati, prodotti industriali confezionati ricchi di additivi e lavorazioni complesse. Un nuovo studio condotto dall’Università di Copenaghen e pubblicato su Cell Metabolism porta ora nuove prove: questi alimenti fanno ingrassare e compromettono la salute metabolica e riproduttiva anche quando le calorie assunte sono identiche a quelle di una dieta a base di cibi freschi.
Stesse calorie, effetti diversi
I ricercatori hanno reclutato 43 uomini tra i 20 e i 35 anni, sottoponendoli a due regimi alimentari diversi per tre settimane ciascuno: uno a base di cibi non processati e uno basato quasi esclusivamente su alimenti ultra-processati. Tra i due cicli di dieta sono passati tre mesi di “washout” per azzerare gli effetti della prima fase.
Le diete erano calibrate con la stessa quantità di calorie, proteine, carboidrati e grassi. Alcuni partecipanti hanno seguito la dieta normale, altri hanno ricevuto 500 calorie extra al giorno. In ogni caso, il risultato è stato sorprendente: con la dieta ultra-processata gli uomini hanno accumulato in media un chilo di massa grassa in più rispetto al periodo con alimenti freschi.
Non solo: diversi parametri di salute cardiovascolare sono peggiorati, indicando che l’impatto di questi alimenti va oltre la bilancia.
Ormoni e sostanze tossiche
Lo studio ha anche individuato un aumento preoccupante dei livelli di ftalati, in particolare la sostanza cxMINP, nota per il suo effetto di interferente endocrino e spesso associata alla plastica. Nei partecipanti si è registrato anche un calo di testosterone e dell’ormone follicolo-stimolante (FSH), entrambi fondamentali per la produzione di spermatozoi.
“I nostri risultati dimostrano che i cibi ultra-processati danneggiano la salute metabolica e riproduttiva anche senza eccessi calorici. È la natura stessa della lavorazione a renderli nocivi”, ha spiegato la prima autrice Jessica Preston.
Il professor Romain Barrès, coautore senior dello studio, ha aggiunto: “Siamo rimasti colpiti da quanti processi corporei vengano alterati da questi alimenti, persino in uomini giovani e sani. Le implicazioni a lungo termine sono allarmanti e mostrano l’urgenza di rivedere le linee guida nutrizionali.”
Un campanello d’allarme
Queste evidenze contribuiscono a chiarire perché i cibi ultra-processati siano stati associati negli ultimi anni a obesità, malattie croniche e peggioramento della fertilità. Non si tratta soltanto di “mangiarne troppi”, ma del fatto che la loro composizione e lavorazione industriale influiscono direttamente su metabolismo e ormoni.
Lo studio danese apre la strada a ulteriori ricerche, ma manda già un messaggio chiaro: ridurre il consumo di alimenti ultra-processati non è solo questione di calorie, bensì di salute complessiva, dal cuore alla fertilità.