Mentre molti italiani conoscono le costellazioni del Dorado e di Mensa solo dai libri di astronomia, pochi immaginano che, a 160.000 anni luce di distanza in quella direzione del cielo australe, si trovi una delle più spettacolari fabbriche stellari dell’universo vicino. La Nebulosa Tarantola, immortalata questa settimana dal telescopio spaziale Hubble in un’immagine di rara bellezza, è molto più di uno spettacolo cosmico: rappresenta il laboratorio naturale più potente per studiare la nascita delle stelle più massicce conosciute. Si trova nella Grande Nube di Magellano, una galassia nana che orbita attorno alla Via Lattea come un satellite.
Un gigante galattico ai confini della Via Lattea
La Grande Nube di Magellano è la più grande tra le numerose galassie satelliti che accompagnano la nostra nel suo viaggio nello spazio. Al suo interno, la Nebulosa Tarantola è la più estesa e luminosa regione di formazione stellare, non solo della galassia ospite ma di tutto il gruppo di galassie vicine, inclusa la Via Lattea. Questa combinazione di grandezza e luminosità la rende un osservatorio naturale ideale per comprendere i processi di nascita stellare su larga scala. La sua accessibilità e la varietà di fenomeni osservabili ne fanno un bersaglio privilegiato per i telescopi più potenti del mondo.
Qui nascono alcune delle stelle più massicce mai osservate, con masse fino a 200 volte quella del Sole. L’area ritratta da Hubble si trova vicino a una rarissima stella Wolf-Rayet, lontana dal centro della nebulosa e dal superammasso R136. Le stelle Wolf-Rayet sono nuclei incandescenti ad altissima temperatura e luminosità, privi del loro guscio di idrogeno, capaci di generare venti stellari così intensi da modellare gas e polveri circostanti.
Una galassia satellite rivela i segreti della formazione stellare
L’immagine di Hubble mostra dettagli finissimi grazie alle osservazioni in più lunghezze d’onda, che permettono di oltrepassare le nubi di polvere e rivelare le strutture interne. I dati provengono dal programma Scylla, pensato per affiancare il progetto ULLYSSES. Mentre ULLYSSES studia le stelle giovani e massicce delle Nubi di Magellano, Scylla analizza il gas e la polvere che le circondano, offrendo un quadro completo dei processi di formazione. La Nebulosa Tarantola rimane così un obiettivo privilegiato per gli astronomi, rivelando ogni volta nuovi dettagli sui meccanismi che regolano la nascita e l’evoluzione delle stelle più estreme dell’universo.